Quando mi è stato chiesto di scrivere questo capitolo sul Teatro dell'Oppresso (TdO), e mi è stato spiegato il contesto in cui andava collocato, mi sono venute subito alla mente una molteplicità di esperienze e di incontri che grazie al TdO ho potuto fare, e da subito ho intuito che il ripercorrere alcune di queste esperienze poteva essere un modo interessante per introdurre a questa forma di teatro chi avesse voluto conoscerla. E così è stato. Insieme a Sara Nanni e a Giovanna Brondino abbiamo raccolto ed elaborato alcuni materiali con l'obiettivo di accompagnare il lettore piano piano, a volte in modo ridondante, come ridondante può essere a volte il racconto di più vissuti, ma a nostro parere anche entusiasmante, in un viaggio attraverso storie di TdO in Italia e nel mondo. A partire da una breve introduzione sulla metodologia e sulla sua relazione con il teatro classico, abbiamo lasciato poi la parola a Paolo Senor, che da più di vent'anni fa TdO, per un approfondimento sul metodo, sulla sua storia e sul modo in cui esso si interseca con il tema della comunicazione deviata. A seguire, il racconto di come il TdO si sia diffuso nel mondo, in particolare in Pakistan, una realtà in cui davvero si è manifestato come uno strumento di emancipazione e liberazione per quelle persone che in quel paese spesso non hanno diritto di parola. Infine, la condivisione di alcune esperienze fatte in Italia sulle principali tecniche del TdO, ovvero il Teatro Immagine, il Teatro Invisibile e il Teatro Forum, e su temi quali l'immigrazione, il potere manipolatorio delle “armi di distrazione di massa”, e parità, discriminazione e integrazione. A conclusione un'ultima esperienza di contaminazione tra TdO e un'altra forma di teatro sperimentale, ovvero la tecnica palestinese del “passaggio interno”, con il desiderio di testimoniare come il TdO sia una metodologia aperta che contamina, ma che si lascia anche contaminare e così trasformare - senza tuttavia tradire i principi che ne sono a fondamento - dai contesti e dagli incontri che di volta in volta fanno le persone che la usano.

Il Teatro dell'Oppresso

BRONDINO, MARGHERITA;
2011-01-01

Abstract

Quando mi è stato chiesto di scrivere questo capitolo sul Teatro dell'Oppresso (TdO), e mi è stato spiegato il contesto in cui andava collocato, mi sono venute subito alla mente una molteplicità di esperienze e di incontri che grazie al TdO ho potuto fare, e da subito ho intuito che il ripercorrere alcune di queste esperienze poteva essere un modo interessante per introdurre a questa forma di teatro chi avesse voluto conoscerla. E così è stato. Insieme a Sara Nanni e a Giovanna Brondino abbiamo raccolto ed elaborato alcuni materiali con l'obiettivo di accompagnare il lettore piano piano, a volte in modo ridondante, come ridondante può essere a volte il racconto di più vissuti, ma a nostro parere anche entusiasmante, in un viaggio attraverso storie di TdO in Italia e nel mondo. A partire da una breve introduzione sulla metodologia e sulla sua relazione con il teatro classico, abbiamo lasciato poi la parola a Paolo Senor, che da più di vent'anni fa TdO, per un approfondimento sul metodo, sulla sua storia e sul modo in cui esso si interseca con il tema della comunicazione deviata. A seguire, il racconto di come il TdO si sia diffuso nel mondo, in particolare in Pakistan, una realtà in cui davvero si è manifestato come uno strumento di emancipazione e liberazione per quelle persone che in quel paese spesso non hanno diritto di parola. Infine, la condivisione di alcune esperienze fatte in Italia sulle principali tecniche del TdO, ovvero il Teatro Immagine, il Teatro Invisibile e il Teatro Forum, e su temi quali l'immigrazione, il potere manipolatorio delle “armi di distrazione di massa”, e parità, discriminazione e integrazione. A conclusione un'ultima esperienza di contaminazione tra TdO e un'altra forma di teatro sperimentale, ovvero la tecnica palestinese del “passaggio interno”, con il desiderio di testimoniare come il TdO sia una metodologia aperta che contamina, ma che si lascia anche contaminare e così trasformare - senza tuttavia tradire i principi che ne sono a fondamento - dai contesti e dagli incontri che di volta in volta fanno le persone che la usano.
2011
9788895399638
Formazione; Teatro sociale; Teatro dell'Oppresso; Multiculturalità; Partecipazione
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