Non si tratta, in questo importante repertorio, di enciclopedie, nate a seguito della posizione di un sistema, né di lessici onomastici, volti a informare su vita e opere di singoli autori, ma, per essere il più precisi possibile, di dizionari storici di concetti. In se stesso genere letterario a tutti gli effetti, il dizionario filosofico nasce dall’esigenza di codificare e sistematizzare il lessico filosofico latino dei secoli sedicesimo, diciassettesimo e diciottesimo cercando una via di mediazione tra il lessico latino e quelli degli autori che scelsero di esprimersi anche in vernacolo. Le fonti infatti rivelano un’attenzione costante per la tradizione classico-umanistica e per i dibattiti filosofici e teologici di origine tanto cattolica quanto protestante-riformata. D’altra parte, il ricorso al greco aiuta a introdurre voci neolatine che poi vengono accolte nelle lingue nazionali, si pensi a psychologia e ontologia, introdotte rispettivamente nel 1579 e nel 1606. Eppure, i dizionari filosofici, costituiscono di per sé un rilevante problema filosofico, visto che non solo Daniel Georg Morhof, l’autore del celebre Polyhistor literarius, philosophicus, et practicus (1688-92), li stigmatizzava prendendo a esempio il Seminarium totius philosophiae (1582-85) di Giovanni Battista Bernardi della Mirandola: «Namque in sententiarum congestione saepe nimius est et tautologus, seape etiam deficit […] atque adeo indicis potius alicuius vicem tenet» (p. XXIII). Del resto, lo stesso Rudolf Eucken, il padre della Begriffsgeschichte, non esitava a dichiarare nella sua Geschichte der philosophischen Terminologie (1879), che il Lexicon philosophicus (1613) di Rudolf Goclenius era di nessuna utilità per la storia della terminologia filosofica, visto che per sua natura esso era più diretto alle idee che ai termini filosofici (p. XXV). Ciò non toglie, tuttavia, che in quanto i dizionari filosofici hanno di volta in volta affrontato il problema di come formalizzare un linguaggio tecnico su un livello che tenga conto sia della storia della lingua che di quella della filosofia, essi si rivelano, oggi, un indispensabile supporto per la storia delle idee, ovvero per dirla in inglese, per quella parte della intellectual history che si dedica esclusivamente alla storia del discorso filosofico. Qui entrano in gioco Eugenio Canone e Margherita Palombo, ricercatori presso l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee, che hanno ripreso in mano il contributo dato alle stampe nel 1971 (per i tipi del Warburg Institute) da Giorgio Tonelli, il quale diede un grande contribuito alla visibilità della storia della filosofia italiana all’estero negli anni sessanta e settanta prima di morire, a soli cinquantanni, nel 1978. Canone e Palumbo hanno ripreso il repertorio tonelliano e l’hanno portato ai parametri di rigore del ventunesimo secolo, senza però stravolgerne l’impostazione originaria. Del resto, le note dei curatori della riedizione appaiono in italiano, mentre il testo di Tonelli era e resta in inglese. Si tratta di note molto utili che informano non solo sulla storia della pubblicazione delle singole opere, ma anche sulla storia delle ristampe anastatiche, in microfiche o su compact-disc. Certo, nel frattempo un numero ragguardevole dei testi indicati nel repertorio sono stati pubblicati anche sull’internet; e va notato che Canone e Palombo abbiano rinunciato a indicare gli URL che li portano, vista la natura volatile del medium cibiontico. Ma quella che pare una notizia inauspicata ne porta con sé un’altra assai auspicata, che tra l’altro va esattamente nella direzione indicata da Tonelli e cioè che l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee sotto la direzione del suo fondatore Tullio Gregory ha avviato un progetto volto a presentare in un grande ipertesto non solo la versione elettronica costantemente aggiornata del repertorio tonelliano ma anche un gran numero dei testi stessi (p. XII).

Giorgio Tonelli, A Short-Title List of Subject Dictionaries of the Sixteenth, Seventeenth and Eighteenth Centuries (Firenze: Olschki, 2006)

POZZO, Riccardo
2007-01-01

Abstract

Non si tratta, in questo importante repertorio, di enciclopedie, nate a seguito della posizione di un sistema, né di lessici onomastici, volti a informare su vita e opere di singoli autori, ma, per essere il più precisi possibile, di dizionari storici di concetti. In se stesso genere letterario a tutti gli effetti, il dizionario filosofico nasce dall’esigenza di codificare e sistematizzare il lessico filosofico latino dei secoli sedicesimo, diciassettesimo e diciottesimo cercando una via di mediazione tra il lessico latino e quelli degli autori che scelsero di esprimersi anche in vernacolo. Le fonti infatti rivelano un’attenzione costante per la tradizione classico-umanistica e per i dibattiti filosofici e teologici di origine tanto cattolica quanto protestante-riformata. D’altra parte, il ricorso al greco aiuta a introdurre voci neolatine che poi vengono accolte nelle lingue nazionali, si pensi a psychologia e ontologia, introdotte rispettivamente nel 1579 e nel 1606. Eppure, i dizionari filosofici, costituiscono di per sé un rilevante problema filosofico, visto che non solo Daniel Georg Morhof, l’autore del celebre Polyhistor literarius, philosophicus, et practicus (1688-92), li stigmatizzava prendendo a esempio il Seminarium totius philosophiae (1582-85) di Giovanni Battista Bernardi della Mirandola: «Namque in sententiarum congestione saepe nimius est et tautologus, seape etiam deficit […] atque adeo indicis potius alicuius vicem tenet» (p. XXIII). Del resto, lo stesso Rudolf Eucken, il padre della Begriffsgeschichte, non esitava a dichiarare nella sua Geschichte der philosophischen Terminologie (1879), che il Lexicon philosophicus (1613) di Rudolf Goclenius era di nessuna utilità per la storia della terminologia filosofica, visto che per sua natura esso era più diretto alle idee che ai termini filosofici (p. XXV). Ciò non toglie, tuttavia, che in quanto i dizionari filosofici hanno di volta in volta affrontato il problema di come formalizzare un linguaggio tecnico su un livello che tenga conto sia della storia della lingua che di quella della filosofia, essi si rivelano, oggi, un indispensabile supporto per la storia delle idee, ovvero per dirla in inglese, per quella parte della intellectual history che si dedica esclusivamente alla storia del discorso filosofico. Qui entrano in gioco Eugenio Canone e Margherita Palombo, ricercatori presso l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee, che hanno ripreso in mano il contributo dato alle stampe nel 1971 (per i tipi del Warburg Institute) da Giorgio Tonelli, il quale diede un grande contribuito alla visibilità della storia della filosofia italiana all’estero negli anni sessanta e settanta prima di morire, a soli cinquantanni, nel 1978. Canone e Palumbo hanno ripreso il repertorio tonelliano e l’hanno portato ai parametri di rigore del ventunesimo secolo, senza però stravolgerne l’impostazione originaria. Del resto, le note dei curatori della riedizione appaiono in italiano, mentre il testo di Tonelli era e resta in inglese. Si tratta di note molto utili che informano non solo sulla storia della pubblicazione delle singole opere, ma anche sulla storia delle ristampe anastatiche, in microfiche o su compact-disc. Certo, nel frattempo un numero ragguardevole dei testi indicati nel repertorio sono stati pubblicati anche sull’internet; e va notato che Canone e Palombo abbiano rinunciato a indicare gli URL che li portano, vista la natura volatile del medium cibiontico. Ma quella che pare una notizia inauspicata ne porta con sé un’altra assai auspicata, che tra l’altro va esattamente nella direzione indicata da Tonelli e cioè che l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee sotto la direzione del suo fondatore Tullio Gregory ha avviato un progetto volto a presentare in un grande ipertesto non solo la versione elettronica costantemente aggiornata del repertorio tonelliano ma anche un gran numero dei testi stessi (p. XII).
2007
9788822256065
enciclopedie; dizionari; storia delle idee
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/346735
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