Il presente volume nasce dalla convergenza di interessi di alcuni studiosi che si sono proposti di rileggere i romanzi di Franz Kafka nonostante il timore e forse anche lo sconforto che spesso incute nei critici la montagna crescente di commenti che getta la sua ombra sull’esile opera dello scrittore. Il titolo I romanzi di Kafka, nella sua semplicità, potrebbe suonare modesto, ingenuo o anche troppo superbo rispetto alla raffinatezza e alla complessità forse eccessiva che nel frattempo la critica ha saputo sviluppare, ma intende essere un segnale: che sia possibile avvicinare l’opera di Kafka senza mettere in atto tutte le procedure legittimanti che sembrano ormai obbligatorie e senza la parata degli strumenti e dei discorsi critici di volta in volta più all’avanguardia. Ciò non significa leggere senza teoria e disconoscere che proprio nel nostro tempo all’opera di Kafka spetti una singolare autorevolezza che difficilmente può essere ignorata, al contrario: i romanzi di Kafka, che nel tempo sono stati dotati di glossari, commentari e sono stati percorsi in lungo e in largo dalle letture più disparate, appartengono non solo ai testi più impegnativi della letteratura europea moderna, ma hanno anche marcato la percezione della nostra realtà. Kafka ha prestato e continua a prestare la sua voce a dibattiti attuali la cui rilevanza politica e filosofica va ben al di là del discorso critico-letterario in senso stretto. Il volume prende in considerazione in questa prospettiva i tre romanzi-frammento di Kafka “Il disperso”, “Il processo” e “Il castello”.
Titolo: | La fine prescritta. Procedere nel Processo di Franz Kafka. |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2008 |
Rivista: | |
Abstract: | Il presente volume nasce dalla convergenza di interessi di alcuni studiosi che si sono proposti di rileggere i romanzi di Franz Kafka nonostante il timore e forse anche lo sconforto che spesso incute nei critici la montagna crescente di commenti che getta la sua ombra sull’esile opera dello scrittore. Il titolo I romanzi di Kafka, nella sua semplicità, potrebbe suonare modesto, ingenuo o anche troppo superbo rispetto alla raffinatezza e alla complessità forse eccessiva che nel frattempo la critica ha saputo sviluppare, ma intende essere un segnale: che sia possibile avvicinare l’opera di Kafka senza mettere in atto tutte le procedure legittimanti che sembrano ormai obbligatorie e senza la parata degli strumenti e dei discorsi critici di volta in volta più all’avanguardia. Ciò non significa leggere senza teoria e disconoscere che proprio nel nostro tempo all’opera di Kafka spetti una singolare autorevolezza che difficilmente può essere ignorata, al contrario: i romanzi di Kafka, che nel tempo sono stati dotati di glossari, commentari e sono stati percorsi in lungo e in largo dalle letture più disparate, appartengono non solo ai testi più impegnativi della letteratura europea moderna, ma hanno anche marcato la percezione della nostra realtà. Kafka ha prestato e continua a prestare la sua voce a dibattiti attuali la cui rilevanza politica e filosofica va ben al di là del discorso critico-letterario in senso stretto. Il volume prende in considerazione in questa prospettiva i tre romanzi-frammento di Kafka “Il disperso”, “Il processo” e “Il castello”. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11562/326830 |
Appare nelle tipologie: | 01.01 Articolo in Rivista |