Nel 1914 nacquero diversi maestri. Per Mario Dal Pra e Franco Venturi, nati rispettivamente il 29 aprile il 16 maggio, apparvero sul Domenicale degli articoli in prossimità del centenario della nascita. Per Silvio Ceccato, 25 gennaio, non si fece in tempo. Vero però che lo si ricordò il 14 settembre con un convegno dell’Accademia Olimpica di Vicenza nella splendida Villa Ceccato a Montecchio Maggiore (costruita in cima a un colle a poche centinaia di metri dalle rocche scaligere della Villa e della Bellaguardia, che ispirarono l’immaginazione poetica di Luigi Da Porto e poi di Matteo Bandello e Shakespeare per la storia dei due nobili amanti Giulietta Cappelletti e Romeo Montecchi, le famiglie dei quali sono rimproverate da Dante al verso 106 del sesto canto del Purgatorio) e lo si ricorda soprattutto con un’antologia dei suoi scritti curata da Gianclaudio Lopez, la presentazione della quale è dunque occasione oggi per richiamare l’attenzione su Ceccato. Studente a Milano, Ceccato studia al Conservatorio, che allora era diretto da Ildebrando Pizzetti, e si laurea in giurisprudenza. Si iscrive al Guf (Gruppo universitario fascista), scrive articoli di critica musicale su “Libro e moschetto” e partecipa ai Littoriali per la musica nel 1935, 1936 e 1937. Nel 1937, ufficiale di prima nomina tra i granatieri, insegna canto corale a due reggimenti di stanza a Roma e a un altro di stanza a Viterbo. Conosce Federico Enriques, Ugo Spirito e Guido Calogero, ed è in stretto contatto con Agostino Gemelli, che nel 1941 fonda l’Istituto di Psicologia del Cnr (oggi Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione). Nel 1941 Ceccato consegna a Gemelli un dattiloscritto di cento pagine, Un contributo alle ricerche sul fare dell’uomo: “La discesa verso il fondo della filosofia erra ormai completa. Il conoscere la verità conoscitiva, il soggetto conoscente e l’oggetto, prima inconcepito e poi cognito, la realtà, ecco il vero problema, il Problema” (p. 32). Richiamato al fronte nel marzo del 1943, è al confine con la Yugoslavia, dove per sua fortuna non succede nulla. Dopo l’8 settembre resta in servizio e viene mandato a Cento, alla censura postale per l’estero. Finita la guerra, ritorna a Milano, dove viene accolto nel gruppo della rivista “Analisi”, con Ludovico Geymonat e Giulio Preti. Conosce Antonio Banfi, Norberto Bobbio e Ferruccio Rossi Landi. Nel 1946 inizia un lungo sodalizio con Vittorio Somenzi. Un pamphlet nel quale irride alla filosofia tradizionale rivisitata secondo la teoria dei giochi gli procura un’aspra reprimenda e la cancellazione dei corsi che teneva come libero docente all’Università di Milano: “Eh no! Non lo dovevi fare – gli scrive Banfi –. L’università non è un campo di calcio, in cui si possa venire con le mutandine” (p. 37). Ceccato riproporrà le sue posizioni in Un tecnico tra i filosofi (Padova, Marsilio 1962-64). La svolta operativa avviene nel settembre 1955, quando Ceccato presenta al terzo Symposium on Information Theory, a Londra presso la Royal Society, una relazione intitolata “Suggestions for Mechanical Translation”, nella quale spiega il possibile funzionamento di un traduttore automatico. Immediato l’avvicinamento di Ceccato al Cnr, responsabile per l’introduzione della cibernetica in Italia. Al Convegno sui Problemi dell’Automatismo (l’ambito d’indagine di Mauro Picone, Edoardo Caianiello e Antonio Ruberti) tenutosi nell’aprile 1956 a Milano al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Ceccato presenta ed espone un prototipo del cervello dell’Adamo II, un simulatore elettromeccanico che rendeva visibili attraverso l’accensione e lo spegnimento di lampadine le combinazioni degli stati coscienziali corrispondenti a 23 termini esclusivamente mentali (p. 45-46). Ceccato mostra di aver individuato le premesse fondamentali per avviare l’analisi cibernetica delle operazioni mentali: “la scoperta dello stato d’attenzione, le sue possibilità combinatorie, la prima categoria mentale e varie altre analizzate esattamente negli stessi termini di oggi, l’andamento correlazionale del pensiero, ecc. Soltanto le analisi della percezione e della rappresentazione erano state condotte su un presupposto che in seguito si rivelò sbagliato” (p. 47). Tramite Padre Gemelli, nel 1958 Ceccato ottiene dal governo americano un finanziamento per ricerche sulla traduzione meccanica per il russo e l’inglese e nel 1960 un finanziamento dell’Euratom. Tornato nel 1957 alla Statale di Milano come libero docente di Filosofia teoretica, nel 1960 il Cnr affida a Ceccato la costituzione del Centro di Cibernetica e Attività Linguistiche presso la Statale. Da allora fino alla sua morte, il 2 dicembre 1997, Ceccato lavora in stretto contatto con un gruppo di validi collaboratori, tra i quali sono da ricordare Enrico Maretti, Giampaolo Barosso, Bruna Zonta e Gian Paolo Zarri. A diciotto anni dalla sua scomparsa, Ceccato è più vivo che mai al Cnr nelle ricerche di Maria Vittoria Giuliani dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione e di Renzo Beltrame dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione Alessandro Faedo. Silvio Ceccato, Il sogno delle tre faraone: Silvio Ceccato da filosofo a tecnico della mente, a cura di Gianclaudio Lopez, Viterbo, Stampa Alternativa 2015, 24 p., ISBN 978862224468, €15,00.

Il pensatore cibernetico

POZZO, Riccardo
2015-01-01

Abstract

Nel 1914 nacquero diversi maestri. Per Mario Dal Pra e Franco Venturi, nati rispettivamente il 29 aprile il 16 maggio, apparvero sul Domenicale degli articoli in prossimità del centenario della nascita. Per Silvio Ceccato, 25 gennaio, non si fece in tempo. Vero però che lo si ricordò il 14 settembre con un convegno dell’Accademia Olimpica di Vicenza nella splendida Villa Ceccato a Montecchio Maggiore (costruita in cima a un colle a poche centinaia di metri dalle rocche scaligere della Villa e della Bellaguardia, che ispirarono l’immaginazione poetica di Luigi Da Porto e poi di Matteo Bandello e Shakespeare per la storia dei due nobili amanti Giulietta Cappelletti e Romeo Montecchi, le famiglie dei quali sono rimproverate da Dante al verso 106 del sesto canto del Purgatorio) e lo si ricorda soprattutto con un’antologia dei suoi scritti curata da Gianclaudio Lopez, la presentazione della quale è dunque occasione oggi per richiamare l’attenzione su Ceccato. Studente a Milano, Ceccato studia al Conservatorio, che allora era diretto da Ildebrando Pizzetti, e si laurea in giurisprudenza. Si iscrive al Guf (Gruppo universitario fascista), scrive articoli di critica musicale su “Libro e moschetto” e partecipa ai Littoriali per la musica nel 1935, 1936 e 1937. Nel 1937, ufficiale di prima nomina tra i granatieri, insegna canto corale a due reggimenti di stanza a Roma e a un altro di stanza a Viterbo. Conosce Federico Enriques, Ugo Spirito e Guido Calogero, ed è in stretto contatto con Agostino Gemelli, che nel 1941 fonda l’Istituto di Psicologia del Cnr (oggi Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione). Nel 1941 Ceccato consegna a Gemelli un dattiloscritto di cento pagine, Un contributo alle ricerche sul fare dell’uomo: “La discesa verso il fondo della filosofia erra ormai completa. Il conoscere la verità conoscitiva, il soggetto conoscente e l’oggetto, prima inconcepito e poi cognito, la realtà, ecco il vero problema, il Problema” (p. 32). Richiamato al fronte nel marzo del 1943, è al confine con la Yugoslavia, dove per sua fortuna non succede nulla. Dopo l’8 settembre resta in servizio e viene mandato a Cento, alla censura postale per l’estero. Finita la guerra, ritorna a Milano, dove viene accolto nel gruppo della rivista “Analisi”, con Ludovico Geymonat e Giulio Preti. Conosce Antonio Banfi, Norberto Bobbio e Ferruccio Rossi Landi. Nel 1946 inizia un lungo sodalizio con Vittorio Somenzi. Un pamphlet nel quale irride alla filosofia tradizionale rivisitata secondo la teoria dei giochi gli procura un’aspra reprimenda e la cancellazione dei corsi che teneva come libero docente all’Università di Milano: “Eh no! Non lo dovevi fare – gli scrive Banfi –. L’università non è un campo di calcio, in cui si possa venire con le mutandine” (p. 37). Ceccato riproporrà le sue posizioni in Un tecnico tra i filosofi (Padova, Marsilio 1962-64). La svolta operativa avviene nel settembre 1955, quando Ceccato presenta al terzo Symposium on Information Theory, a Londra presso la Royal Society, una relazione intitolata “Suggestions for Mechanical Translation”, nella quale spiega il possibile funzionamento di un traduttore automatico. Immediato l’avvicinamento di Ceccato al Cnr, responsabile per l’introduzione della cibernetica in Italia. Al Convegno sui Problemi dell’Automatismo (l’ambito d’indagine di Mauro Picone, Edoardo Caianiello e Antonio Ruberti) tenutosi nell’aprile 1956 a Milano al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Ceccato presenta ed espone un prototipo del cervello dell’Adamo II, un simulatore elettromeccanico che rendeva visibili attraverso l’accensione e lo spegnimento di lampadine le combinazioni degli stati coscienziali corrispondenti a 23 termini esclusivamente mentali (p. 45-46). Ceccato mostra di aver individuato le premesse fondamentali per avviare l’analisi cibernetica delle operazioni mentali: “la scoperta dello stato d’attenzione, le sue possibilità combinatorie, la prima categoria mentale e varie altre analizzate esattamente negli stessi termini di oggi, l’andamento correlazionale del pensiero, ecc. Soltanto le analisi della percezione e della rappresentazione erano state condotte su un presupposto che in seguito si rivelò sbagliato” (p. 47). Tramite Padre Gemelli, nel 1958 Ceccato ottiene dal governo americano un finanziamento per ricerche sulla traduzione meccanica per il russo e l’inglese e nel 1960 un finanziamento dell’Euratom. Tornato nel 1957 alla Statale di Milano come libero docente di Filosofia teoretica, nel 1960 il Cnr affida a Ceccato la costituzione del Centro di Cibernetica e Attività Linguistiche presso la Statale. Da allora fino alla sua morte, il 2 dicembre 1997, Ceccato lavora in stretto contatto con un gruppo di validi collaboratori, tra i quali sono da ricordare Enrico Maretti, Giampaolo Barosso, Bruna Zonta e Gian Paolo Zarri. A diciotto anni dalla sua scomparsa, Ceccato è più vivo che mai al Cnr nelle ricerche di Maria Vittoria Giuliani dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione e di Renzo Beltrame dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione Alessandro Faedo. Silvio Ceccato, Il sogno delle tre faraone: Silvio Ceccato da filosofo a tecnico della mente, a cura di Gianclaudio Lopez, Viterbo, Stampa Alternativa 2015, 24 p., ISBN 978862224468, €15,00.
2015
Silvio Ceccato, Cibernetica, CNR
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