La grande diffusione del fenomeno del gioco d’azzardo, in particolare on-line, riporta alla luce la profondità del nesso fra struttura del tempo e struttura del capitalismo informazionale. L’uomo è un animale che scommette sul tempo e che specula sulle proprie azioni. Ma la speculazione è anche il centro logico del capitalismo. Lo scopo del saggio è di tracciare qualche analisi intorno a questi nodi, partendo dai dati di un’assenza di lavoro che determina un’alienazione negativa e delle analogie fra il web-gambler e il web-broker. Soffermandosi sui problemi della percezione e del chiasma attività/passività dell’on-line come nuovo livello tecno-antropologico del problema del tempo, grazie a un percorso fra Dostoevskij, Bataille e Gargani il saggio si chiede se uno smarcamento dal sistema speculativo-capitalistico possa essere ancora tentato. Pur non uscendo da questo scenario pessimistico, il saggio tenta di valutare gli spazi possibili oggi per un savoir che consenta una positiva alienazione dal tempo, ottenibile mediante l’incorporazione del caso e della chance nella morfologia del pensiero. La questione finale è quella se, lasciando un ruolo al corpo e alle sue esitazioni, si possa ancora 'prendere (il) tempo'.
Il tempo della scommessa
PELGREFFI, Igor
2014-01-01
Abstract
La grande diffusione del fenomeno del gioco d’azzardo, in particolare on-line, riporta alla luce la profondità del nesso fra struttura del tempo e struttura del capitalismo informazionale. L’uomo è un animale che scommette sul tempo e che specula sulle proprie azioni. Ma la speculazione è anche il centro logico del capitalismo. Lo scopo del saggio è di tracciare qualche analisi intorno a questi nodi, partendo dai dati di un’assenza di lavoro che determina un’alienazione negativa e delle analogie fra il web-gambler e il web-broker. Soffermandosi sui problemi della percezione e del chiasma attività/passività dell’on-line come nuovo livello tecno-antropologico del problema del tempo, grazie a un percorso fra Dostoevskij, Bataille e Gargani il saggio si chiede se uno smarcamento dal sistema speculativo-capitalistico possa essere ancora tentato. Pur non uscendo da questo scenario pessimistico, il saggio tenta di valutare gli spazi possibili oggi per un savoir che consenta una positiva alienazione dal tempo, ottenibile mediante l’incorporazione del caso e della chance nella morfologia del pensiero. La questione finale è quella se, lasciando un ruolo al corpo e alle sue esitazioni, si possa ancora 'prendere (il) tempo'.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.