La vita diventa per Schelling uno «schema della libertà» in quanto implica un principio referenziale, un «in sich selbst zurückkehren» che rimane assente nell’inorganico. La caratteristica principale della vita è allora quella di essere un processo referenziale in cui si spezza il legame della causa e dell’effetto in termini di prima e dopo. Qui Schelling va oltre la riflessione kantiana, che prevedeva già una reversibilità fra causa ed effetto (come nell’esempio della casa e dell’affitto), per ipotizzare una relazione in cui causa ed effetto coincidono e vengono a formare una identità originaria che non è più successione, ma simultaneità. Attraverso questa idea di simultaneità Schelling cerca di andare oltre il principio di causalità, e concepire una relazione non causale tipica dell'organismo. Referenzialità del sistema e retroattività causale risultano per Schelling strettamente intrecciate fra di loro: la vita consiste in una connessione circolare, in una serie successiva di processi, che ritornano continuamente su se stessi, così che è impossibile stabilire quale processo accende la vita, quale sia il primo e quale il successivo. Ogni organizzazione è un sistema in sé chiuso in cui tutto avviene contemporaneamente, e in cui il modo di spiegazione meccanico decade, in quanto in un tale sistema non c’è un prima e un dopo. La chiusura del sistema nei confronti del proprio ambiente esterno simboleggia il sottrarsi dell’organismo alla causalità meccanica e la conquista di una propria autonomia. Secondo Schelling il tempo in cui vive l’organismo è un tempo biologico distinto dal tempo in cui si muove la macchina, e la differenza fra il tempo biologico e il tempo meccanico rispecchia le differenze che intercorrono fra il sistema organico e il mondo inorganico: innanzitutto l’autoreferenzialità, in quanto in questo tempo ha luogo un ripiegarsi verso se stessi, e inoltre la particolare relazione del tutto con le parti. Il tempo organico è tale perché i vari periodi (passati, presenti o futuri) non si relazionano solo fra di loro, ma anche al tempo organico come un tutto, esattamente così come le varie parti di un organismo si relazionano all’organismo complessivo. La relazione causa-effetto viene allora sostituita dalla relazione parti-tutto.
Natura e libertà: Schelling e il problema della causalità
CUSINATO, Guido
2002-01-01
Abstract
La vita diventa per Schelling uno «schema della libertà» in quanto implica un principio referenziale, un «in sich selbst zurückkehren» che rimane assente nell’inorganico. La caratteristica principale della vita è allora quella di essere un processo referenziale in cui si spezza il legame della causa e dell’effetto in termini di prima e dopo. Qui Schelling va oltre la riflessione kantiana, che prevedeva già una reversibilità fra causa ed effetto (come nell’esempio della casa e dell’affitto), per ipotizzare una relazione in cui causa ed effetto coincidono e vengono a formare una identità originaria che non è più successione, ma simultaneità. Attraverso questa idea di simultaneità Schelling cerca di andare oltre il principio di causalità, e concepire una relazione non causale tipica dell'organismo. Referenzialità del sistema e retroattività causale risultano per Schelling strettamente intrecciate fra di loro: la vita consiste in una connessione circolare, in una serie successiva di processi, che ritornano continuamente su se stessi, così che è impossibile stabilire quale processo accende la vita, quale sia il primo e quale il successivo. Ogni organizzazione è un sistema in sé chiuso in cui tutto avviene contemporaneamente, e in cui il modo di spiegazione meccanico decade, in quanto in un tale sistema non c’è un prima e un dopo. La chiusura del sistema nei confronti del proprio ambiente esterno simboleggia il sottrarsi dell’organismo alla causalità meccanica e la conquista di una propria autonomia. Secondo Schelling il tempo in cui vive l’organismo è un tempo biologico distinto dal tempo in cui si muove la macchina, e la differenza fra il tempo biologico e il tempo meccanico rispecchia le differenze che intercorrono fra il sistema organico e il mondo inorganico: innanzitutto l’autoreferenzialità, in quanto in questo tempo ha luogo un ripiegarsi verso se stessi, e inoltre la particolare relazione del tutto con le parti. Il tempo organico è tale perché i vari periodi (passati, presenti o futuri) non si relazionano solo fra di loro, ma anche al tempo organico come un tutto, esattamente così come le varie parti di un organismo si relazionano all’organismo complessivo. La relazione causa-effetto viene allora sostituita dalla relazione parti-tutto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.