Il saggio recupera e illustra un’importante lettera di Vincenzo Cuoco a Ludovico Antonio Vincenzi del 19 giugno 1805, sfuggita alla recente (2007) edizione dell’epistolario cuochiano di Conte e Martirano. Il giudizio, contenuto nella lettera, sulla traduzione della Catilinaria di Sallustio eseguita dal Vincenzi viene contestualizzato da un confronto con la coeva versione sallustiana dell’Alfieri e da una ricognizione della presenza di Sallustio nelle opere del Cuoco, nelle quali lo storico latino è affiancato, tramite il tema politico della congiura e quello letterario della brevità, soprattutto a Vico
Cuoco (in)edito
VIOLA, Corrado
2009-01-01
Abstract
Il saggio recupera e illustra un’importante lettera di Vincenzo Cuoco a Ludovico Antonio Vincenzi del 19 giugno 1805, sfuggita alla recente (2007) edizione dell’epistolario cuochiano di Conte e Martirano. Il giudizio, contenuto nella lettera, sulla traduzione della Catilinaria di Sallustio eseguita dal Vincenzi viene contestualizzato da un confronto con la coeva versione sallustiana dell’Alfieri e da una ricognizione della presenza di Sallustio nelle opere del Cuoco, nelle quali lo storico latino è affiancato, tramite il tema politico della congiura e quello letterario della brevità, soprattutto a VicoFile in questo prodotto:
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