Il Quintetto op. 57 di uno dei grandi compositori del Novecento viene proposto come esempio di invito al dialogo culturale e alla tolleranza: in esso un certo eclettismo diviene espressione di una forma di coerenza, quella del costante invito al dialogo culturale nella diversità. Nello stesso tempo vi si esprime un concetto di dignità umana che può manifestarsi anche attraverso lo spirito malinconico, come già aveva sostenuto, quasi due secoli prima, Immanuel Kant nelle sue “Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime”.
Titolo: | Sciostakovich e il Quintetto op. 57 | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 1995 | |
Rivista: | ||
Abstract: | Il Quintetto op. 57 di uno dei grandi compositori del Novecento viene proposto come esempio di invito al dialogo culturale e alla tolleranza: in esso un certo eclettismo diviene espressione di una forma di coerenza, quella del costante invito al dialogo culturale nella diversità. Nello stesso tempo vi si esprime un concetto di dignità umana che può manifestarsi anche attraverso lo spirito malinconico, come già aveva sostenuto, quasi due secoli prima, Immanuel Kant nelle sue “Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime”. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11562/431882 | |
Appare nelle tipologie: | 01.01 Articolo in Rivista |
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.