La storia intellettuale e la storia della filosofia non si parlano. Diversi gli approcci metodologici, poca la letteratura secondaria in comune, diverso persino il modo di scrivere le note. Eppure, gli argomenti sono gli stessi: il pensiero e la sua storia. La ricerca di un modello italiano per la storia del pensiero inizia da una considerazione critica e fattuale di questo non parlarsi. L’idea è che la relazione tra storia storica della filosofia e storia filosofica della filosofia sia sempre esistita e valga la pena tematizzarla nella sua flessibilità decennio per decennio. Questione che fu degna dell’attenzione di Mario Dal Pra e del Centro di Studio per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico del Cinquecento e del Seicento in relazione ai Problemi della Scienza, centro del Consiglio Nazionale delle Ricerche da lui fondato nel 1964 presso l’Università Statale di Milano. Nato a Montecchio Maggiore il 29 aprile 1914, esattamente cent’anni orsono, Dal Pra si laureò in filosofia a Padova con una tesi diretta da Erminio Troilo. Prima professore di filosofia e storia al Liceo Scientifico di Rovigo (1937-1939) e poi al Liceo Classico di Vicenza (1939-1943). Si trasferì a Milano durante la seconda guerra mondiale, soprattutto per l’impegno assunto nella guerra partigiana (fu lui il celebre Colonnello Procopio di Giustizia e Libertà, decorato con due croci di guerra al merito partigiano). Professore di filosofia e storia al Liceo Classico Carducci di Milano (1946-1951), nel dicembre 1951 divenne professore di Storia della Filosofia Antica e di Storia della Filosofia Medievale alla Statale di Milano, dove infine successe ad Antonio Banfi sulla cattedra di Storia della Filosofia, per lunghi anni la più prestigiosa del paese, e che non a caso continua ad essere la sede della “Rivista critica di storia della filosofia”, da lui fondata nel 1946, presso la quale appresero il mestiere generazioni di intellettuali milanesi. Ci lasciò il 21 gennaio 1992. Storico del pensiero di prestigio internazionale (tra i suoi argomenti, lo scetticismo greco, Abelardo e la logica medievale, Hume, Condillac, il giovane Marx, il pragmatismo, americano e italiano, la storia della storiografia filosofica), Dal Pra ha contribuito alla filosofia teoretica e con il trascendentalismo della prassi, per un chiarimento del rapporto tra teoria e prassi in una prospettiva antimetafisica. Scriveva Dal Pra di voler “evitare [...] la ripetizione di [...] disegni generali di storia del pensiero” e di essersi quindi “cautamente guardato”, insieme con i suoi collaboratori, “dall’abbracciare disegni generali astratti”, evitando di “dare alla storia del pensiero un significato rigorosamente univoco e uno svolgimento eccessivamente semplice e lineare”. Una ricerca storica scientificamente rigorosa, la sua, attenta a una costante “cautela critica” e a “complessi approcci filologici”, che divenivano in tal modo l’antidoto “alla rarefazione di una visione chiusa e sistematica della vicenda storica della filosofia”. Certo, restare fedeli alla centralità del testo è un’impresa degna del più squisito neoumanesimo. Non è cosa ovvia: significa trovare il comune denominatore per lo scambio di pensieri, discorsi e discussioni su testi che ci hanno raggiunto dopo secoli e secoli. Il testo è ciò che media fra contesto e idea, e chi si occupa di lessico e di testo media fra storia della filosofia e storia delle idee. La storia della filosofia non può avere più nulla a che vedere con il tentativo di sistematizzazione del sapere filosofico di un’epoca in relazione alle precedenti proposto da Hegel. Una ricerca innovativa è pensabile, oggi, solo sulla base della complementarietà che lega le ricostruzioni della storia personale dei filosofi nel contesto delle loro regioni, istituzioni e dell’opinione pubblica loro contemporanea. Il futuro sta nella creazione di un modello italiano alla storia della filosofia che tenga conto degli aspetti lessicali del testo e della considerazione del paratesto. Qui va esaltato il ruolo del CNR, che ha reso possibili innovazioni di rilievo in contesti felicemente interdisciplinari. Il 29 maggio 2014, un mese dopo il centenario della nascita di Mario Dal Pra, festeggeremo i cinquant’anni dell’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee (ILIESI-CNR), dell’istituto che per primo mise a disposizione degli studiosi una biblioteca digitale quando ancora i calcolatori occupavano stanze intere e che oggi raccoglie l’eredità del Centro di Studio per il Lessico Intellettuale Europeo, fondato da Tullio Gregory e Tullio De Mauro nel 1964 e del Centro di Studio per la Storia del Pensiero Antico, fondato da Gabriele Giannantoni nel 1979. Dal Pra sarà ricordato nei prossimi mesi da un numero monografico della “Rivista di storia della filosofia” e da diversi convegni, dei quali daremo via via notizia. Ci è piaciuto ricordarlo oggi, il giorno esatto che avrebbe compiuto cent’anni.

Pensiero resistente

POZZO, Riccardo
2014-01-01

Abstract

La storia intellettuale e la storia della filosofia non si parlano. Diversi gli approcci metodologici, poca la letteratura secondaria in comune, diverso persino il modo di scrivere le note. Eppure, gli argomenti sono gli stessi: il pensiero e la sua storia. La ricerca di un modello italiano per la storia del pensiero inizia da una considerazione critica e fattuale di questo non parlarsi. L’idea è che la relazione tra storia storica della filosofia e storia filosofica della filosofia sia sempre esistita e valga la pena tematizzarla nella sua flessibilità decennio per decennio. Questione che fu degna dell’attenzione di Mario Dal Pra e del Centro di Studio per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico del Cinquecento e del Seicento in relazione ai Problemi della Scienza, centro del Consiglio Nazionale delle Ricerche da lui fondato nel 1964 presso l’Università Statale di Milano. Nato a Montecchio Maggiore il 29 aprile 1914, esattamente cent’anni orsono, Dal Pra si laureò in filosofia a Padova con una tesi diretta da Erminio Troilo. Prima professore di filosofia e storia al Liceo Scientifico di Rovigo (1937-1939) e poi al Liceo Classico di Vicenza (1939-1943). Si trasferì a Milano durante la seconda guerra mondiale, soprattutto per l’impegno assunto nella guerra partigiana (fu lui il celebre Colonnello Procopio di Giustizia e Libertà, decorato con due croci di guerra al merito partigiano). Professore di filosofia e storia al Liceo Classico Carducci di Milano (1946-1951), nel dicembre 1951 divenne professore di Storia della Filosofia Antica e di Storia della Filosofia Medievale alla Statale di Milano, dove infine successe ad Antonio Banfi sulla cattedra di Storia della Filosofia, per lunghi anni la più prestigiosa del paese, e che non a caso continua ad essere la sede della “Rivista critica di storia della filosofia”, da lui fondata nel 1946, presso la quale appresero il mestiere generazioni di intellettuali milanesi. Ci lasciò il 21 gennaio 1992. Storico del pensiero di prestigio internazionale (tra i suoi argomenti, lo scetticismo greco, Abelardo e la logica medievale, Hume, Condillac, il giovane Marx, il pragmatismo, americano e italiano, la storia della storiografia filosofica), Dal Pra ha contribuito alla filosofia teoretica e con il trascendentalismo della prassi, per un chiarimento del rapporto tra teoria e prassi in una prospettiva antimetafisica. Scriveva Dal Pra di voler “evitare [...] la ripetizione di [...] disegni generali di storia del pensiero” e di essersi quindi “cautamente guardato”, insieme con i suoi collaboratori, “dall’abbracciare disegni generali astratti”, evitando di “dare alla storia del pensiero un significato rigorosamente univoco e uno svolgimento eccessivamente semplice e lineare”. Una ricerca storica scientificamente rigorosa, la sua, attenta a una costante “cautela critica” e a “complessi approcci filologici”, che divenivano in tal modo l’antidoto “alla rarefazione di una visione chiusa e sistematica della vicenda storica della filosofia”. Certo, restare fedeli alla centralità del testo è un’impresa degna del più squisito neoumanesimo. Non è cosa ovvia: significa trovare il comune denominatore per lo scambio di pensieri, discorsi e discussioni su testi che ci hanno raggiunto dopo secoli e secoli. Il testo è ciò che media fra contesto e idea, e chi si occupa di lessico e di testo media fra storia della filosofia e storia delle idee. La storia della filosofia non può avere più nulla a che vedere con il tentativo di sistematizzazione del sapere filosofico di un’epoca in relazione alle precedenti proposto da Hegel. Una ricerca innovativa è pensabile, oggi, solo sulla base della complementarietà che lega le ricostruzioni della storia personale dei filosofi nel contesto delle loro regioni, istituzioni e dell’opinione pubblica loro contemporanea. Il futuro sta nella creazione di un modello italiano alla storia della filosofia che tenga conto degli aspetti lessicali del testo e della considerazione del paratesto. Qui va esaltato il ruolo del CNR, che ha reso possibili innovazioni di rilievo in contesti felicemente interdisciplinari. Il 29 maggio 2014, un mese dopo il centenario della nascita di Mario Dal Pra, festeggeremo i cinquant’anni dell’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee (ILIESI-CNR), dell’istituto che per primo mise a disposizione degli studiosi una biblioteca digitale quando ancora i calcolatori occupavano stanze intere e che oggi raccoglie l’eredità del Centro di Studio per il Lessico Intellettuale Europeo, fondato da Tullio Gregory e Tullio De Mauro nel 1964 e del Centro di Studio per la Storia del Pensiero Antico, fondato da Gabriele Giannantoni nel 1979. Dal Pra sarà ricordato nei prossimi mesi da un numero monografico della “Rivista di storia della filosofia” e da diversi convegni, dei quali daremo via via notizia. Ci è piaciuto ricordarlo oggi, il giorno esatto che avrebbe compiuto cent’anni.
2014
Mario Dal Pra; storia della filosofia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/718161
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