Il saggio indaga il complesso intreccio tra autobiografia, poetica e ideologia in tre componimenti centrali della raccolta Poems in Two Volumes (1807): “Ode to Duty”, “Resolution and Independence”, “Immortality Ode” di Wordsworth - visti singolarmente e come parti di un macrotesto la cui stesura occupa Wordsworth dal 1802 al 1806, parallelamente a quella del poema autobiografico Prelude, completato nel 1805, ma pubblicato postumo nel 1850. I tre testi sono centrali sia per il ripensamento su problematiche già esplorate dal poeta fin dal suo esordio di Lyrical Ballads, sia per la loro collocazione privilegiata, finale, all’interno della sezioni della raccolta, sia per l’assoluto rilievo della forma dell’espressione, che riprende e ‘attraversa’ innovandolo, il genere ode. Nell’“Ode to Duty” Wordsworth attua un revirement ideologico sostanziale perché dalla giovanile adesione ad un’ideologia e ad una etica libertaria rivoluzionaria passa alla riconsiderazione di un’etica coerente con quello che con Kant potremmo chiamare un imperativo categorico, saggiato però sul piano della quotidianità più che su quello dell’esaltazione dell’umanità eroica dell’io chiamato invece a “humbler functions” a “più modesti compiti” e ad uno spirito di “abnegazione” e “self-sacrifice” che ne nega la hybris. E ad una svalutazione dell’ ‘anima ‘bella’ romantica addita “Resolution and Independence”, in cui l’io poetico si trova a confrontarsi con la iniziale ‘tentazione’ di modelli assoluti e tragici di poeti come Chatterton e Burns, e la finale adesione emotiva ed etica alla dignità tetragona e alla comune umanità del misero “leech-gatherer”. Nella “Immortality Ode”, in sintonia con “Elegiac Stanzas” Wordsworth riprende la riflessione sulle aporie del Divenire già poste in “Tintern Abbey”, e sul venir meno della “glory”, il bagliore visionario propiziato dal coleridgeano “spirito creativo dell’immaginazione”, cui sopperisce la coscienza del significato del maturare, fino all’acquisizione della “philosophic mind”, una ‘fede’ laica, scevra da condizionamenti metafisici, consapevole del dolore come condition humaine, ma che non dispera e si aggrappa e all’ancora di “affetti primari”, e accetta la perdita che il Divenire, e il suo atto ultimo, la Morte, comportano, fino a comprenderla come parte integrante della vita.

Poesia (auto)biografia e ideologia in "Ode to Duty, Resolution and Indipendence e Immortality Ode" di Wordsworth (1802-1806)

RIGHETTI, Angelo
2005-01-01

Abstract

Il saggio indaga il complesso intreccio tra autobiografia, poetica e ideologia in tre componimenti centrali della raccolta Poems in Two Volumes (1807): “Ode to Duty”, “Resolution and Independence”, “Immortality Ode” di Wordsworth - visti singolarmente e come parti di un macrotesto la cui stesura occupa Wordsworth dal 1802 al 1806, parallelamente a quella del poema autobiografico Prelude, completato nel 1805, ma pubblicato postumo nel 1850. I tre testi sono centrali sia per il ripensamento su problematiche già esplorate dal poeta fin dal suo esordio di Lyrical Ballads, sia per la loro collocazione privilegiata, finale, all’interno della sezioni della raccolta, sia per l’assoluto rilievo della forma dell’espressione, che riprende e ‘attraversa’ innovandolo, il genere ode. Nell’“Ode to Duty” Wordsworth attua un revirement ideologico sostanziale perché dalla giovanile adesione ad un’ideologia e ad una etica libertaria rivoluzionaria passa alla riconsiderazione di un’etica coerente con quello che con Kant potremmo chiamare un imperativo categorico, saggiato però sul piano della quotidianità più che su quello dell’esaltazione dell’umanità eroica dell’io chiamato invece a “humbler functions” a “più modesti compiti” e ad uno spirito di “abnegazione” e “self-sacrifice” che ne nega la hybris. E ad una svalutazione dell’ ‘anima ‘bella’ romantica addita “Resolution and Independence”, in cui l’io poetico si trova a confrontarsi con la iniziale ‘tentazione’ di modelli assoluti e tragici di poeti come Chatterton e Burns, e la finale adesione emotiva ed etica alla dignità tetragona e alla comune umanità del misero “leech-gatherer”. Nella “Immortality Ode”, in sintonia con “Elegiac Stanzas” Wordsworth riprende la riflessione sulle aporie del Divenire già poste in “Tintern Abbey”, e sul venir meno della “glory”, il bagliore visionario propiziato dal coleridgeano “spirito creativo dell’immaginazione”, cui sopperisce la coscienza del significato del maturare, fino all’acquisizione della “philosophic mind”, una ‘fede’ laica, scevra da condizionamenti metafisici, consapevole del dolore come condition humaine, ma che non dispera e si aggrappa e all’ancora di “affetti primari”, e accetta la perdita che il Divenire, e il suo atto ultimo, la Morte, comportano, fino a comprenderla come parte integrante della vita.
2005
Romanticismo; Wordsworth; autobiografia; poetica; elegia
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/29796
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact