In caso di deficit che comporta un venir meno dell’attenzione e della partecipazione attiva, non si struttura alcuna rappresentazione né cognitivo-razionale né cognitivo-emotiva e sorge il problema educativo che si presenta all’educatore come ricerca di mediatori che riescano a risvegliare l’attenzione necessaria per superare gli ostacoli causati dal deficit; ricerca di mediatori la cui partecipazione richieda al soggetto solo quanto lui può dare in quel momento; ricerca di mediatori che riescano ad aprire alla rappresentazione emotiva e cognitiva. L’arte può essere efficacemente utilizzata come mediatore e può offrire un valido aiuto all’educatore speciale nel suo lavoro. L’arte-terapia non può essere caratterizzata da modelli rigidamente di tipo psicoanalista o cognitivista, ma è di fondamentale importanza che si possa avvalere dei contributi delle discipline che intervengono sulla psiche e sull’essere umano. Un arte-terapeuta deve conoscere il concetto di trasfert, controtransfert e di inconscio; deve anche essere in grado di dialogare con medici e specialisti riguardo a particolari deficit, deve essere in grado di comprendere certi linguaggi specifici. Quando si opera in educazione, e soprattutto in educazione speciale, occorre ricordare sempre che la dicotomia mente/corpo non esaurisce tutte le caratteristiche dell’essere umano che è costantemente alla ricerca di un senso. E’ possibile sostenere che se un intervento di arte-terapia non può pretendere di eliminare un deficit, può sicuramente ridurre un handicap. Nel linguaggio comune deficit e handicap vengono a coincidere ed è evidente la confusione che nasce attorno a questo tema.

Arte-terapia e handicap

MORTARI, Serena
2005-01-01

Abstract

In caso di deficit che comporta un venir meno dell’attenzione e della partecipazione attiva, non si struttura alcuna rappresentazione né cognitivo-razionale né cognitivo-emotiva e sorge il problema educativo che si presenta all’educatore come ricerca di mediatori che riescano a risvegliare l’attenzione necessaria per superare gli ostacoli causati dal deficit; ricerca di mediatori la cui partecipazione richieda al soggetto solo quanto lui può dare in quel momento; ricerca di mediatori che riescano ad aprire alla rappresentazione emotiva e cognitiva. L’arte può essere efficacemente utilizzata come mediatore e può offrire un valido aiuto all’educatore speciale nel suo lavoro. L’arte-terapia non può essere caratterizzata da modelli rigidamente di tipo psicoanalista o cognitivista, ma è di fondamentale importanza che si possa avvalere dei contributi delle discipline che intervengono sulla psiche e sull’essere umano. Un arte-terapeuta deve conoscere il concetto di trasfert, controtransfert e di inconscio; deve anche essere in grado di dialogare con medici e specialisti riguardo a particolari deficit, deve essere in grado di comprendere certi linguaggi specifici. Quando si opera in educazione, e soprattutto in educazione speciale, occorre ricordare sempre che la dicotomia mente/corpo non esaurisce tutte le caratteristiche dell’essere umano che è costantemente alla ricerca di un senso. E’ possibile sostenere che se un intervento di arte-terapia non può pretendere di eliminare un deficit, può sicuramente ridurre un handicap. Nel linguaggio comune deficit e handicap vengono a coincidere ed è evidente la confusione che nasce attorno a questo tema.
2005
Arte-terapia; handicap; pedagogia speciale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/340803
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