L’articolo è dedicato all’interpretazione di alcuni passi del noto testo medievale di ambito ravennate intitolato “Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis”, di Andrea Agnello (IX secolo), ritenuto da molti studiosi proto-storico della realtà cittadina. Si è cercato di fornire una lettura comparata tra fonte letteraria e scoperte archeologiche, in adesione con la recente metodologia archeologica sempre più coinvolta nella comprensione dei lineamenti costituenti del passaggio dall’antichità al Medioevo, sotto il profilo monumentale –urbanistico, di una città che è stata un centro vitale di scambi sociali, culturali ed economici nella tardo antichità: Ravenna. Il caso di studio che si è preso in esame ha riguardato quattro specifiche realtà architettoniche: la cinta muraria, il palazzo di Teoderico, le basiliche di S. Severo e Petriana. Uno studioso di storia dell’arte come Carlo Bertelli ci ha ricordato tempo fa che si può cogliere molto di Ravenna per via indiretta di monumenti che hanno dato dignità e decoro alla città, cercando di indagare in statue e rilievi, ma anche nelle citazioni letterarie, tratte dai testi e da pavimenti e pareti musive. Agnello nel IX secolo si è posto tra gli altri anche questo obiettivo e gli archeologi oggi, con progetti supportati culturalmente ed economicamente, stanno cercando di ricostruire gli scenari descritti, restituendo voce e sforzandosi di motivare le recenti scoperte anche attraverso l’analisi attenta delle antiche testimonianze. L’immagine che si presenta e anche questo breve saggio si auspica di alimentare è quella di una città in fermento: in età romana e ancora tardo antica il suo porto, Classe, ha rappresentato uno dei poli più vitali dell’Adriatico anche in considerazione del ruolo di “sedes regia”. Oggi si evince il dinamismo di una realtà impegnata nel recupero e nella valorizzazione della propria memoria storica, modello culturale esemplare per la promozione storico-artistica dell’Adriatico e, con ambizione, dell’intera nostra penisola.
Ravenna tardoantica: il Liber pontificalis ecclesiae ravennatis e le recenti scoperte archeologiche
Gritti, Elena
2012-01-01
Abstract
L’articolo è dedicato all’interpretazione di alcuni passi del noto testo medievale di ambito ravennate intitolato “Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis”, di Andrea Agnello (IX secolo), ritenuto da molti studiosi proto-storico della realtà cittadina. Si è cercato di fornire una lettura comparata tra fonte letteraria e scoperte archeologiche, in adesione con la recente metodologia archeologica sempre più coinvolta nella comprensione dei lineamenti costituenti del passaggio dall’antichità al Medioevo, sotto il profilo monumentale –urbanistico, di una città che è stata un centro vitale di scambi sociali, culturali ed economici nella tardo antichità: Ravenna. Il caso di studio che si è preso in esame ha riguardato quattro specifiche realtà architettoniche: la cinta muraria, il palazzo di Teoderico, le basiliche di S. Severo e Petriana. Uno studioso di storia dell’arte come Carlo Bertelli ci ha ricordato tempo fa che si può cogliere molto di Ravenna per via indiretta di monumenti che hanno dato dignità e decoro alla città, cercando di indagare in statue e rilievi, ma anche nelle citazioni letterarie, tratte dai testi e da pavimenti e pareti musive. Agnello nel IX secolo si è posto tra gli altri anche questo obiettivo e gli archeologi oggi, con progetti supportati culturalmente ed economicamente, stanno cercando di ricostruire gli scenari descritti, restituendo voce e sforzandosi di motivare le recenti scoperte anche attraverso l’analisi attenta delle antiche testimonianze. L’immagine che si presenta e anche questo breve saggio si auspica di alimentare è quella di una città in fermento: in età romana e ancora tardo antica il suo porto, Classe, ha rappresentato uno dei poli più vitali dell’Adriatico anche in considerazione del ruolo di “sedes regia”. Oggi si evince il dinamismo di una realtà impegnata nel recupero e nella valorizzazione della propria memoria storica, modello culturale esemplare per la promozione storico-artistica dell’Adriatico e, con ambizione, dell’intera nostra penisola.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.