Il presente lavoro affronta le pratiche di comunicazione digitalmente mediata di un gruppo di adolescenti di origine straniera che vivono in una grande città italiana (Milano), in Italia almeno dalla frequentazione della scuola secondaria inferiore. Il campione è composto da 20 soggetti (10 maschi e 10 femmine) di età compresa fra i 15 e i 19 anni, studenti di istituti tecnici. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e la tecnica del virtual shadowing. L'articolo si focalizza sulla qualità dell’esperienza soggettiva degli adolescenti approfondendo il ruolo che tali artefatti svolgono nel mediare processi di adattamento e di costruzione di identità in senso transculturale. I dispositivi digitali, se rappresentano interfacce globali che utilizzano linguaggi condivisi tra le diverse culture, contemporaneamente si propongono come contenitori e trasmettitori di significati plurimi, ma specifici di universi culturali divergenti, che attraverso questi stessi dispositivi possono venire condivisi in tempo reale. Dai dati emerge che adolescenti di origine migrante, più sensibili e più sollecitati dalla variabilità culturale, si relazionano alle nuove tecnologie e alle loro interfacce materiali delineando modalità di utilizzo, di attribuzione di valenze simboliche, in parte analoghe, in parte differenti rispetto ai coetanei italiani e alla generazione dei genitori. Muovendosi nell'ambito della flow theory si è voluto differenziare la qualità dell'esperienza soggettiva che i singoli sperimentano nell’utilizzo di internet e del cellulare, cercando di identificare situazioni di benessere e/o di sviluppo di competenze creative. Inoltre, è stato approfondito come l’uso di questi strumenti di comunicazione permette ai ragazzi di “seconda generazione” di sviluppare strategie specifiche di composizione e ricomposizione delle differenze culturali e la definizione di appartenenze identitarie molteplici.

Nuove pratiche di comunicazione e processi psicosociali di costruzione dell’identità negli adolescenti transculturali.

DE CORDOVA, Federica
2009-01-01

Abstract

Il presente lavoro affronta le pratiche di comunicazione digitalmente mediata di un gruppo di adolescenti di origine straniera che vivono in una grande città italiana (Milano), in Italia almeno dalla frequentazione della scuola secondaria inferiore. Il campione è composto da 20 soggetti (10 maschi e 10 femmine) di età compresa fra i 15 e i 19 anni, studenti di istituti tecnici. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e la tecnica del virtual shadowing. L'articolo si focalizza sulla qualità dell’esperienza soggettiva degli adolescenti approfondendo il ruolo che tali artefatti svolgono nel mediare processi di adattamento e di costruzione di identità in senso transculturale. I dispositivi digitali, se rappresentano interfacce globali che utilizzano linguaggi condivisi tra le diverse culture, contemporaneamente si propongono come contenitori e trasmettitori di significati plurimi, ma specifici di universi culturali divergenti, che attraverso questi stessi dispositivi possono venire condivisi in tempo reale. Dai dati emerge che adolescenti di origine migrante, più sensibili e più sollecitati dalla variabilità culturale, si relazionano alle nuove tecnologie e alle loro interfacce materiali delineando modalità di utilizzo, di attribuzione di valenze simboliche, in parte analoghe, in parte differenti rispetto ai coetanei italiani e alla generazione dei genitori. Muovendosi nell'ambito della flow theory si è voluto differenziare la qualità dell'esperienza soggettiva che i singoli sperimentano nell’utilizzo di internet e del cellulare, cercando di identificare situazioni di benessere e/o di sviluppo di competenze creative. Inoltre, è stato approfondito come l’uso di questi strumenti di comunicazione permette ai ragazzi di “seconda generazione” di sviluppare strategie specifiche di composizione e ricomposizione delle differenze culturali e la definizione di appartenenze identitarie molteplici.
2009
seconde generazioni; adattamento culturale; new media; subjective well being
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