L'articolo si occupa del problema se la buona fede, che costituisce uno dei presupposti della tutela accordata al terzo acquirente dall'art. 2652, n. 7 c.c., debba essere provata dal terzo stesso, oppure possa considerarsi presunta. Dopo avere constatato che la risposta al quesito dipende dalla posizione che si assuma in ordine alla funzione dell'art. 2657, n. 7 c.c. in relazione all'art. 534 c.c. - vale a dire, se la prima norma delinei solo un'estensione dell'istituto dell'erede apparente integrandone la disciplina o, invece, delinei una fattispecie autonoma, regolata da principi caratteristici ben distinti -, vengono illustrati gli argomenti a sostegno dell'una e dell'altra prospettiva.
Acquisto dall’erede apparente e prova della buona fede
OMODEI SALE', Riccardo
2001-01-01
Abstract
L'articolo si occupa del problema se la buona fede, che costituisce uno dei presupposti della tutela accordata al terzo acquirente dall'art. 2652, n. 7 c.c., debba essere provata dal terzo stesso, oppure possa considerarsi presunta. Dopo avere constatato che la risposta al quesito dipende dalla posizione che si assuma in ordine alla funzione dell'art. 2657, n. 7 c.c. in relazione all'art. 534 c.c. - vale a dire, se la prima norma delinei solo un'estensione dell'istituto dell'erede apparente integrandone la disciplina o, invece, delinei una fattispecie autonoma, regolata da principi caratteristici ben distinti -, vengono illustrati gli argomenti a sostegno dell'una e dell'altra prospettiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.