Citare (e non) nei Promessi sposi: storia e invenzione

Il saggio studia la citazione, intesa come intenzionale procedimento letterario, nei Promessi sposi, con particolare riguardo alle citazioni esplicite presenti nel discorso del narratore, non nelle parlate dei personaggi, e dunque facendo centro sul piano letterario dell’‘invenzione’, poverissimo di citazioni, piuttosto che su quello documentario della ‘storia’, dove invece le citazioni abbondano. L’analisi muove dalla citazione-epigrafe liminale dall’Anonimo, al quale il seguito del romanzo negherà il privilegio della citazione diretta a tutto favore di altre fonti, e si concentra poi sulla citazione shakespeariana del cap. VII, su quella dai 'Lombardi alla prima crociata' del Grossi nel cap. XI, vero emblema caricaturale del Griso, sul verso incipitario del sonetto dell’Achillini addotto nel cap. XXVIII e infine sulla citazione ‘negata’ del 'cedant arma togae' (cap. XIII).