Presentazione e lettura di un articolo in inglese, che Hannah Arendt ha dedicato all’amico Waldemar Gurian pochi mesi dopo la sua morte e ripubblicato poi nella raccolta Men in Dark Times (1968). Waldemar Gurian, nato a San Pietroburgo da famiglia giudaico-armena, visse per più di vent’anni in Germania, convertendosi al cattolicesimo. Si laureò sotto la guida di Max Scheler e frequentò Carl Schmitt. All’avvento del nazismo, si trasferì negli Stati Uniti, dove insegnò Filosofia politica all’università, proseguendo un’intensa attività saggistica e pubblicistica. Nel suo scritto, Hannah Arendt sottolinea, in particolare, l’importanza che ebbe per lui l’amicizia, per persone d’ogni origine e ceto sociale; e la capacità di essere, sempre e realmente, se stesso: di mantenere una sorta di “innocenza” originaria, che lo rendeva goffo e maldestro nel mondo degli oggetti, ma di intensa e piena umanità nei confronti dei conflitti dell’animo umano, di grande vicinanza per le storie vissute di ogni altro, sapendo cogliere l’essenza della persona “dentro” l’opera: un’essenza più grande di ogni azione compiuta.
Waldemar Gurian nel racconto di Hannah Arendt
BARBETTA, Maria Cecilia
2011-01-01
Abstract
Presentazione e lettura di un articolo in inglese, che Hannah Arendt ha dedicato all’amico Waldemar Gurian pochi mesi dopo la sua morte e ripubblicato poi nella raccolta Men in Dark Times (1968). Waldemar Gurian, nato a San Pietroburgo da famiglia giudaico-armena, visse per più di vent’anni in Germania, convertendosi al cattolicesimo. Si laureò sotto la guida di Max Scheler e frequentò Carl Schmitt. All’avvento del nazismo, si trasferì negli Stati Uniti, dove insegnò Filosofia politica all’università, proseguendo un’intensa attività saggistica e pubblicistica. Nel suo scritto, Hannah Arendt sottolinea, in particolare, l’importanza che ebbe per lui l’amicizia, per persone d’ogni origine e ceto sociale; e la capacità di essere, sempre e realmente, se stesso: di mantenere una sorta di “innocenza” originaria, che lo rendeva goffo e maldestro nel mondo degli oggetti, ma di intensa e piena umanità nei confronti dei conflitti dell’animo umano, di grande vicinanza per le storie vissute di ogni altro, sapendo cogliere l’essenza della persona “dentro” l’opera: un’essenza più grande di ogni azione compiuta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.