L’umanità da tempi remoti avverte l’impulso di spingersi verso l’alto: lo sguardo, costretto a cogliere un flusso ininterrotto di immagini, cerca una posizione di distacco per soddisfare la curiosità di scoprire il mondo. Cosa e quanto possiamo osservare giunti alla sommità? L’uomo si è interrogato, ha rappresentato la apoteosi fin dall’antichità: E vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti […] (Aug. Conf. X, 8, 15). Esemplare per riflettere sul simbolismo dell’alto l’epistola sull’ascesa al monte Ventoso di Petrarca (Familiari IV, 1). Il poeta che ha messo in scena un rovesciamento radicale della percezione teologico-medievale introduce nella potenzialità visiva la dimensione della temporalità. Petrarca conquista una meta, forse con la volontà di emulare l’esperienza di grandi personaggi antichi, ma ancor più interessa l’orizzonte che dalla vetta descrive. Il lettore scopre territori che universalmente ci appartengono, si inoltra in un luogo mentale, in cui confluiscono biografia e memoria storica. Ecco dunque spalancarsi sotto di noi una geografia concreta, europea e uno spazio mitologico che è la nostra patria, una terra perduta in cui sono fiorite le lettere e le arti, custode della propria storia. Dall’alto si indaga dunque una duplice dimensione, verso l’interiorità e verso il passato, alla ricerca di una riqualificazione del presente.

Petrarca: dall'alto e oltre il "monte Ventoso"

Gritti, Elena
2011-01-01

Abstract

L’umanità da tempi remoti avverte l’impulso di spingersi verso l’alto: lo sguardo, costretto a cogliere un flusso ininterrotto di immagini, cerca una posizione di distacco per soddisfare la curiosità di scoprire il mondo. Cosa e quanto possiamo osservare giunti alla sommità? L’uomo si è interrogato, ha rappresentato la apoteosi fin dall’antichità: E vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti […] (Aug. Conf. X, 8, 15). Esemplare per riflettere sul simbolismo dell’alto l’epistola sull’ascesa al monte Ventoso di Petrarca (Familiari IV, 1). Il poeta che ha messo in scena un rovesciamento radicale della percezione teologico-medievale introduce nella potenzialità visiva la dimensione della temporalità. Petrarca conquista una meta, forse con la volontà di emulare l’esperienza di grandi personaggi antichi, ma ancor più interessa l’orizzonte che dalla vetta descrive. Il lettore scopre territori che universalmente ci appartengono, si inoltra in un luogo mentale, in cui confluiscono biografia e memoria storica. Ecco dunque spalancarsi sotto di noi una geografia concreta, europea e uno spazio mitologico che è la nostra patria, una terra perduta in cui sono fiorite le lettere e le arti, custode della propria storia. Dall’alto si indaga dunque una duplice dimensione, verso l’interiorità e verso il passato, alla ricerca di una riqualificazione del presente.
2011
Petrarca; prospettive spazio temporali; visioni storiche dall'alto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/387862
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