E’ Dio che non parla più agli uomini o sono gli uomini che hanno perduto l’ardire di parlare con Dio (e non semplicemente su di Lui)? Le differente riflessioni sul problema di Dio che gli autori di questa pubblicazione ci propongono – teologi, filosofi e sociologi –confluiscono tutte nella consapevolezza che non è possibile mettere le mani su Dio. Per questo il discorso su Dio deve ricominciare dall’esperienza e non può più arenarsi in una sola logica di concetti: «Noi cominciammo a filosofare per orgoglio – scriveva Fichte, nel 1795, in una lettera a Jacobi – e fummo portati a perdere la nostra innocenza; abbiamo scoperto la nostra nudità e da allora noi filosofiamo per bisogno della nostra salvezza».

Morte dell'uomo e Presenza di Dio: la teo-logia come rapporto in Divo Barsotti

MORANDI, Emmanuele
1995-01-01

Abstract

E’ Dio che non parla più agli uomini o sono gli uomini che hanno perduto l’ardire di parlare con Dio (e non semplicemente su di Lui)? Le differente riflessioni sul problema di Dio che gli autori di questa pubblicazione ci propongono – teologi, filosofi e sociologi –confluiscono tutte nella consapevolezza che non è possibile mettere le mani su Dio. Per questo il discorso su Dio deve ricominciare dall’esperienza e non può più arenarsi in una sola logica di concetti: «Noi cominciammo a filosofare per orgoglio – scriveva Fichte, nel 1795, in una lettera a Jacobi – e fummo portati a perdere la nostra innocenza; abbiamo scoperto la nostra nudità e da allora noi filosofiamo per bisogno della nostra salvezza».
1995
morte; società; teologia; mistica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/232052
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