L'articolo propone una lettura del Frammento XXXVII dei «Canti» di Giacomo Leopardi, pubblicato in origine tra gli idilli giovanili e basato su un sogno dello stesso poeta: la caduta della luna dalla volta celeste. L'attenzione si concentra in particolare sulle fonti greche (attraverso una rete di riscontri con il «Saggio sopra gli errori popolari degli antichi») e su alcuni ricordi danteschi rintracciabili nel testo, che viene interpretato, anche alla luce degli appunti autobiografici del Leopardi del 1819, come una precoce intuizione in chiave fantastica della condizione moderna.

Il sogno di Alceta: dagli errori antichi al fantastico moderno

SANDRINI, Giuseppe
2010-01-01

Abstract

L'articolo propone una lettura del Frammento XXXVII dei «Canti» di Giacomo Leopardi, pubblicato in origine tra gli idilli giovanili e basato su un sogno dello stesso poeta: la caduta della luna dalla volta celeste. L'attenzione si concentra in particolare sulle fonti greche (attraverso una rete di riscontri con il «Saggio sopra gli errori popolari degli antichi») e su alcuni ricordi danteschi rintracciabili nel testo, che viene interpretato, anche alla luce degli appunti autobiografici del Leopardi del 1819, come una precoce intuizione in chiave fantastica della condizione moderna.
2010
Leopardi, Dante, letteratura greca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/343522
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