Diritto allo stato e figli “senza stato”, ovvero i figli non riconoscibili dopo la riforma della filiazione

Il contributo esamina la disciplina che la riforma della filiazione, attuata negli anni 2012 e 2013, ha riservato ai figli non riconoscibili: categoria che la riforma, pur avendo aperto alla riconoscibilità dei figli nati da incesto, non ha eliminato del tutto. Permangono, infatti, le norme del codice civile che riservano ai figli non riconoscibili appositi e più limitati diritti verso il proprio genitore, fondati esclusivamente sul rapporto di derivazione biologica (non accertato e non accertabile in forma di stato), quali, in particolare, gli articoli 279, 580 e 594 c.c. Il contributo si interroga, dunque, sul residuo ambito di applicazione di queste disposizioni (con specifico riguardo all'art 279 c.c.) e sui numerosi problemi, in larga parte tuttora irrisolti, che pone la loro applicazione. Sullo sfondo si staglia il problema della conciliabilità della stessa permanenza residua della categoria dei figli irriconoscibili con l'affermazione, che trova sempre più ampio riconoscimento a livello costituzionale, sul piano sia interno che sovranazionale, del diritto fondamentale "allo stato".