Nel campus della Seoul National University, nella settimana compresa tra il 30 luglio e il 5 agosto 2008, oltre duemila partecipanti provenienti da quasi cento paesi hanno discusso di filosofia in 229 sezioni nel quadro del 22° Congresso internazionale di filosofia. Rethinking Philosophy Today – “Ripensare la filosofia”, il titolo del Congresso, che sul programma appare in inglese, coreano, francese, tedesco, russo, spagnolo e cinese (peccato per il portoghese e l’italiano) e che per certi versi rinvia a una dimensione altamente speculativa, la noêsis noêseôs, il pensiero di pensiero di Metafisica Lambda, per altri a un’altra orgogliosamente eraclitea: ripensare la filosofia equivale infatti a ripensare il pensiero, ossia a far scorrere ciò che per natura scorre. Si potrebbe ritenere di trovarsi di fronte, come già nel caso di Istanbul 2003, a un obiettivo nobile e fortemente impegnato: ripensare la natura, i ruoli e le responsabilità della filosofia e dei filosofi nell’età della globalizzazione per individuare problemi, conflitti, iniquità e ingiustizie legati allo sviluppo di una civiltà ormai planetaria, multiculturale e tecno-scientifica. Ma la scelta di un titolo così generale è nata anche dalla ricerca di un complesso equilibrio tra esigenza di integrare tradizioni di pensiero eterogenee, richieste di un sempre maggior impegno della ricerca filosofica e necessaria salvaguardia della sua specificità storica e concettuale. A prima vista, il divario tra filosofi continentali e analitici continua a farsi sentire: basti pensare alla stessa Corea del Sud, nella quale una nuova generazione di professori educata nell’America del Nord su temi di filosofia analitica si contrappone (provocando rivolgimenti di grande momento nei vari comitati) a una generazione più matura, educata in Europa nella tradizione della filosofia idealistica e fenomenologica. Quest’opposizione tuttavia perde rilievo, e su scala internazionale sembra destinata a sfumare, laddove si esamini il senso del Congresso di Seul dal punto di vista di un campo disciplinare che conosce la crescita forse maggiore nel panorama internazionale, ossia gli studi comparatistici. Qui, è possibile osservare gli sviluppi dei principali approcci teoretici proiettandone le tematiche su di una scala globale e dando conto dell’interazione, variabile secondo le regioni geo-culturali, tra filosofia e altre forme di spiritualità. Così, la dialettica tra universalismo e essenzialità culturali appare il campo di battaglia in cui nuovi universalismi, come nel caso del pensiero cinese e in particolare di alcune correnti neo-confuciane, divengono il veicolo con cui si cerca di immettere tradizioni culturali fortemente radicate entro un reticolo categoriale proprio della filosofia occidentale: ma con cui, allo stesso tempo, viene costruita la compatibilità e l’integrabilità concettuale di tradizioni teoriche e culturali spesso considerate come estranee o comunque distanti. Che il congresso mondiale si sia riunito per la prima volta in Estremo Oriente, dando agli studiosi asiatici la possibilità di partecipare in numero preponderante ai lavori del Congresso, ha rappresentato del resto un modo per riflettere criticamente sul retroterra culturale, le tradizioni filosofiche, le interpretazioni e le identità della realtà asiatica, aprendo la strada (come ha ricordato il presidente del comitato organizzatore, Myung-Hyun Lee) a una migliore conoscenza e a una più efficace integrazione tra le prospettive dell’Oriente e dell’Occidente. È questo uno dei punti più qualificanti del Congresso coreano, che si annuncia ricco di sviluppi per gli anni a venire e in grado di divenire in breve tempo uno dei principali piani del dibattito teorico internazionale. Alla migliore consapevolezza delle principali tendenze teoriche presenti sulla scena filosofica mondiale, e all’importanza che rivestono per ciascuna comunità filosofica, mira del resto anche l’iniziativa di un Rapporto internazionale sullo stato della ricerca filosofica coordinata dall’International Council for Philosophy and Humanistic Studies in collaborazione con l’Unesco.

Rethinking Philosophy Today

POZZO, Riccardo;
2009-01-01

Abstract

Nel campus della Seoul National University, nella settimana compresa tra il 30 luglio e il 5 agosto 2008, oltre duemila partecipanti provenienti da quasi cento paesi hanno discusso di filosofia in 229 sezioni nel quadro del 22° Congresso internazionale di filosofia. Rethinking Philosophy Today – “Ripensare la filosofia”, il titolo del Congresso, che sul programma appare in inglese, coreano, francese, tedesco, russo, spagnolo e cinese (peccato per il portoghese e l’italiano) e che per certi versi rinvia a una dimensione altamente speculativa, la noêsis noêseôs, il pensiero di pensiero di Metafisica Lambda, per altri a un’altra orgogliosamente eraclitea: ripensare la filosofia equivale infatti a ripensare il pensiero, ossia a far scorrere ciò che per natura scorre. Si potrebbe ritenere di trovarsi di fronte, come già nel caso di Istanbul 2003, a un obiettivo nobile e fortemente impegnato: ripensare la natura, i ruoli e le responsabilità della filosofia e dei filosofi nell’età della globalizzazione per individuare problemi, conflitti, iniquità e ingiustizie legati allo sviluppo di una civiltà ormai planetaria, multiculturale e tecno-scientifica. Ma la scelta di un titolo così generale è nata anche dalla ricerca di un complesso equilibrio tra esigenza di integrare tradizioni di pensiero eterogenee, richieste di un sempre maggior impegno della ricerca filosofica e necessaria salvaguardia della sua specificità storica e concettuale. A prima vista, il divario tra filosofi continentali e analitici continua a farsi sentire: basti pensare alla stessa Corea del Sud, nella quale una nuova generazione di professori educata nell’America del Nord su temi di filosofia analitica si contrappone (provocando rivolgimenti di grande momento nei vari comitati) a una generazione più matura, educata in Europa nella tradizione della filosofia idealistica e fenomenologica. Quest’opposizione tuttavia perde rilievo, e su scala internazionale sembra destinata a sfumare, laddove si esamini il senso del Congresso di Seul dal punto di vista di un campo disciplinare che conosce la crescita forse maggiore nel panorama internazionale, ossia gli studi comparatistici. Qui, è possibile osservare gli sviluppi dei principali approcci teoretici proiettandone le tematiche su di una scala globale e dando conto dell’interazione, variabile secondo le regioni geo-culturali, tra filosofia e altre forme di spiritualità. Così, la dialettica tra universalismo e essenzialità culturali appare il campo di battaglia in cui nuovi universalismi, come nel caso del pensiero cinese e in particolare di alcune correnti neo-confuciane, divengono il veicolo con cui si cerca di immettere tradizioni culturali fortemente radicate entro un reticolo categoriale proprio della filosofia occidentale: ma con cui, allo stesso tempo, viene costruita la compatibilità e l’integrabilità concettuale di tradizioni teoriche e culturali spesso considerate come estranee o comunque distanti. Che il congresso mondiale si sia riunito per la prima volta in Estremo Oriente, dando agli studiosi asiatici la possibilità di partecipare in numero preponderante ai lavori del Congresso, ha rappresentato del resto un modo per riflettere criticamente sul retroterra culturale, le tradizioni filosofiche, le interpretazioni e le identità della realtà asiatica, aprendo la strada (come ha ricordato il presidente del comitato organizzatore, Myung-Hyun Lee) a una migliore conoscenza e a una più efficace integrazione tra le prospettive dell’Oriente e dell’Occidente. È questo uno dei punti più qualificanti del Congresso coreano, che si annuncia ricco di sviluppi per gli anni a venire e in grado di divenire in breve tempo uno dei principali piani del dibattito teorico internazionale. Alla migliore consapevolezza delle principali tendenze teoriche presenti sulla scena filosofica mondiale, e all’importanza che rivestono per ciascuna comunità filosofica, mira del resto anche l’iniziativa di un Rapporto internazionale sullo stato della ricerca filosofica coordinata dall’International Council for Philosophy and Humanistic Studies in collaborazione con l’Unesco.
2009
FISP; World Congress of Philosophy; Seul 2008
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/346820
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