Si analizza la fattispecie di indebita utilizzazione di fotografie di prodotti di altre imprese, oggetto di divergenti qualificazioni in dottrina e in giurisprudenza. Tale ipotesi è ricondotta con una certa frequenza a tutte e tre le fattispecie di concorrenza sleale previste dall’art. 2598 c.c., e quindi sia alle due fattispecie specifiche che a quella generale. Si ritiene, tuttavia, opportuno procedere ad un più preciso inquadramento, e si esclude, in termini generali, che una stessa condotta possa integrare, al tempo stesso, più fattispecie di concorrenza sleale. Vi è, infatti, la necessità, di origine sistematica, di distinguere le due fattispecie tipiche, non applicandole contestualmente; e la presenza di una delle fattispecie tipiche renderebbe, di per sé, integrati i requisiti di configurabilità della fattispecie atipica (idoneità di danno e scorrettezza professionale). Questo non esclude che la qualificazione dell’illecito concorrenziale possa variare a seconda del soggetto che agisce per chiedere tutela (in particolare, l’impresa titolare del pregio oggetto di indebita appropriazione potrebbe invocare l’art. 2598, n. 2, rimanendo, invece, esperibile l’azione generale per mendacio concorrenziale (art. 2598, n. 3) da parte di qualsiasi altro concorrente).

Appropriazione di referenze descrittive e concorrenza sleale.

BUTTURINI, Paolo
2011-01-01

Abstract

Si analizza la fattispecie di indebita utilizzazione di fotografie di prodotti di altre imprese, oggetto di divergenti qualificazioni in dottrina e in giurisprudenza. Tale ipotesi è ricondotta con una certa frequenza a tutte e tre le fattispecie di concorrenza sleale previste dall’art. 2598 c.c., e quindi sia alle due fattispecie specifiche che a quella generale. Si ritiene, tuttavia, opportuno procedere ad un più preciso inquadramento, e si esclude, in termini generali, che una stessa condotta possa integrare, al tempo stesso, più fattispecie di concorrenza sleale. Vi è, infatti, la necessità, di origine sistematica, di distinguere le due fattispecie tipiche, non applicandole contestualmente; e la presenza di una delle fattispecie tipiche renderebbe, di per sé, integrati i requisiti di configurabilità della fattispecie atipica (idoneità di danno e scorrettezza professionale). Questo non esclude che la qualificazione dell’illecito concorrenziale possa variare a seconda del soggetto che agisce per chiedere tutela (in particolare, l’impresa titolare del pregio oggetto di indebita appropriazione potrebbe invocare l’art. 2598, n. 2, rimanendo, invece, esperibile l’azione generale per mendacio concorrenziale (art. 2598, n. 3) da parte di qualsiasi altro concorrente).
2011
concorrenza sleale; referenze descrittive; appropriazione
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/382413
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact