Sin dal diritto romano il fine principale della dote era quello di contribuire alla crescita di una nuova famiglia. Per questa ragione, la proprietà della dote non era né della donna che la portava in matrimonio, né del marito, che aveva il compito di amministrarla, ma della coppia. Tale considerazione vale se riflettiamo sulla dote in rapporto al matrimonio, ma essa assume un diverso valore, che ne amplia le finalità, se si relaziona alla donna nubile, alla coppia, alla famiglia maritale, alla vedova, alla donna separata o alla famiglia della donna. Per comprendere i diversi significati ed usi dell'istituto dotale sono state esaminate delle cause processuali dibattute davanti al tribunale pretorile della città di Trento nel Settecento. Questi contenziosi restituiscono l'immagine di donne consapevoli dei propri diritti che agivano in prima persona in tribunale per ottenere la restituzione della dote, un'azione questa che consentiva alle mogli separate e alle vedove di diventarne così proprietarie. Appare, inoltre, evidente che i beni dotali erano sottoposti a numerosi vincoli giuridici, che li tutelavano da dilapidazioni ed espropri.

Doti contese, doti restituite nella Trento del Settecento

GARBELLOTTI, Marina
2010-01-01

Abstract

Sin dal diritto romano il fine principale della dote era quello di contribuire alla crescita di una nuova famiglia. Per questa ragione, la proprietà della dote non era né della donna che la portava in matrimonio, né del marito, che aveva il compito di amministrarla, ma della coppia. Tale considerazione vale se riflettiamo sulla dote in rapporto al matrimonio, ma essa assume un diverso valore, che ne amplia le finalità, se si relaziona alla donna nubile, alla coppia, alla famiglia maritale, alla vedova, alla donna separata o alla famiglia della donna. Per comprendere i diversi significati ed usi dell'istituto dotale sono state esaminate delle cause processuali dibattute davanti al tribunale pretorile della città di Trento nel Settecento. Questi contenziosi restituiscono l'immagine di donne consapevoli dei propri diritti che agivano in prima persona in tribunale per ottenere la restituzione della dote, un'azione questa che consentiva alle mogli separate e alle vedove di diventarne così proprietarie. Appare, inoltre, evidente che i beni dotali erano sottoposti a numerosi vincoli giuridici, che li tutelavano da dilapidazioni ed espropri.
2010
dote; restituzione dotale; età moderna; processo civile
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