Il Kant di Kuno Fischer

Kuno Fischer appartiene a quel gruppo di storici della filosofia dell’Ottocento (assieme a Rudolf Haym e a Eduard Zeller) che hanno subito la suggestione della storiografia di tipo speculativo di derivazione hegeliana, di cui è possibile accertare l’influsso, almeno in parte, anche dopo la “conversione” al kantismo. È questo sen’altro il caso di Fischer il quale, pur adottando nella sua grande Geschichte der neuern Philosophie la forma di una serie di monografie ciascuna dedicata ad un filosofo, vuol trovare una linea unitaria di sviluppo nel pensiero filosofico. Kant ora, e non più Hegel, rappresenta l’inveramento di tutta la filosofia, antica e moderna, e punto di partenza per l’ulteriore sviluppo. L’interpretazione kantiana di Fischer si contraddistingue per l’uso della categoria di sviluppo che porta lo storico a privilegiare, in polemica con Hermann Cohen e i neokantiani di Marburgo, non la prima Critica, ma semmai l’ultima, la Kritik der Urteilskraft, come faranno poi i suoi allievi a partire daWilhelm Windelband.