L’“utente” dell’istituzione medica avrà anche diritto ai suoi diritti, ma per definizione non parla. Altri lo fanno al posto suo; in realtà anche questi ultimi a loro volta parlano una lingua standardizzata e preventivamente approvata: parlano una lingua in cui i significanti sono stati già fissati senza rischio di smentita. Una lingua in cui, in definitiva, nulla deve accadere. Dentro questo cerchio magico non sarà più questione di sintomi, ma sempre e solo di disturbi e di handicap. Sono pochi quelli che conservano a questo punto la capacità di accorgersi di cosa succede: questa trasformazione linguistica del “disagio” in “handicap”, questa cancellazione del sintomo in quanto sintomo, segnala un passaggio importante.

Fragilità, compagna clandestina

SOLLA, Gianluca
2014-01-01

Abstract

L’“utente” dell’istituzione medica avrà anche diritto ai suoi diritti, ma per definizione non parla. Altri lo fanno al posto suo; in realtà anche questi ultimi a loro volta parlano una lingua standardizzata e preventivamente approvata: parlano una lingua in cui i significanti sono stati già fissati senza rischio di smentita. Una lingua in cui, in definitiva, nulla deve accadere. Dentro questo cerchio magico non sarà più questione di sintomi, ma sempre e solo di disturbi e di handicap. Sono pochi quelli che conservano a questo punto la capacità di accorgersi di cosa succede: questa trasformazione linguistica del “disagio” in “handicap”, questa cancellazione del sintomo in quanto sintomo, segnala un passaggio importante.
2014
Disagio, istituzione, psicoanalisi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/934053
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