Tutti i settori si stanno globalizzando: la dimensione globale è diventata propria anche per aree dell’economia e per imprese un tempo solo nazionali o al più continentali; è accaduto per l’elettronica di consumo, per automobili e motociclette, per abbigliamento di marca, perfino per bevande e prodotti alimentari, una volta considerati fra i beni che con maggiori difficoltà potevano distaccarsi dai mercati nazionali di riferimento. Ed è proprio a queste ultime che qui rivolgiamo la nostra attenzione. Affrontare il mercato globale significa essere consapevoli che le condizioni di sopravvivenza e sviluppo delle imprese passano attraverso il fatto che il cliente odierno chiede livelli sempre più alti di prestazione ai suoi fornitori, in particolare con riferimento al servizio di consegna.Ne consegue che le imprese devono riconoscere le esigenze di servizio dei diversi segmenti serviti e ristrutturare i loro processi logistici per coprire quelle esigenze. Una differenziazione basata su un migliore servizio al cliente offre la possibilità di eliminare la competizione basata sul prezzo.Ecco perché la logistica è divenuta il vero fattore di successo e di creazione di valore per il cliente. Un’impresa che riconoscesse validità alla considerazioni sin qui fatte non potrebbe che interrogarsi per capire come migliorare e ottimizzare i propri processi logistici, in termini non solo di servizio aziendale interno, ma anche in una prospettiva di coordinamento e collaborazione con i propri fornitori. La gestione della catena di fornitura (o Supply Chain Management) appare allora strumento imprescindibile per la competizione globale. Per realizzarla bisogna in primo luogo ricostruire la sequenza delle operazioni che partendo dalla materia prima permettono di consegnare al cliente finale il prodotto (o servizio o proposta di valore o soluzione). Ecco perché abbiamo pensato che se si vuol comprendere appieno le prospettive logistiche di un comparto appare prima necessario ricostruire la filiera. Nel prosieguo spieghiamo bene perché la filiera sia lo strumento più adeguato a ricostruire i complessi processi logistici che investono un settore o un comparto. Attraverso di essi sarà possibile al ricercatore o all’imprenditore definire i flussi fisici che si sviluppano nell’attività, conoscerne l’entità fisica ed il valore, sicché ne risulterà altresì definito il limite di sviluppo. I supporti sui quali infatti vengono movimentati i flussi fisici (infrastrutture, mezzi di trasporto, ecc.) sono per definizione scarsi ed hanno un limite al quale la loro capacità produttiva si esaurisce. Conoscere pertanto i flussi fisici di un area o sistema locale significa anche comprendere se quell’area o sistema potranno ulteriormente svilupparsi in futuro. Oppure, ma è il risvolto della stessa medaglia, permetterà di comprendere dove e quanto si dovrebbe investire (anche con denaro pubblico) per alzare il limite dello sviluppo. In questa sede non riusciremo a rispondere all’interrogativo proposto. Ne sviluppiamo tuttavia la necessaria premessa, dettata dalla analisi delle filiere del sistema agro-alimentare che interessano l’area veronese. Analizzeremo poi i flussi complessivi (in valore) che interessano i rapporti con l’estero di siffatto sistema e che, evidentemente, non esauriscono la dimensione del flusso stesso (per conoscere il quale è necessario ricostruire pure i flussi interni). Ciononostante è nostro obiettivo ricavare da tali analisi adeguate informazioni anche in ordine alle priorità di intervento (in particolare pubblico) a supporto delle attività logistiche delle imprese operanti nell’area veronese.

Il settore agroalimentare veronese in una prospettiva logistica.

BORGHESI, Antonio;RUSSO, IVAN
2004-01-01

Abstract

Tutti i settori si stanno globalizzando: la dimensione globale è diventata propria anche per aree dell’economia e per imprese un tempo solo nazionali o al più continentali; è accaduto per l’elettronica di consumo, per automobili e motociclette, per abbigliamento di marca, perfino per bevande e prodotti alimentari, una volta considerati fra i beni che con maggiori difficoltà potevano distaccarsi dai mercati nazionali di riferimento. Ed è proprio a queste ultime che qui rivolgiamo la nostra attenzione. Affrontare il mercato globale significa essere consapevoli che le condizioni di sopravvivenza e sviluppo delle imprese passano attraverso il fatto che il cliente odierno chiede livelli sempre più alti di prestazione ai suoi fornitori, in particolare con riferimento al servizio di consegna.Ne consegue che le imprese devono riconoscere le esigenze di servizio dei diversi segmenti serviti e ristrutturare i loro processi logistici per coprire quelle esigenze. Una differenziazione basata su un migliore servizio al cliente offre la possibilità di eliminare la competizione basata sul prezzo.Ecco perché la logistica è divenuta il vero fattore di successo e di creazione di valore per il cliente. Un’impresa che riconoscesse validità alla considerazioni sin qui fatte non potrebbe che interrogarsi per capire come migliorare e ottimizzare i propri processi logistici, in termini non solo di servizio aziendale interno, ma anche in una prospettiva di coordinamento e collaborazione con i propri fornitori. La gestione della catena di fornitura (o Supply Chain Management) appare allora strumento imprescindibile per la competizione globale. Per realizzarla bisogna in primo luogo ricostruire la sequenza delle operazioni che partendo dalla materia prima permettono di consegnare al cliente finale il prodotto (o servizio o proposta di valore o soluzione). Ecco perché abbiamo pensato che se si vuol comprendere appieno le prospettive logistiche di un comparto appare prima necessario ricostruire la filiera. Nel prosieguo spieghiamo bene perché la filiera sia lo strumento più adeguato a ricostruire i complessi processi logistici che investono un settore o un comparto. Attraverso di essi sarà possibile al ricercatore o all’imprenditore definire i flussi fisici che si sviluppano nell’attività, conoscerne l’entità fisica ed il valore, sicché ne risulterà altresì definito il limite di sviluppo. I supporti sui quali infatti vengono movimentati i flussi fisici (infrastrutture, mezzi di trasporto, ecc.) sono per definizione scarsi ed hanno un limite al quale la loro capacità produttiva si esaurisce. Conoscere pertanto i flussi fisici di un area o sistema locale significa anche comprendere se quell’area o sistema potranno ulteriormente svilupparsi in futuro. Oppure, ma è il risvolto della stessa medaglia, permetterà di comprendere dove e quanto si dovrebbe investire (anche con denaro pubblico) per alzare il limite dello sviluppo. In questa sede non riusciremo a rispondere all’interrogativo proposto. Ne sviluppiamo tuttavia la necessaria premessa, dettata dalla analisi delle filiere del sistema agro-alimentare che interessano l’area veronese. Analizzeremo poi i flussi complessivi (in valore) che interessano i rapporti con l’estero di siffatto sistema e che, evidentemente, non esauriscono la dimensione del flusso stesso (per conoscere il quale è necessario ricostruire pure i flussi interni). Ciononostante è nostro obiettivo ricavare da tali analisi adeguate informazioni anche in ordine alle priorità di intervento (in particolare pubblico) a supporto delle attività logistiche delle imprese operanti nell’area veronese.
2004
Logistica
supply chain
logistica agro alimentare
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