L'economia neoclassica adotta una visione ciclica dei fenomeni per cui in seguito a turbamenti il sistema economico ritorna alle condizioni iniziali non appena i fattori di perturbazione svaniscono, con una reversibilità completa dei fenomeni. Il processo economico è perciò visto come un flusso circolare e autosufficiente tra produzione e consumo, ma in verità esso non è né isolato né autosufficiente, perché non può sussistere senza un interscambio continuo che provoca cambiamenti cumulativi sull'ambiente. Nell'articolo si analizza il contributo di Nicholas Georgescu-Roegen, il quale abbandonata la fisica meccanica, si rivolge alla termodinamica ed elabora un approccio allo studio dei fenomeni economici basato sull'entropia. Questo scienziato di origine rumena ma trasferitosi poi negli USA, mette in evidenza il collegamento tra sistema economico e ambiente naturale attraverso il suo modello Fondi-Flussi – del quale nell'articolo viene proposta una interessante rappresentazione grafica – elaborando un approccio alternativo allo studio della produzione. Dallo studio della legge di entropia – che afferma l'irreversibilità della degradazione energetica – Georgescu-Roegen giunge ad elaborare la sua Quarta Legge della termo-dinamica, in base alla quale anche la materia è soggetta ad una degrada-zione irreversibile. Da qui l'individuazione dei “miti economici” – tra cui quello dello “stady state” – che sono convinzioni comuni sull'uso della materia e delle fonti energetiche sbagliate e dannose per l'ambiente e quindi per il futuro del genere umano. Da queste conclusioni discenderà la teoria bioeconomica, che si propone lo studio dell'uso ottimale delle risorse energetiche e materiali secondo criteri di degradazione entropica proiettati su un arco temporale multigenerazionale.

Una visione alternativa della teoria della produzione

ZAMBERLAN, STEFANO
2006-01-01

Abstract

L'economia neoclassica adotta una visione ciclica dei fenomeni per cui in seguito a turbamenti il sistema economico ritorna alle condizioni iniziali non appena i fattori di perturbazione svaniscono, con una reversibilità completa dei fenomeni. Il processo economico è perciò visto come un flusso circolare e autosufficiente tra produzione e consumo, ma in verità esso non è né isolato né autosufficiente, perché non può sussistere senza un interscambio continuo che provoca cambiamenti cumulativi sull'ambiente. Nell'articolo si analizza il contributo di Nicholas Georgescu-Roegen, il quale abbandonata la fisica meccanica, si rivolge alla termodinamica ed elabora un approccio allo studio dei fenomeni economici basato sull'entropia. Questo scienziato di origine rumena ma trasferitosi poi negli USA, mette in evidenza il collegamento tra sistema economico e ambiente naturale attraverso il suo modello Fondi-Flussi – del quale nell'articolo viene proposta una interessante rappresentazione grafica – elaborando un approccio alternativo allo studio della produzione. Dallo studio della legge di entropia – che afferma l'irreversibilità della degradazione energetica – Georgescu-Roegen giunge ad elaborare la sua Quarta Legge della termo-dinamica, in base alla quale anche la materia è soggetta ad una degrada-zione irreversibile. Da qui l'individuazione dei “miti economici” – tra cui quello dello “stady state” – che sono convinzioni comuni sull'uso della materia e delle fonti energetiche sbagliate e dannose per l'ambiente e quindi per il futuro del genere umano. Da queste conclusioni discenderà la teoria bioeconomica, che si propone lo studio dell'uso ottimale delle risorse energetiche e materiali secondo criteri di degradazione entropica proiettati su un arco temporale multigenerazionale.
2006
Georgescu-Roegen; teoria della produzione; bioeconomia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/313157
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