Le tre parole del titolo non sono, ovviamente, sinonimi, e non viaggiano necessariamente insieme. La prima (comunicazione) non può darsi senza l’ultima (partecipazione) presupponendo ogni comunicazione un ascolto. Ascolto non solo da parte del destinatario del messaggio che si intende comunicare; anche – e soprattutto – da parte di chi vuole comunicare. Per farla breve: la comunicazione è un processo interattivo e pludirezionale che non può prescindere da un ascolto dei bisogni di conoscenza, da una elaborazione/riflessione e dalla capacità/disponibilità di interagire con l’altro, sia emotivamente sia attraverso l’uso di specifici e sempre nuove tecnologie. Diversamente, l’informazione segue percorsi o – nel migliore dei casi – “strategie” differenti e a senso unico, per cui è “normale” che due persone (o istituzioni) si “informino” reciprocamente senza comunicare. “Comunicazione, informazione e partecipazione” sono (o dovrebbero essere) questioni nodali nel governo della Sanità pubblica. Sappiamo che così non è; una prima possibile ragione è nella specificità dei diversi setting di assistenza e di ricerca. Qualsiasi attività relazionale è condizionata dai rapporti di forza tra le parti o dalla maggiore o minore “fretta” con cui si dovrebbe interagire. Pertanto, gli ostacoli che – di fatto – impediscono una corretta comunicazione, informazione e partecipazione sono di diverso tipo; apparentemente banali o evidentemente complessi, ma sempre ricondotti ad una responsabilità individuale degli operatori del Servizio sanitario. È davvero giusto sia così?

Comunicazione, informazione e partecipazione. Il comprendere e il farsi comprendere non è solo un processo relazionale.

BORTOLUS, Renata;
2011-01-01

Abstract

Le tre parole del titolo non sono, ovviamente, sinonimi, e non viaggiano necessariamente insieme. La prima (comunicazione) non può darsi senza l’ultima (partecipazione) presupponendo ogni comunicazione un ascolto. Ascolto non solo da parte del destinatario del messaggio che si intende comunicare; anche – e soprattutto – da parte di chi vuole comunicare. Per farla breve: la comunicazione è un processo interattivo e pludirezionale che non può prescindere da un ascolto dei bisogni di conoscenza, da una elaborazione/riflessione e dalla capacità/disponibilità di interagire con l’altro, sia emotivamente sia attraverso l’uso di specifici e sempre nuove tecnologie. Diversamente, l’informazione segue percorsi o – nel migliore dei casi – “strategie” differenti e a senso unico, per cui è “normale” che due persone (o istituzioni) si “informino” reciprocamente senza comunicare. “Comunicazione, informazione e partecipazione” sono (o dovrebbero essere) questioni nodali nel governo della Sanità pubblica. Sappiamo che così non è; una prima possibile ragione è nella specificità dei diversi setting di assistenza e di ricerca. Qualsiasi attività relazionale è condizionata dai rapporti di forza tra le parti o dalla maggiore o minore “fretta” con cui si dovrebbe interagire. Pertanto, gli ostacoli che – di fatto – impediscono una corretta comunicazione, informazione e partecipazione sono di diverso tipo; apparentemente banali o evidentemente complessi, ma sempre ricondotti ad una responsabilità individuale degli operatori del Servizio sanitario. È davvero giusto sia così?
2011
Comunicazione; sanità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/706568
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