n tre volumi, è stata completata la nuova edizione critica lemmatizzata di un importante manoscritto di Kant sul diritto naturale, noto come Naturrecht Feyerabend dal nome dello studente che trascrisse le lezioni. Il testo riporta l’intero corso che Kant tenne nel semestre estivo del 1784 all’Università Albertina di Königsberg, commentando secondo l’usanza dell’epoca la quinta edizione del manuale in latino di Gottfried Achenwall, Ius naturae (Göttingen 1763). Nel Naturrecht Feyerabend gli studiosi trovano dunque la prima esposizione completa della filosofia del diritto kantiana, ben tredici anni prima della prima parte della Metafisica dei Costumi, la Dottrina del diritto. L’importanza di questa edizione è molteplice: si tratta infatti dell’unica trascrizione pervenutaci dei dodici corsi annunciati da Kant sul diritto naturale (a partire dal 1767). Era già stata pubblicata nell’edizione dell’Accademia delle opere di Kant, ma in appendice a un volume, senza apparato critico e soprattutto con una trascrizione dal manoscritto approntata in gran fretta dal curatore, Gerhard Lehmann, lasciando sul campo una quantità notevole di errori, anche gravi, che rendevano il testo poco utilizzabile (e finora poco esaminato, nonostante la sua importanza). Frutto di una rilettura integrale del manoscritto, la nuova edizione ci restituisce il testo per la prima volta in una versione affidabile, con un ampio apparato critico di note, indici e concordanze, che consentono un inquadramento assai preciso del corso del semestre estivo del 1784, preparato in un anno decisivo per la genesi della Critica della ragion pratica, precisamente negli stessi mesi che Kant dedicava alla stesura finale di Che cos’è l’illuminismo? e della Fondazione della metafisica dei costumi, usciti rispettivamente nel 1784 e 1785. I tre testi contemporanei s’illuminano dunque a vicenda su temi decisivi come la libertà e la dignità dell’uomo. Tra pochi mesi uscirà presso Bompiani l’edizione italiana, bilingue, a cura di Hinske e Sadun Bordoni. Va segnalato che la traduzione in inglese prevista anni fa nel quadro della Cambridge Edition of the Works of Immanuel Kant è stata sospesa in attesa di questo nuovo testo critico, che sarà tradotto presto anche in francese, spagnolo, portoghese e altre lingue. Leggiamo nell’introduzione del Naturrecht: “Nel mondo come sistema di scopi deve esserci uno scopo ultimo, e questo è l’essere razionale. Se non ci fosse alcuno scopo, anche i mezzi sarebbero inutili e non avrebbero alcun valore.– L’uomo è scopo, ed è pertanto contraddittorio che egli possa essere semplicemente mezzo.– Se stipulo un contratto con un servitore, questi deve essere anche scopo, al pari di me, e non semplice mezzo. Anch’egli deve volere.– La volontà umana è dunque limitata dalla condizione dell’accordo universale della volontà altrui.– Se un sistema di scopi deve sussistere, lo scopo e la volontà di un essere razionale devono concordare con quelli di ogni altro […]. Questa limitazione si fonda sulle condizioni del più universale accordo possibile con la volontà altrui. Oltre l’uomo, nulla è stato posto come degno di rispetto se non il diritto degli uomini.– L’uomo, cioè, è scopo in se stesso, e può pertanto avere solo un valore intrinseco, cioè avere dignità, nessun equivalente del quale può essere posto. Le altre cose hanno un valore estrinseco, ovvero un prezzo, onde ciascuna cosa, che è parimenti funzionale a un certo scopo, può essere posta come equivalente. Il valore intrinseco dell’uomo si fonda sulla sua libertà, sul fatto che egli possiede una propria volontà. Dato che egli deve essere il fine ultimo, la sua volontà non deve dipendere da null’altro” (p. 5 – KgS 27/2/2:1319s.). Non la ragione in quanto tale, dunque, ma la libertà, di cui la ragione è soltanto un mezzo, fonda la dignità dell’uomo (p. 8 – KgS 27/2/2/1: 1322). In queste righe troviamo dunque annunciato da Kant, di fatto per la prima volta, il grande tema della dignità dell’uomo, oggi più che mai da porre al centro del nostro orizzonte morale. Il Naturrecht Feyerabend sarà presentato a Roma presso l’Aula Marconi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Piazzale Aldo Moro 7, il 13 gennaio alle ore 16:00 con interventi di Agata Amato, Francesco D’Agostino, Tullio De Mauro, Tullio Gregory, Giacomo Marramao e Loris Sturlese. Saranno presenti gli autori. Heinrich P. Delfosse, Norbert Hinske, Gianluca Sadun Bordoni, Stellenindex und Konkordanz zum “Naturrecht Feyerabend”, Forschungen und Materialien zur deutschen Aufklärung, vol. III/30, Frommann-Holzboog, Stuttgart Bad Cannstatt 2010-2014, 3 voll., p. XLI-206; CXXXV-174; LXI-617; ISBN 9783772815607, 9783772825910, 9783772826580.

I lemmi di Kant

POZZO, Riccardo
2015-01-01

Abstract

n tre volumi, è stata completata la nuova edizione critica lemmatizzata di un importante manoscritto di Kant sul diritto naturale, noto come Naturrecht Feyerabend dal nome dello studente che trascrisse le lezioni. Il testo riporta l’intero corso che Kant tenne nel semestre estivo del 1784 all’Università Albertina di Königsberg, commentando secondo l’usanza dell’epoca la quinta edizione del manuale in latino di Gottfried Achenwall, Ius naturae (Göttingen 1763). Nel Naturrecht Feyerabend gli studiosi trovano dunque la prima esposizione completa della filosofia del diritto kantiana, ben tredici anni prima della prima parte della Metafisica dei Costumi, la Dottrina del diritto. L’importanza di questa edizione è molteplice: si tratta infatti dell’unica trascrizione pervenutaci dei dodici corsi annunciati da Kant sul diritto naturale (a partire dal 1767). Era già stata pubblicata nell’edizione dell’Accademia delle opere di Kant, ma in appendice a un volume, senza apparato critico e soprattutto con una trascrizione dal manoscritto approntata in gran fretta dal curatore, Gerhard Lehmann, lasciando sul campo una quantità notevole di errori, anche gravi, che rendevano il testo poco utilizzabile (e finora poco esaminato, nonostante la sua importanza). Frutto di una rilettura integrale del manoscritto, la nuova edizione ci restituisce il testo per la prima volta in una versione affidabile, con un ampio apparato critico di note, indici e concordanze, che consentono un inquadramento assai preciso del corso del semestre estivo del 1784, preparato in un anno decisivo per la genesi della Critica della ragion pratica, precisamente negli stessi mesi che Kant dedicava alla stesura finale di Che cos’è l’illuminismo? e della Fondazione della metafisica dei costumi, usciti rispettivamente nel 1784 e 1785. I tre testi contemporanei s’illuminano dunque a vicenda su temi decisivi come la libertà e la dignità dell’uomo. Tra pochi mesi uscirà presso Bompiani l’edizione italiana, bilingue, a cura di Hinske e Sadun Bordoni. Va segnalato che la traduzione in inglese prevista anni fa nel quadro della Cambridge Edition of the Works of Immanuel Kant è stata sospesa in attesa di questo nuovo testo critico, che sarà tradotto presto anche in francese, spagnolo, portoghese e altre lingue. Leggiamo nell’introduzione del Naturrecht: “Nel mondo come sistema di scopi deve esserci uno scopo ultimo, e questo è l’essere razionale. Se non ci fosse alcuno scopo, anche i mezzi sarebbero inutili e non avrebbero alcun valore.– L’uomo è scopo, ed è pertanto contraddittorio che egli possa essere semplicemente mezzo.– Se stipulo un contratto con un servitore, questi deve essere anche scopo, al pari di me, e non semplice mezzo. Anch’egli deve volere.– La volontà umana è dunque limitata dalla condizione dell’accordo universale della volontà altrui.– Se un sistema di scopi deve sussistere, lo scopo e la volontà di un essere razionale devono concordare con quelli di ogni altro […]. Questa limitazione si fonda sulle condizioni del più universale accordo possibile con la volontà altrui. Oltre l’uomo, nulla è stato posto come degno di rispetto se non il diritto degli uomini.– L’uomo, cioè, è scopo in se stesso, e può pertanto avere solo un valore intrinseco, cioè avere dignità, nessun equivalente del quale può essere posto. Le altre cose hanno un valore estrinseco, ovvero un prezzo, onde ciascuna cosa, che è parimenti funzionale a un certo scopo, può essere posta come equivalente. Il valore intrinseco dell’uomo si fonda sulla sua libertà, sul fatto che egli possiede una propria volontà. Dato che egli deve essere il fine ultimo, la sua volontà non deve dipendere da null’altro” (p. 5 – KgS 27/2/2:1319s.). Non la ragione in quanto tale, dunque, ma la libertà, di cui la ragione è soltanto un mezzo, fonda la dignità dell’uomo (p. 8 – KgS 27/2/2/1: 1322). In queste righe troviamo dunque annunciato da Kant, di fatto per la prima volta, il grande tema della dignità dell’uomo, oggi più che mai da porre al centro del nostro orizzonte morale. Il Naturrecht Feyerabend sarà presentato a Roma presso l’Aula Marconi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Piazzale Aldo Moro 7, il 13 gennaio alle ore 16:00 con interventi di Agata Amato, Francesco D’Agostino, Tullio De Mauro, Tullio Gregory, Giacomo Marramao e Loris Sturlese. Saranno presenti gli autori. Heinrich P. Delfosse, Norbert Hinske, Gianluca Sadun Bordoni, Stellenindex und Konkordanz zum “Naturrecht Feyerabend”, Forschungen und Materialien zur deutschen Aufklärung, vol. III/30, Frommann-Holzboog, Stuttgart Bad Cannstatt 2010-2014, 3 voll., p. XLI-206; CXXXV-174; LXI-617; ISBN 9783772815607, 9783772825910, 9783772826580.
2015
Kant; diritto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/882183
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