La vicenda di Louis Canossa è maturata dietro le quinte della grande storia, in quei retroscena dove si muove una folla di ministri, di ambasciatori, di residenti, di inviati straordinari, o anche semplicemente di spie e confidenti, inclini a ordire nell'ombra intrighi e congiure. Louis Canossa ha ricoperto molti di questi ruoli a favore di Mantova, di Venezia e di Vienna. La grande storia nella seconda metà del '600 è tragicamente segnata dalla ripresa espansionistica dei due stati più aggressivi dell'epoca. Francia e Turchia sono tornate a premere verso il centro dell'Europa ai danni del mondo austrogermanico e dell'Italia. Nella penisola, tradizionale terreno di scontro tra Parigi e Vienna è ancora una volta il ducato di Mantova, dal 1669 guidato da un duca, Ferdinando Carlo Gonzaga, imparentato con Vienna, ma sensibile al fascino del denaro francese. Nascita e morte di Louis Canossa sono segnate dalla Francia. Nasce in Casale Monferrato assediata dagli Spagnoli, e nel nome ricorda l'impegno di Luigi XIII in soccorso della fortezza gonzaghesca di cui il padre Tommaso Canossa era governatore. Louis verrà arrestato il 16 giugno 1685 ed avvelenato il 10 agosto 1687 per la sua irriducibile avversione alla Francia. Non poco mi è costato trarre Louis Canossa dalle tenebre della storia, nelle quali vengono relegati quanti possono avere dato ombra ai potenti e da questi siano stati messi a tacere ed intorno al loro nome sia stato creato il vuoto anche archivistico. Di Louis Canossa non parla nemmeno la storia locale, che infatti lo ignora quasi completamente. Un primo sommario profilo della sua tragica vicenda è stato da me ricostruito avvalendomi prevalentemente di fonti archivistiche veneziane. Esse sono costituite dalla sezione «referte dei confidenti della Serenissima» conservata all'interno del fondo degli Inquisitori di Stato di Venezia, e dai dispacci dei rettori veneti di Verona e Legnago al loro governo. Lo stesso Louis Canossa è stato confidente della Serenissima e una parte dei suoi dispacci agli Inquisitori di Stato è tuttora disponibile. Informazioni decisive per chiarire la dinamica dei fatti ci vengono però solo dall'altro confidente della Serenissima, Camillo Badoer, incaricato di stare al fianco del duca di Mantova Ferdinando Carlo per spiarlo e carpirne ogni informazione utile. In queste pagine mi propongo di arricchire la documentazione confluita nel volume del 1995 con il materiale frutto delle ricerche successivamente effettuate a Vienna, integrate con altre tolte dall'archivio Gonzaga di Mantova. Queste ultime sono ovviamente abbastanza generose per quanto riguarda la vita politica di Louis Canossa, ma assolutamente mute in relazione alla tragedia che gli si apre con l'arresto e la detenzione e si conclude con l'assassinio in carcere. Nutrivo grandi speranze sulla documentazione viennese, ed invece pur suggerendo non poche suggestioni, si è rivelata di gran lunga inferiore alle attese. Essendo Louis Canossa uomo di Vienna, ed essendo la capitale asburgica in prima fila nella battaglia diplomatica condotta per ottenerne la liberazione, tutto lasciava prevedere una documentazione più copiosa. In fondo a Vienna oltre all'imperatore Leopoldo I, molto attiva continuava ad essere anche Eleonora Gonzaga, vedova dell'imperatore Ferdinando III, estremamente attenta alla politica italiana e a tutto ciò che riguardasse il ducato di Mantova e Monferrato . Le grandi delusioni che gli venivano dal nipote Ferdinando Carlo erano compensate dall'affetto e dalla fedeltà che quotidianamente le attestavano personaggi come Louis Canossa, disposto a subire il martirio pur di non piegarsi al denaro francese che avrebbe posto fine all'indipendenza del ducato di Mantova. E da Vienna Eleonora Gonzaga continuerà a battersi fino alla morte per difendere il ducato avito dagli assalti di Luigi XIV e per salvare la vita a un ministro incorruttibile come Louis Canossa . Scopo di queste pagine è quello di mettere insieme alcune testimonianze archivistiche non utilizzate nel precedente profilo e che tuttavia con quello dovranno fondersi quando si vorrà tracciare un nuovo ritratto del veronese avvelenato da Luigi XIV. Un chiarimento preliminare riguarda il nome. Al fonte battesimale gli viene imposto il nome di Louis in onore di Luigi XIII, re di Francia, accorso con un esercito per spezzare l'assedio cui gli Spagnoli sottoponevano Casale Monferrato, della quale il padre Tommaso Canossa era governatore. La famiglia Canossa andrà fiera dell'onore di aver avuto come padrino di un proprio rampollo niente meno che il re di Francia. Quest'ultimo non necessariamente doveva essere presente in chiesa, potendo agire per procura. Per capire come andassero le cose in questi casi ci si può aiutare evocando una situazione analoga di molti anni dopo. Al 1682 il marchese Paleotti Lanzoni - futuro compagno di sventura di Louis Canossa - si rivolgerà all'imperatore d'Austria, supplicandolo di voler essere padrino al battesimo del figlio che sta per nascergli. L'imperatore, accetta incaricando di rappresentarlo alla cerimonia proprio il marchese Louis Canossa, cui invia una lettera in data 2 agosto 1682 di questo tenore: Marchese Nostro Carissimo. Havendo noi esauditi gli prieghi, che ci ha portato il Marchese Paleotti Lanzoni, e la Marchesa di lui Consorte per che facessimo loro la gratia di far levare dal Sacro fonte il parto, ch'è per portare alla luce la detta Marchesa , ne adossamo à voi l'incombenza, ricercandovi ad assistere nelle consuete forme, in Nome Nostro à tal fontione, nella quale sì come voi esseguirete la Nostra Cesarea mente, così più sicuro vi renderete della Imperial Gratia Nostra. E confermandovela, assistente vi desideramo per sempre quella del Cielo .

Tra Asburgo e Borbone. La tragedia di Louis Canossa, ministro dell'ultimo duca di Mantova

VECCHIATO, Francesco
1997-01-01

Abstract

La vicenda di Louis Canossa è maturata dietro le quinte della grande storia, in quei retroscena dove si muove una folla di ministri, di ambasciatori, di residenti, di inviati straordinari, o anche semplicemente di spie e confidenti, inclini a ordire nell'ombra intrighi e congiure. Louis Canossa ha ricoperto molti di questi ruoli a favore di Mantova, di Venezia e di Vienna. La grande storia nella seconda metà del '600 è tragicamente segnata dalla ripresa espansionistica dei due stati più aggressivi dell'epoca. Francia e Turchia sono tornate a premere verso il centro dell'Europa ai danni del mondo austrogermanico e dell'Italia. Nella penisola, tradizionale terreno di scontro tra Parigi e Vienna è ancora una volta il ducato di Mantova, dal 1669 guidato da un duca, Ferdinando Carlo Gonzaga, imparentato con Vienna, ma sensibile al fascino del denaro francese. Nascita e morte di Louis Canossa sono segnate dalla Francia. Nasce in Casale Monferrato assediata dagli Spagnoli, e nel nome ricorda l'impegno di Luigi XIII in soccorso della fortezza gonzaghesca di cui il padre Tommaso Canossa era governatore. Louis verrà arrestato il 16 giugno 1685 ed avvelenato il 10 agosto 1687 per la sua irriducibile avversione alla Francia. Non poco mi è costato trarre Louis Canossa dalle tenebre della storia, nelle quali vengono relegati quanti possono avere dato ombra ai potenti e da questi siano stati messi a tacere ed intorno al loro nome sia stato creato il vuoto anche archivistico. Di Louis Canossa non parla nemmeno la storia locale, che infatti lo ignora quasi completamente. Un primo sommario profilo della sua tragica vicenda è stato da me ricostruito avvalendomi prevalentemente di fonti archivistiche veneziane. Esse sono costituite dalla sezione «referte dei confidenti della Serenissima» conservata all'interno del fondo degli Inquisitori di Stato di Venezia, e dai dispacci dei rettori veneti di Verona e Legnago al loro governo. Lo stesso Louis Canossa è stato confidente della Serenissima e una parte dei suoi dispacci agli Inquisitori di Stato è tuttora disponibile. Informazioni decisive per chiarire la dinamica dei fatti ci vengono però solo dall'altro confidente della Serenissima, Camillo Badoer, incaricato di stare al fianco del duca di Mantova Ferdinando Carlo per spiarlo e carpirne ogni informazione utile. In queste pagine mi propongo di arricchire la documentazione confluita nel volume del 1995 con il materiale frutto delle ricerche successivamente effettuate a Vienna, integrate con altre tolte dall'archivio Gonzaga di Mantova. Queste ultime sono ovviamente abbastanza generose per quanto riguarda la vita politica di Louis Canossa, ma assolutamente mute in relazione alla tragedia che gli si apre con l'arresto e la detenzione e si conclude con l'assassinio in carcere. Nutrivo grandi speranze sulla documentazione viennese, ed invece pur suggerendo non poche suggestioni, si è rivelata di gran lunga inferiore alle attese. Essendo Louis Canossa uomo di Vienna, ed essendo la capitale asburgica in prima fila nella battaglia diplomatica condotta per ottenerne la liberazione, tutto lasciava prevedere una documentazione più copiosa. In fondo a Vienna oltre all'imperatore Leopoldo I, molto attiva continuava ad essere anche Eleonora Gonzaga, vedova dell'imperatore Ferdinando III, estremamente attenta alla politica italiana e a tutto ciò che riguardasse il ducato di Mantova e Monferrato . Le grandi delusioni che gli venivano dal nipote Ferdinando Carlo erano compensate dall'affetto e dalla fedeltà che quotidianamente le attestavano personaggi come Louis Canossa, disposto a subire il martirio pur di non piegarsi al denaro francese che avrebbe posto fine all'indipendenza del ducato di Mantova. E da Vienna Eleonora Gonzaga continuerà a battersi fino alla morte per difendere il ducato avito dagli assalti di Luigi XIV e per salvare la vita a un ministro incorruttibile come Louis Canossa . Scopo di queste pagine è quello di mettere insieme alcune testimonianze archivistiche non utilizzate nel precedente profilo e che tuttavia con quello dovranno fondersi quando si vorrà tracciare un nuovo ritratto del veronese avvelenato da Luigi XIV. Un chiarimento preliminare riguarda il nome. Al fonte battesimale gli viene imposto il nome di Louis in onore di Luigi XIII, re di Francia, accorso con un esercito per spezzare l'assedio cui gli Spagnoli sottoponevano Casale Monferrato, della quale il padre Tommaso Canossa era governatore. La famiglia Canossa andrà fiera dell'onore di aver avuto come padrino di un proprio rampollo niente meno che il re di Francia. Quest'ultimo non necessariamente doveva essere presente in chiesa, potendo agire per procura. Per capire come andassero le cose in questi casi ci si può aiutare evocando una situazione analoga di molti anni dopo. Al 1682 il marchese Paleotti Lanzoni - futuro compagno di sventura di Louis Canossa - si rivolgerà all'imperatore d'Austria, supplicandolo di voler essere padrino al battesimo del figlio che sta per nascergli. L'imperatore, accetta incaricando di rappresentarlo alla cerimonia proprio il marchese Louis Canossa, cui invia una lettera in data 2 agosto 1682 di questo tenore: Marchese Nostro Carissimo. Havendo noi esauditi gli prieghi, che ci ha portato il Marchese Paleotti Lanzoni, e la Marchesa di lui Consorte per che facessimo loro la gratia di far levare dal Sacro fonte il parto, ch'è per portare alla luce la detta Marchesa , ne adossamo à voi l'incombenza, ricercandovi ad assistere nelle consuete forme, in Nome Nostro à tal fontione, nella quale sì come voi esseguirete la Nostra Cesarea mente, così più sicuro vi renderete della Imperial Gratia Nostra. E confermandovela, assistente vi desideramo per sempre quella del Cielo .
1997
Mantova, Vienna, Parigi, Luigi XIV, Ferdinando Carlo Gonzaga, Eleonora Gonzaga, Louis Canossa
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