Il saggio riprende, con riferimento specifico alla materia ambientale, una tematica classica, già fatta oggetto di approfondimento in un precedente lavoro monografico, quale la rilevanza della partecipazione al procedimento amministrativo da parte di soggetti individuali e collettivi agli effetti del successivo eventuale accesso alla tutela giurisdizionale amministrativa, ambientandola e reinterpretandola nel mutato contesto derivante dall’avvenuta costituzionalizzazione del principio di sussidiarietà, segnatamente nella sua valenza c.d. orizzontale. Muovendo dal riconoscimento di un valore euristico della sussidiarietà - come principio che induce a rileggere le linee complessive dell’ordinamento prima e al di là di ogni applicazione settoriale - e da una ricostruzione essenziale della problematica degli interessi diffusi nel processo amministrativo, lo studio si concentra sulla recente giurisprudenza di alcuni T.A.R., la quale sembra enfatizzare precisamente lo specifico e nuovo ruolo ordinamentale attribuito ai cittadini singoli ed associati dal nuovo art. 118 Cost., più che la stessa posizione soggettiva lesa, come titolo di accesso in senso ampio alla tutela giurisdizionale. Intrecciando il filo che attraversa tale giurisprudenza con le categorie utilizzate dal Consiglio di Stato in un importante parere ruotante intorno al principio sussidiario, si perviene ad ipotizzare conclusivamente una valenza ulteriore della partecipazione procedimentale quale indice di “cittadinanza societaria” dei suoi protagonisti, quale cartina di tornasole atta ad evidenziare il carattere di interesse generale delle iniziative di quanti si attivano per cogestire la funzione amministrativa concretamente calandosi nel vivo delle situazioni critiche. L’enfasi su questa progettualità che germina dalla cittadinanza societaria e nella partecipazione procedimentale trova un canale espressivo pone così in primo piano - come criterio poziore di selezione della legittimazione a ricorrere - un dato oggettivo (ossia riferito alla concreta attività partecipativa posta in essere), secondo un approccio sostanziale e pragmatico in linea con la rivalutazione della regola ermeneutica della “natura delle cose”, relegando per contro sullo sfondo i meccanismi di selezione tributari di una logica di entificazione-istituzionalizzazione dei soggetti. Della tesi enunciata si analizzano e discutono poi problematiche ed interrogativi collaterali, per confrontarla infine con più recenti interventi normativi e giurisprudenziali, in equilibrio ancora instabile tra conferma e ridimensionamento - se non svuotamento - degli indirizzi individuati e più in generale delle auspicate potenzialità della sussidiarietà stessa. Il lavoro si sforza di esaminare per la prima volta funditus le potenziali ripercussioni sul terreno processuale – sotto lo specifico angolo visuale della legitimatio ad causam - del principio di sussidiarietà, ora espressamente costituzionalizzato, tentando di costruire una visione di sistema a partire da una giurisprudenza significativa, ma ancora episodica e dall’approccio necessariamente cursorio. Il lavoro mira alla rivisitazione di tradizionali categorie ricostruttive dell’ordinamento processuale in combinato disposto con le nuove coordinate costituzionali e, più specificamente, sia pure in modo incidentale, dello stesso istituto dell’azione popolare, ricostruito anche in chiave storica, del quale si suggerisce un ripensamento, specie nelle sue precomprensioni ideologiche, con il passaggio dalla teorica dello Stato-persona a quella - incipiente - dello Stato sussidiario.

Riflessioni sulla legitimatio ad causam in materia ambientale tra partecipazione e sussidiarietà

DURET, Paolo
2008-01-01

Abstract

Il saggio riprende, con riferimento specifico alla materia ambientale, una tematica classica, già fatta oggetto di approfondimento in un precedente lavoro monografico, quale la rilevanza della partecipazione al procedimento amministrativo da parte di soggetti individuali e collettivi agli effetti del successivo eventuale accesso alla tutela giurisdizionale amministrativa, ambientandola e reinterpretandola nel mutato contesto derivante dall’avvenuta costituzionalizzazione del principio di sussidiarietà, segnatamente nella sua valenza c.d. orizzontale. Muovendo dal riconoscimento di un valore euristico della sussidiarietà - come principio che induce a rileggere le linee complessive dell’ordinamento prima e al di là di ogni applicazione settoriale - e da una ricostruzione essenziale della problematica degli interessi diffusi nel processo amministrativo, lo studio si concentra sulla recente giurisprudenza di alcuni T.A.R., la quale sembra enfatizzare precisamente lo specifico e nuovo ruolo ordinamentale attribuito ai cittadini singoli ed associati dal nuovo art. 118 Cost., più che la stessa posizione soggettiva lesa, come titolo di accesso in senso ampio alla tutela giurisdizionale. Intrecciando il filo che attraversa tale giurisprudenza con le categorie utilizzate dal Consiglio di Stato in un importante parere ruotante intorno al principio sussidiario, si perviene ad ipotizzare conclusivamente una valenza ulteriore della partecipazione procedimentale quale indice di “cittadinanza societaria” dei suoi protagonisti, quale cartina di tornasole atta ad evidenziare il carattere di interesse generale delle iniziative di quanti si attivano per cogestire la funzione amministrativa concretamente calandosi nel vivo delle situazioni critiche. L’enfasi su questa progettualità che germina dalla cittadinanza societaria e nella partecipazione procedimentale trova un canale espressivo pone così in primo piano - come criterio poziore di selezione della legittimazione a ricorrere - un dato oggettivo (ossia riferito alla concreta attività partecipativa posta in essere), secondo un approccio sostanziale e pragmatico in linea con la rivalutazione della regola ermeneutica della “natura delle cose”, relegando per contro sullo sfondo i meccanismi di selezione tributari di una logica di entificazione-istituzionalizzazione dei soggetti. Della tesi enunciata si analizzano e discutono poi problematiche ed interrogativi collaterali, per confrontarla infine con più recenti interventi normativi e giurisprudenziali, in equilibrio ancora instabile tra conferma e ridimensionamento - se non svuotamento - degli indirizzi individuati e più in generale delle auspicate potenzialità della sussidiarietà stessa. Il lavoro si sforza di esaminare per la prima volta funditus le potenziali ripercussioni sul terreno processuale – sotto lo specifico angolo visuale della legitimatio ad causam - del principio di sussidiarietà, ora espressamente costituzionalizzato, tentando di costruire una visione di sistema a partire da una giurisprudenza significativa, ma ancora episodica e dall’approccio necessariamente cursorio. Il lavoro mira alla rivisitazione di tradizionali categorie ricostruttive dell’ordinamento processuale in combinato disposto con le nuove coordinate costituzionali e, più specificamente, sia pure in modo incidentale, dello stesso istituto dell’azione popolare, ricostruito anche in chiave storica, del quale si suggerisce un ripensamento, specie nelle sue precomprensioni ideologiche, con il passaggio dalla teorica dello Stato-persona a quella - incipiente - dello Stato sussidiario.
2008
Sussidiarietà; ambiente; partecipazione procedimentale; legittimazione a ricorrere; azione popolare
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