La sentenza di Cass., 29 settembre 2005, n. 19024, segna un punto di passaggio rilevante nelle vicende giurisprudenziali che accompagnano lo sviluppo storico dell’istituto della responsabilità precontrattuale. In controtendenza rispetto a tutta la giurisprudenza precedente la S.C. ammette, per la prima volta, la configurabilità di una responsabilità in contrahendo in costanza di un contratto validamente concluso. Si attribuisce in tal modo valenza operativa generale al principio codificato dall’art. 1440 c.c. in materia di dolo incidente, sino a tale momento considerato un’eccezione al principio di non interferenza tra regole di validità e regole di condotta. Lo scritto sviluppa, sulla base della giurisprudenza e del dibattito dottrinale in materia, due profili sistematici di grande problematicità e direttamente toccati dalla pronuncia: da un lato, il modo in cui, alla luce della pronuncia in questione, si viene a configurare il rapporto tra regole di validità e regole di condotta nel diritto vivente dei contratti; dall’altro, la metamorfosi assunta dalla nozione di interesse contrattuale negativo alla luce del nuovo corso giurisprudenziale. Quanto al primo aspetto si segnala la coerenza tra le conclusioni raggiunte dalla S.C. e la lettura sistematica già compiutamente sviluppata dall’autore, su tale materia, in una precedente monografia del 2002 (G. MERUZZI, La trattativa maliziosa, Cedam, Padova, 2002). Quanto al secondo aspetto, e in coerenza con le tesi solo in parte svolte nel già menzionato scritto del 2002, si evidenzia e si sviluppa l’idea che la nozione di interesse negativo costituisca solo una formula linguistica di sintesi, con la quale viene applicato il criterio dell’integrale risarcimento del danno in relazione a una particolare situazione giuridica lesa, ovvero la violazione del dovere di buona fede oggettiva in contrahendo.
La responsabilità precontrattuale tra regola di validità e regola di condotta
MERUZZI, Giovanni
2006-01-01
Abstract
La sentenza di Cass., 29 settembre 2005, n. 19024, segna un punto di passaggio rilevante nelle vicende giurisprudenziali che accompagnano lo sviluppo storico dell’istituto della responsabilità precontrattuale. In controtendenza rispetto a tutta la giurisprudenza precedente la S.C. ammette, per la prima volta, la configurabilità di una responsabilità in contrahendo in costanza di un contratto validamente concluso. Si attribuisce in tal modo valenza operativa generale al principio codificato dall’art. 1440 c.c. in materia di dolo incidente, sino a tale momento considerato un’eccezione al principio di non interferenza tra regole di validità e regole di condotta. Lo scritto sviluppa, sulla base della giurisprudenza e del dibattito dottrinale in materia, due profili sistematici di grande problematicità e direttamente toccati dalla pronuncia: da un lato, il modo in cui, alla luce della pronuncia in questione, si viene a configurare il rapporto tra regole di validità e regole di condotta nel diritto vivente dei contratti; dall’altro, la metamorfosi assunta dalla nozione di interesse contrattuale negativo alla luce del nuovo corso giurisprudenziale. Quanto al primo aspetto si segnala la coerenza tra le conclusioni raggiunte dalla S.C. e la lettura sistematica già compiutamente sviluppata dall’autore, su tale materia, in una precedente monografia del 2002 (G. MERUZZI, La trattativa maliziosa, Cedam, Padova, 2002). Quanto al secondo aspetto, e in coerenza con le tesi solo in parte svolte nel già menzionato scritto del 2002, si evidenzia e si sviluppa l’idea che la nozione di interesse negativo costituisca solo una formula linguistica di sintesi, con la quale viene applicato il criterio dell’integrale risarcimento del danno in relazione a una particolare situazione giuridica lesa, ovvero la violazione del dovere di buona fede oggettiva in contrahendo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.