Questa tesi di dottorato presenta la prima analisi della struttura dei cosiddetti language plays (o, in ambiente tedesco, Geheimsprachen) basati sulla lingua tedesca. Si tratta di un fenomeno empirico finora mai descritto dal punto di vista morfo-prosodico per la lingua tedesca, nonostante sia abbastanza diffuso nei paesi tedescofoni. In esso ogni parola viene dissimilata mediante una manipolazione morfo-fonologica, p.es. nella cosiddetta ba-Sprache, mediante l’ infissazione della consonante -b- dopo ogni nucleo sillabico, seguita da una copia della vocale della parola di base: gu.te --> gu-bu-te-be. In questo lavoro i giochi linguistici analizzati vengono chiamati “grammatische” Kunstsprachen (GK), un termine che si potrebbe rendere in italiano come “giochi linguistici grammaticali”. Questa denominazione contiene l’ipotesi principale difesa in questa dissertazione: contro p.es. Zwicky&Pullum (1987) o Dressler (2000), si intende dimostrare che i processi utilizzati nella generazione dei GK sono analizzabili in modo simile a processi grammaticali riscontrabili nelle lingue naturali. In particolare sostengo che sono simili a processi morfo-prosodici come la reduplicazione, l’infissazione e gli accorciamenti. Oltre alla verifica di questa ipotesi, il secondo obiettivo del lavoro consiste nel fornire una descrizione dettagliata dei dati empirici. I dati che formano la base della ricerca provengono da vari forum e blog su internet dove vengono usati i GK ma anche dalla letteratura sociolinguistica a riguardo. Attingendo da queste fonti è stata creata una banca dati di frasi ed esempi che presentano le caratteristiche principali delle manipolazioni osservabili nei GK. Nella prima parte del lavoro questi dati vengono descritti in dettaglio, ed una classificazione dei vari tipi di GK viene proposta. Dall’analisi strutturale dei dati risulta che è possibile distinguere tre tipi fondamentali di GK, ciascuno con vari sottotipi. In tutti, i costituenti prosodici giocano un ruolo fondamentale. Il coinvolgimento della sillaba e dei costituenti subsillabici nelle manipolazioni dimostra che queste unità strutturali fanno parte delle rappresentazioni fonologiche di cui i parlanti dispongono, ed hanno una loro realtà psicologica. L’analisi rivela inoltre che spesso l’accento nei GK focalizza l’attenzione dell’ascoltatore sulle unità fondamentali per la decodifica, svolgendo dunque una funzione importante nel riconoscimento delle parole. La seconda parte della tesi è volta a verificare la tesi principale, cioè che i GK sono da considerare fenomeni linguistici e non meta-linguistici. I GK fanno riferimento alla struttura prosodica del parlato (p.es. sillabe, unità accentuali) ed è soprattutto questa caratteristica che li accomuna a processi linguistici quali la reduplicazione o l’ accorciamento in cui vincoli prosodici interagiscono con aspetti di formazione delle parole. Il quadro teorico utilizzato in questo lavoro è la teoria della morfologia prosodica (McCarthy/Prince 1986/96 et seq.) che si occupa tipicamente di fenomeni come acronimi, blends, reduplicazione ecc. in cui la morfologia subisce una forte influenza da parte della prosodia. Il metodo d’analisi invece viene fornito dalla Teoria della Ottimalità (Optimality Theory) che spiega la struttura dell’output mediante un’ interazione di restrizioni (constraints) violabili. In entrambe le teorie viene enfatizzato il ruolo che le categorie prosodiche svolgono nella formazione delle parole. Sottoponendo i GK a un’analisi morfo-fonologica è possibile discernere chiare analogie con processi indipendentemente osservati nelle lingue naturali. Il confronto con vari esempi tratti da lingue diverse dal tedesco identifica meccanismi di reduplicazione e di accorciamento identici a quelli presenti in processi morfologici estranei all’ ambito delle GK. Le analogie riscontrate riguardano p. es. la distribuzione degli affissi (reduplicativi e non), la struttura del morfema reduplicativo che tende ad essere poco marcato (prevalentemente CV o CV.CV) e l’uso di templates, cioè di costituenti prosodici di struttura prespecificata che contengono sia materiale reduplicato che invariato. Le “regole” utilizzate nei GK e le regole grammaticali nelle lingue naturali sono dunque paragonabili, mentre non si trovano nei GK regole espressamente non linguistiche, p. es. di tipo aritmetico. La restrizione di regole possibili nei GK a regole grammaticali è tra l’ altro dovuta al fatto che i GK vengono usati quasi esclusivamente nella comunicazione orale per cui l’ elaborazione dei dati deve avvenire con la stessa rapidità che caratterizza la processazione dei dati nel parlato delle lingue naturali. L’applicazione delle regole nel gioco linguistico deve procedere in maniera automatica e inconscia, così come avviene nel linguaggio naturale.

This Ph.D. thesis offers the first in depth analysis of language plays (Geheimsprachen) based on the German language. For German, this empirical phenomenon has never before been described from a morpho-prosodic point of view although language plays are rather common in the German speaking area. Language plays involve manipulations such as, for instance, insertion of a -b- after every syllable nucleus followed by copying of the preceding nucleus” (gu.te --> gu-bu-te-be). Against Zwicky & Pullum (1987) and Dressler (2000) I argue that the processes observable in language plays are similar to processes active in natural languages, more specifically, they are analyzable in a similar fashion as morpho-prosodic processes such as reduplication, infixation and truncation. For this reason I propose to call language plays of this type “grammatische Kunstsprachen” (grammatical language plays). The first part of the work is dedicated to the presentation of the data which has been retrieved from blogs or forums in internet or taken from the relevant literature on the topic. A data-base of examples has been created that exemplifies the main characteristics of the manipulations. In this first part the data is described in detail and a classification of the language plays is proposed. The structural description of the data reveals that it is possible to distinguish three basic types of language plays, each of them with various subtypes. In all these types the syllable and the subsyllabic constituents play a decisive role, hence providing evidence that these constituents are part of the phonological representations the speakers are endowed with and thus confirming their psychological reality. Stress plays un important role as well, since it appears to be used in the language plays under investigation to focus the attention of the listener on the units which are important for the decoding of the manipulated string. The second part of the thesis is concerned with verifying the main hypothesis that language plays are similar to morpho-prosodic processes found in natural languages. All types of language plays make use of prosodic constituents (syllables, feet). It is foremost this property that is linking language plays to linguistic processes in natural languages such as reduplication or truncation, where prosodic constraints are interacting with word formation processes. The Theory of Prosodic Morphology Theory (McCarthy & Prince 1986/96 et. seq.) provides the general theoretical framework for our analysis, since this theory is primarily concerned with phenomena where morphology is influenced by prosodic constraints, such as e.g. reduplication, truncation, blends, etc. The analysis proper is modeled in the framework of Optimality Theory. Against this theoretical and methodological background and by comparing the structure of German language plays with phenomena observable in other languages it is possible to identify in the language plays processes similar to those of reduplication and truncation, common to natural language morphology outside the range of language plays. The analogies concern for example the distribution of affixes, the structure of the reduplicative morpheme (CV or CVC) and the use of templates, that is prosodic constituents with prespecified structure containing both fixed and reduplicative material. The grammar of language plays and the grammer of natural languages therefore look similar, whereas on the other side language plays do not exhibit clearly “a-grammatical” rules involving for example counting. Considering also the fact that language plays are used in oral communication, which means that the processing of data has to occur as rapidly as the processing of data in natural speech, it seems that this phenomenon can not be dismissed as purely meta-linguistic.

Prosodische Morphologie in grammatischen Kunstsprachen des Deutschen

VOGT, Barbara Maria
2009-01-01

Abstract

This Ph.D. thesis offers the first in depth analysis of language plays (Geheimsprachen) based on the German language. For German, this empirical phenomenon has never before been described from a morpho-prosodic point of view although language plays are rather common in the German speaking area. Language plays involve manipulations such as, for instance, insertion of a -b- after every syllable nucleus followed by copying of the preceding nucleus” (gu.te --> gu-bu-te-be). Against Zwicky & Pullum (1987) and Dressler (2000) I argue that the processes observable in language plays are similar to processes active in natural languages, more specifically, they are analyzable in a similar fashion as morpho-prosodic processes such as reduplication, infixation and truncation. For this reason I propose to call language plays of this type “grammatische Kunstsprachen” (grammatical language plays). The first part of the work is dedicated to the presentation of the data which has been retrieved from blogs or forums in internet or taken from the relevant literature on the topic. A data-base of examples has been created that exemplifies the main characteristics of the manipulations. In this first part the data is described in detail and a classification of the language plays is proposed. The structural description of the data reveals that it is possible to distinguish three basic types of language plays, each of them with various subtypes. In all these types the syllable and the subsyllabic constituents play a decisive role, hence providing evidence that these constituents are part of the phonological representations the speakers are endowed with and thus confirming their psychological reality. Stress plays un important role as well, since it appears to be used in the language plays under investigation to focus the attention of the listener on the units which are important for the decoding of the manipulated string. The second part of the thesis is concerned with verifying the main hypothesis that language plays are similar to morpho-prosodic processes found in natural languages. All types of language plays make use of prosodic constituents (syllables, feet). It is foremost this property that is linking language plays to linguistic processes in natural languages such as reduplication or truncation, where prosodic constraints are interacting with word formation processes. The Theory of Prosodic Morphology Theory (McCarthy & Prince 1986/96 et. seq.) provides the general theoretical framework for our analysis, since this theory is primarily concerned with phenomena where morphology is influenced by prosodic constraints, such as e.g. reduplication, truncation, blends, etc. The analysis proper is modeled in the framework of Optimality Theory. Against this theoretical and methodological background and by comparing the structure of German language plays with phenomena observable in other languages it is possible to identify in the language plays processes similar to those of reduplication and truncation, common to natural language morphology outside the range of language plays. The analogies concern for example the distribution of affixes, the structure of the reduplicative morpheme (CV or CVC) and the use of templates, that is prosodic constituents with prespecified structure containing both fixed and reduplicative material. The grammar of language plays and the grammer of natural languages therefore look similar, whereas on the other side language plays do not exhibit clearly “a-grammatical” rules involving for example counting. Considering also the fact that language plays are used in oral communication, which means that the processing of data has to occur as rapidly as the processing of data in natural speech, it seems that this phenomenon can not be dismissed as purely meta-linguistic.
2009
morfologia; lingua tedesca
Questa tesi di dottorato presenta la prima analisi della struttura dei cosiddetti language plays (o, in ambiente tedesco, Geheimsprachen) basati sulla lingua tedesca. Si tratta di un fenomeno empirico finora mai descritto dal punto di vista morfo-prosodico per la lingua tedesca, nonostante sia abbastanza diffuso nei paesi tedescofoni. In esso ogni parola viene dissimilata mediante una manipolazione morfo-fonologica, p.es. nella cosiddetta ba-Sprache, mediante l’ infissazione della consonante -b- dopo ogni nucleo sillabico, seguita da una copia della vocale della parola di base: gu.te --> gu-bu-te-be. In questo lavoro i giochi linguistici analizzati vengono chiamati “grammatische” Kunstsprachen (GK), un termine che si potrebbe rendere in italiano come “giochi linguistici grammaticali”. Questa denominazione contiene l’ipotesi principale difesa in questa dissertazione: contro p.es. Zwicky&Pullum (1987) o Dressler (2000), si intende dimostrare che i processi utilizzati nella generazione dei GK sono analizzabili in modo simile a processi grammaticali riscontrabili nelle lingue naturali. In particolare sostengo che sono simili a processi morfo-prosodici come la reduplicazione, l’infissazione e gli accorciamenti. Oltre alla verifica di questa ipotesi, il secondo obiettivo del lavoro consiste nel fornire una descrizione dettagliata dei dati empirici. I dati che formano la base della ricerca provengono da vari forum e blog su internet dove vengono usati i GK ma anche dalla letteratura sociolinguistica a riguardo. Attingendo da queste fonti è stata creata una banca dati di frasi ed esempi che presentano le caratteristiche principali delle manipolazioni osservabili nei GK. Nella prima parte del lavoro questi dati vengono descritti in dettaglio, ed una classificazione dei vari tipi di GK viene proposta. Dall’analisi strutturale dei dati risulta che è possibile distinguere tre tipi fondamentali di GK, ciascuno con vari sottotipi. In tutti, i costituenti prosodici giocano un ruolo fondamentale. Il coinvolgimento della sillaba e dei costituenti subsillabici nelle manipolazioni dimostra che queste unità strutturali fanno parte delle rappresentazioni fonologiche di cui i parlanti dispongono, ed hanno una loro realtà psicologica. L’analisi rivela inoltre che spesso l’accento nei GK focalizza l’attenzione dell’ascoltatore sulle unità fondamentali per la decodifica, svolgendo dunque una funzione importante nel riconoscimento delle parole. La seconda parte della tesi è volta a verificare la tesi principale, cioè che i GK sono da considerare fenomeni linguistici e non meta-linguistici. I GK fanno riferimento alla struttura prosodica del parlato (p.es. sillabe, unità accentuali) ed è soprattutto questa caratteristica che li accomuna a processi linguistici quali la reduplicazione o l’ accorciamento in cui vincoli prosodici interagiscono con aspetti di formazione delle parole. Il quadro teorico utilizzato in questo lavoro è la teoria della morfologia prosodica (McCarthy/Prince 1986/96 et seq.) che si occupa tipicamente di fenomeni come acronimi, blends, reduplicazione ecc. in cui la morfologia subisce una forte influenza da parte della prosodia. Il metodo d’analisi invece viene fornito dalla Teoria della Ottimalità (Optimality Theory) che spiega la struttura dell’output mediante un’ interazione di restrizioni (constraints) violabili. In entrambe le teorie viene enfatizzato il ruolo che le categorie prosodiche svolgono nella formazione delle parole. Sottoponendo i GK a un’analisi morfo-fonologica è possibile discernere chiare analogie con processi indipendentemente osservati nelle lingue naturali. Il confronto con vari esempi tratti da lingue diverse dal tedesco identifica meccanismi di reduplicazione e di accorciamento identici a quelli presenti in processi morfologici estranei all’ ambito delle GK. Le analogie riscontrate riguardano p. es. la distribuzione degli affissi (reduplicativi e non), la struttura del morfema reduplicativo che tende ad essere poco marcato (prevalentemente CV o CV.CV) e l’uso di templates, cioè di costituenti prosodici di struttura prespecificata che contengono sia materiale reduplicato che invariato. Le “regole” utilizzate nei GK e le regole grammaticali nelle lingue naturali sono dunque paragonabili, mentre non si trovano nei GK regole espressamente non linguistiche, p. es. di tipo aritmetico. La restrizione di regole possibili nei GK a regole grammaticali è tra l’ altro dovuta al fatto che i GK vengono usati quasi esclusivamente nella comunicazione orale per cui l’ elaborazione dei dati deve avvenire con la stessa rapidità che caratterizza la processazione dei dati nel parlato delle lingue naturali. L’applicazione delle regole nel gioco linguistico deve procedere in maniera automatica e inconscia, così come avviene nel linguaggio naturale.
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/337357
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