Molti studi indicano che la condivisione del focus attentivo con l'adulto facilita lo sviluppo linguistico e cognitivo del bambino (Chapman, 2000; Tomasello, 2001), in quanto permette di rendere le intenzioni del partner interattivo maggiormente "trasparenti" (Hoff & Naigles, 2002; Pinker, 1984) e aiuta il bambino a far fronte al problema dell'"indeterminatezza del referente", favorendo la mappatura parola-oggetto (Dominey & Dodane, 2004). Un contesto privilegiato per questo processo è rappresentato dalla lettura congiunta. Questa routine interattiva facilita la condivisione del focus e l'utilizzo di comportamenti di scaffolding (es. indicare, chiedere, parafrasare), che favorirebbero anche l'acquisizione di parole nuove (Weizman & Snow, 2001). Tali aspetti risultano particolarmente rilevanti per i bambini con difficoltà linguistiche, come i bambini con disturbi specifici del linguaggio (DSL), che a causa delle loro limitazioni nella comprensione e produzione verbale, sarebbero particolarmente sensibili alle caratteristiche del contesto comunicativo-linguistico (Riches et al., 2003; Gray, 2004). Tuttavia la letteratura riporta dati controversi sui processi comunicativi durante la lettura congiunta delle diadi con DSL. Non è chiaro in che misura e con quali modalità i genitori siano in grado di adattarsi alle limitazioni dei loro bambini e di coinvolgerli attivamente nell'interazione ("ipotesi supportiva", Barachetti & Lavelli, 2011; Vander-Woude & Barton, 2001), o tendano piuttosto a compensare le difficoltà, mostrando minore responsività (Jones & Conti-Ramsden, 1997; Leonard, 1998). Il presente lavoro si propone di analizzare i processi comunicativi durante la lettura congiunta in diadi madre-bambino-con-DSL e madre-bambino-con-sviluppo-tipico. Nello specifico, intende analizzare gli scambi interattivi che si sviluppano quando nella lettura compare una parola a bassa frequenza d’uso; tali sequenze di interazione sarebbero particolarmente rilevanti per il successivo sviluppo linguistico (Weizman & Snow, 2001). In base all'ipotesi supportiva, ci si aspetta che la quantità di informazioni e supporto sia maggiore nelle diadi con bambini con DSL e che in queste diadi il supporto materno sia associato ad un maggiore coinvolgimento verbale del bambino. Partecipano allo studio 15 bambini con DSL di tipo espressivo di età prescolare (M = 4.7; range: 3.5-5.5) e due gruppi di 15 bambini con sviluppo tipico (ST): un gruppo di pari età cronologica (M = 4.6; range: 3.5-5.7) ed un gruppo di pari età linguistica (M = 2.6; range: 1.8-3.4), con le loro madri. Ogni diade madre-bambino è stata osservata a casa durante due episodi di lettura congiunta. Per ogni sessione osservativa è stato trascritto ed analizzato il linguaggio spontaneo prodotto da ciascun partecipante mediante il sistema CHAT di Childes (MacWhinney, 2000). Le parole a bassa frequenza sono state identificate in base al totale di occorrenze nel Lessico Elementare < 10 (Marconi et al., 1994). Per ogni enunciato materno all'interno delle sequenze focalizzate su una parola a bassa frequenza, sono stati codificati i seguenti indici, adattando il sistema di codifica di Weizman and Snow (2001) e di Mannle et al. (1991): informazione fornita (diretta/indiretta/assente), supporto fornito per far comprendere il suo significato (fisico/verbale/assente). Ogni enunciato del bambino è stato codificato come: iniziativa, risposta semplice, risposta estesa, interruzione. I risultati indicano che le mamme dei bambini con DSL producono una maggior proporzione di enunciati con informazioni dirette sul referente (U = 38.5, p < .01) e producono una più alta proporzione di enunciati supportivi (U = 49; p <.01) rispetto alle mamme dei coetanei con ST. Inoltre forniscono un maggior numero di enunciati con informazioni dirette e indirette (U = 62.5, p <.05) anche rispetto alle mamme dei più piccoli di pari livello linguistico. Infine si evidenzia che gli enunciati informativi sono maggiormente associati all'uso di enunciati estesi da parte dei bambini in tutti i gruppi (rho = .55, p <.01), mentre gli enunciati e comportamenti di tipo supportivo (verbale e fisico: rho = .65, p <.001, e solo fisico: rho = .59, p <.001) sono associati alle risposte semplici dei bambini (le ripetizioni, ad esempio), solo nel gruppo con DSL. L'analisi sequenziale permetterà di approfondire la natura della relazione tra enunciati materni e enunciati del bambino. Dai risultati emerge la capacità delle mamme del gruppo con DSL di adattarsi alle limitazioni linguistiche dei loro bambini, fornendo sia maggiori informazioni dirette sul referente, sia un più alto numero di enunciati supportivi. Inoltre, i dati correlazionali confermerebbero una differenza nel processo comunicativo tra le diadi con bambini con DSL e quelle con bambini con ST per quanto riguarda la "sintonizzazione" linguistica e la modalità di condivisione del significato di parole a bassa frequenza.

Parole a bassa frequenza e supporto materno nella lettura congiunta con bambini con disturbo specifico di linguaggio

Majorano, Marinella;LAVELLI, Manuela
2013-01-01

Abstract

Molti studi indicano che la condivisione del focus attentivo con l'adulto facilita lo sviluppo linguistico e cognitivo del bambino (Chapman, 2000; Tomasello, 2001), in quanto permette di rendere le intenzioni del partner interattivo maggiormente "trasparenti" (Hoff & Naigles, 2002; Pinker, 1984) e aiuta il bambino a far fronte al problema dell'"indeterminatezza del referente", favorendo la mappatura parola-oggetto (Dominey & Dodane, 2004). Un contesto privilegiato per questo processo è rappresentato dalla lettura congiunta. Questa routine interattiva facilita la condivisione del focus e l'utilizzo di comportamenti di scaffolding (es. indicare, chiedere, parafrasare), che favorirebbero anche l'acquisizione di parole nuove (Weizman & Snow, 2001). Tali aspetti risultano particolarmente rilevanti per i bambini con difficoltà linguistiche, come i bambini con disturbi specifici del linguaggio (DSL), che a causa delle loro limitazioni nella comprensione e produzione verbale, sarebbero particolarmente sensibili alle caratteristiche del contesto comunicativo-linguistico (Riches et al., 2003; Gray, 2004). Tuttavia la letteratura riporta dati controversi sui processi comunicativi durante la lettura congiunta delle diadi con DSL. Non è chiaro in che misura e con quali modalità i genitori siano in grado di adattarsi alle limitazioni dei loro bambini e di coinvolgerli attivamente nell'interazione ("ipotesi supportiva", Barachetti & Lavelli, 2011; Vander-Woude & Barton, 2001), o tendano piuttosto a compensare le difficoltà, mostrando minore responsività (Jones & Conti-Ramsden, 1997; Leonard, 1998). Il presente lavoro si propone di analizzare i processi comunicativi durante la lettura congiunta in diadi madre-bambino-con-DSL e madre-bambino-con-sviluppo-tipico. Nello specifico, intende analizzare gli scambi interattivi che si sviluppano quando nella lettura compare una parola a bassa frequenza d’uso; tali sequenze di interazione sarebbero particolarmente rilevanti per il successivo sviluppo linguistico (Weizman & Snow, 2001). In base all'ipotesi supportiva, ci si aspetta che la quantità di informazioni e supporto sia maggiore nelle diadi con bambini con DSL e che in queste diadi il supporto materno sia associato ad un maggiore coinvolgimento verbale del bambino. Partecipano allo studio 15 bambini con DSL di tipo espressivo di età prescolare (M = 4.7; range: 3.5-5.5) e due gruppi di 15 bambini con sviluppo tipico (ST): un gruppo di pari età cronologica (M = 4.6; range: 3.5-5.7) ed un gruppo di pari età linguistica (M = 2.6; range: 1.8-3.4), con le loro madri. Ogni diade madre-bambino è stata osservata a casa durante due episodi di lettura congiunta. Per ogni sessione osservativa è stato trascritto ed analizzato il linguaggio spontaneo prodotto da ciascun partecipante mediante il sistema CHAT di Childes (MacWhinney, 2000). Le parole a bassa frequenza sono state identificate in base al totale di occorrenze nel Lessico Elementare < 10 (Marconi et al., 1994). Per ogni enunciato materno all'interno delle sequenze focalizzate su una parola a bassa frequenza, sono stati codificati i seguenti indici, adattando il sistema di codifica di Weizman and Snow (2001) e di Mannle et al. (1991): informazione fornita (diretta/indiretta/assente), supporto fornito per far comprendere il suo significato (fisico/verbale/assente). Ogni enunciato del bambino è stato codificato come: iniziativa, risposta semplice, risposta estesa, interruzione. I risultati indicano che le mamme dei bambini con DSL producono una maggior proporzione di enunciati con informazioni dirette sul referente (U = 38.5, p < .01) e producono una più alta proporzione di enunciati supportivi (U = 49; p <.01) rispetto alle mamme dei coetanei con ST. Inoltre forniscono un maggior numero di enunciati con informazioni dirette e indirette (U = 62.5, p <.05) anche rispetto alle mamme dei più piccoli di pari livello linguistico. Infine si evidenzia che gli enunciati informativi sono maggiormente associati all'uso di enunciati estesi da parte dei bambini in tutti i gruppi (rho = .55, p <.01), mentre gli enunciati e comportamenti di tipo supportivo (verbale e fisico: rho = .65, p <.001, e solo fisico: rho = .59, p <.001) sono associati alle risposte semplici dei bambini (le ripetizioni, ad esempio), solo nel gruppo con DSL. L'analisi sequenziale permetterà di approfondire la natura della relazione tra enunciati materni e enunciati del bambino. Dai risultati emerge la capacità delle mamme del gruppo con DSL di adattarsi alle limitazioni linguistiche dei loro bambini, fornendo sia maggiori informazioni dirette sul referente, sia un più alto numero di enunciati supportivi. Inoltre, i dati correlazionali confermerebbero una differenza nel processo comunicativo tra le diadi con bambini con DSL e quelle con bambini con ST per quanto riguarda la "sintonizzazione" linguistica e la modalità di condivisione del significato di parole a bassa frequenza.
2013
9788834326572
Apprendimento lessicale; bambini con disturbo specifico di linguaggio; supporto materno; parole a bassa frequenza
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