L'articolo ha ad oggetto il sistema di elezione dei membri togati del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo un'introduzione, di tale sistema vengono esaminati i difetti alla luce della prassi e analizzate criticamente alcune proposte di riforma, in particolare quella del sorteggio. La conclusione è nel senso che, in presenza di un pluralismo associativo che ha perso alcuni dei connotati originari ma è ancora vivo nell'ordine giudiziario, il metodo più idoneo per scegliere i togati appare quello elettivo, che potrebbe essere disciplinato però in modo da limitare l’influenza delle correnti, consentendo ad esempio all’elettore di esprimere alcune preferenze per candidati non appartenenti alla lista votata oppure prevedendo che l’elezione dei candidati avvenga in collegi uninominali di piccole dimensioni, anche se ciò comporterebbe il rischio che nell’attività consiliare pesino eccessivamente interessi localistici e potrebbe anche produrre effetti distorsivi della rappresentanza che comprimerebbero il pluralismo. Il contrasto alle pratiche lottizzatorie fra le correnti, più che con la modifica delle norme elettorali (che hanno una limitata capacità d’incidenza), dovrebbe avvenire con un cambiamento dei comportamenti individuali che elevi il “tono” della rappresentanza.

Problemi e prospettive di riforma del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura

FERRI, Giampietro
Writing – Original Draft Preparation
2009-01-01

Abstract

L'articolo ha ad oggetto il sistema di elezione dei membri togati del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo un'introduzione, di tale sistema vengono esaminati i difetti alla luce della prassi e analizzate criticamente alcune proposte di riforma, in particolare quella del sorteggio. La conclusione è nel senso che, in presenza di un pluralismo associativo che ha perso alcuni dei connotati originari ma è ancora vivo nell'ordine giudiziario, il metodo più idoneo per scegliere i togati appare quello elettivo, che potrebbe essere disciplinato però in modo da limitare l’influenza delle correnti, consentendo ad esempio all’elettore di esprimere alcune preferenze per candidati non appartenenti alla lista votata oppure prevedendo che l’elezione dei candidati avvenga in collegi uninominali di piccole dimensioni, anche se ciò comporterebbe il rischio che nell’attività consiliare pesino eccessivamente interessi localistici e potrebbe anche produrre effetti distorsivi della rappresentanza che comprimerebbero il pluralismo. Il contrasto alle pratiche lottizzatorie fra le correnti, più che con la modifica delle norme elettorali (che hanno una limitata capacità d’incidenza), dovrebbe avvenire con un cambiamento dei comportamenti individuali che elevi il “tono” della rappresentanza.
2009
Consiglio Superiore della Magistratura, componenti «togati», sistema elettorale, correnti, riforme
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