Questo testo parla della morte e del morire, del suo spazio, del suo tempo, parla di storie e di relazioni, storie di persone e di operatori. Offre saperi maturati sul campo dell’esperienza diretta, nella cura e nella relazione con le persone nel loro ultimo tempo di vita, ma anche nella formazione di operatori. Sono saperi costruiti, nati dall’intreccio della ricerca teorica e culturale con quella esperienziale, esistenziale. Una ricerca che ha coinvolti più operatori, essi sono presenti nel testo con le esperienze narrate o con i loro scritti , operatori che hanno tracciato una pratica operativa di accompagnamento con le storie di vita. La storia di vita, in educazione e nella cura, è un tempo e un luogo dedicato al racconto, alla narrazione, dove raccogliere sé stessi; è sopratutto uno spazio di relazione, esso restituisce al narratore e all’ascoltatore, il senso della presenza reciproca nel tempo presente, restituisce il senso del passato e la prospettiva del futuro. Sono storie che trattengono in sé il sapore del ricordo, il sapore della nostalgia, il sapore della memoria che non dimentica e cancella ma rivitalizza e restituisce il senso di una vita, di un’esistenza, dell’esperienza nella relazione e nelle azioni di cura. Il lavoro con le storie rappresenta una pratica operativa di cura, trasformativa la persona stessa, la relazione, le istituzioni dove è stata applicata. Ed è per questo che il testo si rivolge non solo agli operatori della cura, educativa e della salute, ma a quanti, dirigenti, volontari, familiari, pazienti, sono coinvolti a vario titolo, in quel tempo di vita, che precede la morte.

Sguardi sulla morte. Formazione e cura con le storie di vita

SOLDATI, Maria
2003-01-01

Abstract

Questo testo parla della morte e del morire, del suo spazio, del suo tempo, parla di storie e di relazioni, storie di persone e di operatori. Offre saperi maturati sul campo dell’esperienza diretta, nella cura e nella relazione con le persone nel loro ultimo tempo di vita, ma anche nella formazione di operatori. Sono saperi costruiti, nati dall’intreccio della ricerca teorica e culturale con quella esperienziale, esistenziale. Una ricerca che ha coinvolti più operatori, essi sono presenti nel testo con le esperienze narrate o con i loro scritti , operatori che hanno tracciato una pratica operativa di accompagnamento con le storie di vita. La storia di vita, in educazione e nella cura, è un tempo e un luogo dedicato al racconto, alla narrazione, dove raccogliere sé stessi; è sopratutto uno spazio di relazione, esso restituisce al narratore e all’ascoltatore, il senso della presenza reciproca nel tempo presente, restituisce il senso del passato e la prospettiva del futuro. Sono storie che trattengono in sé il sapore del ricordo, il sapore della nostalgia, il sapore della memoria che non dimentica e cancella ma rivitalizza e restituisce il senso di una vita, di un’esistenza, dell’esperienza nella relazione e nelle azioni di cura. Il lavoro con le storie rappresenta una pratica operativa di cura, trasformativa la persona stessa, la relazione, le istituzioni dove è stata applicata. Ed è per questo che il testo si rivolge non solo agli operatori della cura, educativa e della salute, ma a quanti, dirigenti, volontari, familiari, pazienti, sono coinvolti a vario titolo, in quel tempo di vita, che precede la morte.
2003
1370.1.10
storie di vita; morte e morire; ricerca e formazione; apprendere dall'esperienza; cura
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