Il libro di Federico Mazzini pone al centro della riflessione il tema della “cultura di guerra” nell’ambito dell’esperienza bellica dei contadini trentini arruolati tra le fila dell’esercito austro-ungarico durante il primo conflitto mondiale. L’autore intende mettere alla prova il paradigma storiografico elaborato dagli studiosi francesi Stéphane Audoin-Rouzeau e Annette Becker, secondo i quali il protrarsi delle ostilità per oltre quattro anni fu reso possibile non solo dall’efficacia dei metodi coercitivi impiegati dalle autorità per reprimere le manifestazioni di dissenso suscitate dall’irreggimentazione delle masse e dalle stragi al fronte, bensì dall’atteggiamento di condiscendenza, se non di vera e propria condivisione, che la maggioranza delle popolazioni europee mostrò per gli obiettivi del conflitto.
Recensione: Federico MAZZINI, “Cose de laltro mondo”: una cultura di guerra attraverso la scrittura popolare trentina, 1914-1918, Pisa, ETS, 2013, 309 pp.
Zaffonato, Andrea
2013-01-01
Abstract
Il libro di Federico Mazzini pone al centro della riflessione il tema della “cultura di guerra” nell’ambito dell’esperienza bellica dei contadini trentini arruolati tra le fila dell’esercito austro-ungarico durante il primo conflitto mondiale. L’autore intende mettere alla prova il paradigma storiografico elaborato dagli studiosi francesi Stéphane Audoin-Rouzeau e Annette Becker, secondo i quali il protrarsi delle ostilità per oltre quattro anni fu reso possibile non solo dall’efficacia dei metodi coercitivi impiegati dalle autorità per reprimere le manifestazioni di dissenso suscitate dall’irreggimentazione delle masse e dalle stragi al fronte, bensì dall’atteggiamento di condiscendenza, se non di vera e propria condivisione, che la maggioranza delle popolazioni europee mostrò per gli obiettivi del conflitto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.