ll contributo analizza l'operetta giovanile "La Città felice" (1553) del filosofo Francesco Patrizi da Cherso. Se alcune autorevoli interpretazioni identificano in Aristotele il padre della teoria politica patriziana e nel Platone mediato dal Neoplatonismo l'origine degli spunti metafisico-ermetici presenti nell'opera, emergono tuttavia, ne "La Città felice", alcuni elementi di politica platonica "pura", riguardante la costituzione della città. Di particolare interesse è il rapporto fra le due personalità poste ai vertici della scala gerarchica a sei livelli in cui sono divisi i cittadini: dopo contadini, artefici, mercanti e guerrieri, vi sono governanti e sacerdoti, le massime cariche, fra le quali è ripartito il potere politico. Per analizzare la natura di quest'ultimo, si pone a confronto sia la tipologia di potere politico delineata da Platone nell’omonimo dialogo (il "Politico") sia l’interpretazione che ne offre, nell’ "Apologus" alla sua traduzione del "Politico", Marsilio Ficino; una versione così profondamente intrisa di suggestioni ermetiche ed eredità cristiana da risultare non troppo fedele al pensiero del filosofo ateniese. Come ulteriore spunto di riflessione, si vede brevemente anche l’interpretazione di questi stessi temi del "Politico" fornita da Michel Foucault in uno dei suoi corsi tenuti al Collège de France, "Sicurezza, territorio, popolazione".

“Quel qualcosa di divino non è stabile”. Politiche dell’armonia. Filosofia platonica e suggestioni ficiniane ne “La Città felice” del pensatore istriano Francesco Patrizi da Cherso

SANTORO, Veronica
2007-01-01

Abstract

ll contributo analizza l'operetta giovanile "La Città felice" (1553) del filosofo Francesco Patrizi da Cherso. Se alcune autorevoli interpretazioni identificano in Aristotele il padre della teoria politica patriziana e nel Platone mediato dal Neoplatonismo l'origine degli spunti metafisico-ermetici presenti nell'opera, emergono tuttavia, ne "La Città felice", alcuni elementi di politica platonica "pura", riguardante la costituzione della città. Di particolare interesse è il rapporto fra le due personalità poste ai vertici della scala gerarchica a sei livelli in cui sono divisi i cittadini: dopo contadini, artefici, mercanti e guerrieri, vi sono governanti e sacerdoti, le massime cariche, fra le quali è ripartito il potere politico. Per analizzare la natura di quest'ultimo, si pone a confronto sia la tipologia di potere politico delineata da Platone nell’omonimo dialogo (il "Politico") sia l’interpretazione che ne offre, nell’ "Apologus" alla sua traduzione del "Politico", Marsilio Ficino; una versione così profondamente intrisa di suggestioni ermetiche ed eredità cristiana da risultare non troppo fedele al pensiero del filosofo ateniese. Come ulteriore spunto di riflessione, si vede brevemente anche l’interpretazione di questi stessi temi del "Politico" fornita da Michel Foucault in uno dei suoi corsi tenuti al Collège de France, "Sicurezza, territorio, popolazione".
2007
"Neoplatonismo"; "Platonismo"; "Politica"; "Potere pastorale"
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