Sono partita per andare nel Punjab del Pakistan con il desiderio di tornare con nuovi saperi utili a rinnovare l’incontro con le molte donne e famiglie pakistane che incontro nelle scuole, nei servizi sociali, nelle comunità e nelle case. Grazie alla presenza complice del mio accompagnatore, mediatore culturale, ho immaginato che il viaggio potesse aiutarmi a comprendere meglio il mondo della loro origine. Costruendo un itinerario che offrisse un arricchimento del mio sguardo, attraverso gli incontri nei villaggi tradizionali come nelle metropoli, all’Università del Punjab come nei Women Crisis Centres di Lahore, la mia esperienza è divenuta via via sempre più ricca e complessa. Ma grazie al partire da sé, da quel continuo essere interpellata sul “chi sono io”, in un farsi e disfarsi della mia identità di genere, di ruolo familiare, della mia posizione di donna occidentale e di ricercatrice e dall’azione congiunta di Mediazione Culturale come ricerca di strategie interattive, traduzioni linguistiche e mediazioni relazionali indispensabili per facilitare la conoscenza è emersa la narrazione scritta di come ho incontrato il Pakistan. Un viaggio di formazione in età adulta, un percorso di ricerca in cui il viaggio stesso ne è diventato il campo, in grado di emozionare, perturbare e nel contempo creare nuovi saperi, visioni e punti di vista su di Me, su di Noi e sugli Altri e le Altre.
Lo sguardo dietro.Nel Punjab del Pakistan
SOLDATI, Maria
2012-01-01
Abstract
Sono partita per andare nel Punjab del Pakistan con il desiderio di tornare con nuovi saperi utili a rinnovare l’incontro con le molte donne e famiglie pakistane che incontro nelle scuole, nei servizi sociali, nelle comunità e nelle case. Grazie alla presenza complice del mio accompagnatore, mediatore culturale, ho immaginato che il viaggio potesse aiutarmi a comprendere meglio il mondo della loro origine. Costruendo un itinerario che offrisse un arricchimento del mio sguardo, attraverso gli incontri nei villaggi tradizionali come nelle metropoli, all’Università del Punjab come nei Women Crisis Centres di Lahore, la mia esperienza è divenuta via via sempre più ricca e complessa. Ma grazie al partire da sé, da quel continuo essere interpellata sul “chi sono io”, in un farsi e disfarsi della mia identità di genere, di ruolo familiare, della mia posizione di donna occidentale e di ricercatrice e dall’azione congiunta di Mediazione Culturale come ricerca di strategie interattive, traduzioni linguistiche e mediazioni relazionali indispensabili per facilitare la conoscenza è emersa la narrazione scritta di come ho incontrato il Pakistan. Un viaggio di formazione in età adulta, un percorso di ricerca in cui il viaggio stesso ne è diventato il campo, in grado di emozionare, perturbare e nel contempo creare nuovi saperi, visioni e punti di vista su di Me, su di Noi e sugli Altri e le Altre.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.