Il problema della lingua, molto vivo nei primi decenni del XX sec., ha avuto un grande influsso anche sulla formazione della lingua della pubblicità e dei nomi dei prodotti in direzione del purismo linguistico, opponendosi o limitando l’ingresso di materiale lessicale straniero, a dispetto delle forti tendenze nella società ad usare forestierismi come simbolo di prestigio sociale. Dall’altra parte se è vero che la lingua della pubblicità rimane comunque, secondo quanto diceva Medici (1996), indipendente dalla specifica tecnica di denominazione del prodotto merceologico, essa funge da specchio dei mutamenti nella lingua nazionale. A partire dagli anni Cinquanta, la pubblicità, attraverso il nome del prodotto, il testo commerciale e lo slogan come strumento veicolatore dei marchionimi, ha a disposizione nuovi canali di trasmissione e viene rivestita della funzione di diffondere, in una compagine di Italia dialettale, la varietà dell’italiano standard parlato. Radio e televisione fungevano dunque come mezzi ufficiali di unificazione linguistica, di diffusione di vari registri linguistici, di uniformità di pronuncia e di usi sintattici. La storia della lingua della pubblicità in Italia ci attesta che le denominazioni dei prodotti pubblicizzati sottostanno coerentemente alle esigenza di “italianità”, a partire dalle ordinanze sulle insegne con nomi stranieri del 1874 - quali testimonianza di una “consapevole politica culturale del governo italico” nei primi anni dell’Italia unita (Raffaelli 1983) per arrivare alle libertà del Very Italian food dei nostri giorni.

I nomi commerciali a cavallo di due secoli: continuità e innovazione

COTTICELLI, Paola
2012-01-01

Abstract

Il problema della lingua, molto vivo nei primi decenni del XX sec., ha avuto un grande influsso anche sulla formazione della lingua della pubblicità e dei nomi dei prodotti in direzione del purismo linguistico, opponendosi o limitando l’ingresso di materiale lessicale straniero, a dispetto delle forti tendenze nella società ad usare forestierismi come simbolo di prestigio sociale. Dall’altra parte se è vero che la lingua della pubblicità rimane comunque, secondo quanto diceva Medici (1996), indipendente dalla specifica tecnica di denominazione del prodotto merceologico, essa funge da specchio dei mutamenti nella lingua nazionale. A partire dagli anni Cinquanta, la pubblicità, attraverso il nome del prodotto, il testo commerciale e lo slogan come strumento veicolatore dei marchionimi, ha a disposizione nuovi canali di trasmissione e viene rivestita della funzione di diffondere, in una compagine di Italia dialettale, la varietà dell’italiano standard parlato. Radio e televisione fungevano dunque come mezzi ufficiali di unificazione linguistica, di diffusione di vari registri linguistici, di uniformità di pronuncia e di usi sintattici. La storia della lingua della pubblicità in Italia ci attesta che le denominazioni dei prodotti pubblicizzati sottostanno coerentemente alle esigenza di “italianità”, a partire dalle ordinanze sulle insegne con nomi stranieri del 1874 - quali testimonianza di una “consapevole politica culturale del governo italico” nei primi anni dell’Italia unita (Raffaelli 1983) per arrivare alle libertà del Very Italian food dei nostri giorni.
2012
marchionimi; storia della lingua italiana; morfologia; neoformazioni; ibridi
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