La pratica della correzione fonetica nella didattica dell’apprendimento/ insegnamento delle lingue straniere ha un riscontro sempre più importante nell’ambito della didattica dell’apprendimento/ insegnamento delle lingue straniere considerata in chiave acustica e psicosociolinguistica. Ogni individuo, dopo i primi mesi di vita in cui percepisce la maggior parte delle variazioni di frequenze, struttura e sintetizza, per mezzo delle interazioni sociali, i suoni pertinenti per comunicare nella lingua madre. Contemporaneamente comincia ad interpretare le frequenze meno sollecitate a seconda del contesto per attribuire loro un significato in lingua madre. Dimostra progressivamente una relativa sordità alle caratteristiche fonologiche pertinenti per la comunicazione in lingua straniera. Nello studio di una lingua straniera, l’adulto tende a svolgere un’analisi di ogni elemento sonoro percepito in base alle sue conoscenze in lingua madre, al fine di pervenire al significato degli enunciati. Egli trasforma in questo modo l’attività cognitiva di basso livello in un’attività conscia, lasciando in secondo piano il fine comunicativo del messaggio percepito. La “rieducazione” fonetica, che favorisce la percezione delle frequenze dei fonemi stranieri, risulta quindi necessaria per accedere ad una pronuncia comunicativamente efficace in lingua straniera. L’insegnamento ad adulti della pronuncia e della competenza di comunicazione orale in lingua straniera deve pertanto essere eseguito da un’insegnante madre-lingua, formato non solo nel campo della glottodidattica, ma anche in quello della fonetica acustica e correttiva. Il professore deve conoscere le caratteristiche acustiche dei tratti prosodici e fonici della propria lingua materna, nonché saper individuare e analizzare le modificazioni prodotte dallo studente, in modo da potergli proporre un modello ottimale di enunciato in cui percepirà la pertinenza della differenza tra le due lingue. In una prima parte della formazione in lingua straniera, un periodo di tempo va dedicato ad un’attività di correzione fonetica basata sulla ripetizione di enunciati che compongono un dialogo. Gli enunciati sono proposti in un contesto per favorire sia la discriminazione e la produzione fonica di elementi non isolati, sia l’automatizzazione di una pronuncia corretta in una situazione di comunicazione semi-autentica che agevola una comunicazione spontanea a lungo termine. L’impatto dell’attività di ripetizione sulla pronuncia in lingua straniera è stato osservato presso adulti italiani dialettofoni e non, per mezzo di una sperimentazione basata sulla ripetizione di 44 enunciati percepiti oralmente in lingua francese. Lo studio strumentale e uditivo della riproduzione eseguita da sessanta adulti padovani e napoletani ha portato a due livelli di osservazione. A livello fonetico ha permesso di individuare indizi che rivelano la presenza e la tipologia di variazioni foniche sia comuni ai due gruppi sia di influenza più regionale. A livello didattico è stato possibile evidenziare gli effetti che può avere una fase di ripetizione nel processo di acquisizione di tratti prosodici e fonologici stranieri e nella progressione fonetica di adulti italiani.
L’attività di ripetizione nella progressione fonetica in lingua straniera : il caso di adulti italiani
BOUREUX, Magali Brigitte Yvette Antoinette
2005-01-01
Abstract
La pratica della correzione fonetica nella didattica dell’apprendimento/ insegnamento delle lingue straniere ha un riscontro sempre più importante nell’ambito della didattica dell’apprendimento/ insegnamento delle lingue straniere considerata in chiave acustica e psicosociolinguistica. Ogni individuo, dopo i primi mesi di vita in cui percepisce la maggior parte delle variazioni di frequenze, struttura e sintetizza, per mezzo delle interazioni sociali, i suoni pertinenti per comunicare nella lingua madre. Contemporaneamente comincia ad interpretare le frequenze meno sollecitate a seconda del contesto per attribuire loro un significato in lingua madre. Dimostra progressivamente una relativa sordità alle caratteristiche fonologiche pertinenti per la comunicazione in lingua straniera. Nello studio di una lingua straniera, l’adulto tende a svolgere un’analisi di ogni elemento sonoro percepito in base alle sue conoscenze in lingua madre, al fine di pervenire al significato degli enunciati. Egli trasforma in questo modo l’attività cognitiva di basso livello in un’attività conscia, lasciando in secondo piano il fine comunicativo del messaggio percepito. La “rieducazione” fonetica, che favorisce la percezione delle frequenze dei fonemi stranieri, risulta quindi necessaria per accedere ad una pronuncia comunicativamente efficace in lingua straniera. L’insegnamento ad adulti della pronuncia e della competenza di comunicazione orale in lingua straniera deve pertanto essere eseguito da un’insegnante madre-lingua, formato non solo nel campo della glottodidattica, ma anche in quello della fonetica acustica e correttiva. Il professore deve conoscere le caratteristiche acustiche dei tratti prosodici e fonici della propria lingua materna, nonché saper individuare e analizzare le modificazioni prodotte dallo studente, in modo da potergli proporre un modello ottimale di enunciato in cui percepirà la pertinenza della differenza tra le due lingue. In una prima parte della formazione in lingua straniera, un periodo di tempo va dedicato ad un’attività di correzione fonetica basata sulla ripetizione di enunciati che compongono un dialogo. Gli enunciati sono proposti in un contesto per favorire sia la discriminazione e la produzione fonica di elementi non isolati, sia l’automatizzazione di una pronuncia corretta in una situazione di comunicazione semi-autentica che agevola una comunicazione spontanea a lungo termine. L’impatto dell’attività di ripetizione sulla pronuncia in lingua straniera è stato osservato presso adulti italiani dialettofoni e non, per mezzo di una sperimentazione basata sulla ripetizione di 44 enunciati percepiti oralmente in lingua francese. Lo studio strumentale e uditivo della riproduzione eseguita da sessanta adulti padovani e napoletani ha portato a due livelli di osservazione. A livello fonetico ha permesso di individuare indizi che rivelano la presenza e la tipologia di variazioni foniche sia comuni ai due gruppi sia di influenza più regionale. A livello didattico è stato possibile evidenziare gli effetti che può avere una fase di ripetizione nel processo di acquisizione di tratti prosodici e fonologici stranieri e nella progressione fonetica di adulti italiani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.