Un decreto ministeriale del 2012 richiede alle regioni italiane un notevole sviluppo dei consumi di biomasse solide per usi termici per potere raggiungere l’obiettivo nazionale di una quota del 17% di fonti rinnovabili al 2020. In questa fase manca ancora una metodologia di stima affidabile e condivisa dei consumi, e manca un pacchetto di norme e incentivi specifico e calibrato per aiutare uno sviluppo sostenibile ed efficiente di queste fonti. La crescita registrata in anni recenti sembra derivare soprattutto da revisioni di stime poco trasparenti e poco certe nei risultati. Se l’incremento dei consumi venisse certificato esso sarebbe avvenuto in prevalenza in impianti vecchi con effetti poco positivi su ambiente ed efficienza energetica.
Biomasse solide termiche e Direttiva 2009/28/CE: tra stime incerte e ambiziosi obiettivi regionali
GOLDONI, Giovanni
2014-01-01
Abstract
Un decreto ministeriale del 2012 richiede alle regioni italiane un notevole sviluppo dei consumi di biomasse solide per usi termici per potere raggiungere l’obiettivo nazionale di una quota del 17% di fonti rinnovabili al 2020. In questa fase manca ancora una metodologia di stima affidabile e condivisa dei consumi, e manca un pacchetto di norme e incentivi specifico e calibrato per aiutare uno sviluppo sostenibile ed efficiente di queste fonti. La crescita registrata in anni recenti sembra derivare soprattutto da revisioni di stime poco trasparenti e poco certe nei risultati. Se l’incremento dei consumi venisse certificato esso sarebbe avvenuto in prevalenza in impianti vecchi con effetti poco positivi su ambiente ed efficienza energetica.File | Dimensione | Formato | |
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