L'articolo parla del referendum avente ad oggetto «Modifiche alla Parte II della Costituzione», che si è svolto il 25-26 giugno 2006. Esso mette, anzitutto, in luce un'importante differenza rispetto al precedente referendum costituzionale del 2001 sul titolo V. Mentre, infatti, il procedimento di revisione del titolo V è avvenuto con il coinvolgimento della minoranza parlamentare, la quale si è però alla fine dissociata, la revisione della parte II della Costituzione è scaturita da un accordo tra i partiti governativi, senza coinvolgere la minoranza, che ha promosso il referendum in chiave oppositiva. Posto che il referendum si è tenuto a breve distanza dalle elezioni politiche che hanno segnato la sconfitta della maggioranza che aveva approvato la revisione, esso mette poi in rilievo il fatto che, al fine di scongiurare il ripetersi di una dannosa interferenza fra il momento del rinnovo della rappresentanza politica e quello del giudizio popolare sulla revisione costituzionale — dunque attenuando il rischio che le ragioni politiche divengano assorbenti rispetto a una valutazione di merito della revisione e che la Costituzione venga trascinata nella contesa politica —, occorrerebbe probabilmente che, con una modifica della legge attuativa dei referendum, le date di svolgimento del referendum costituzionale e delle elezioni politiche fossero ben distanziate. L'articolo si conclude osservando che il risultato negativo del referendum non sembra possa impedire al Parlamento in carica di modificare con il procedimento ordinario di revisione la parte II della Costituzione.
Riflessioni sul referendum costituzionale
FERRI, Giampietro
Writing – Original Draft Preparation
2006-01-01
Abstract
L'articolo parla del referendum avente ad oggetto «Modifiche alla Parte II della Costituzione», che si è svolto il 25-26 giugno 2006. Esso mette, anzitutto, in luce un'importante differenza rispetto al precedente referendum costituzionale del 2001 sul titolo V. Mentre, infatti, il procedimento di revisione del titolo V è avvenuto con il coinvolgimento della minoranza parlamentare, la quale si è però alla fine dissociata, la revisione della parte II della Costituzione è scaturita da un accordo tra i partiti governativi, senza coinvolgere la minoranza, che ha promosso il referendum in chiave oppositiva. Posto che il referendum si è tenuto a breve distanza dalle elezioni politiche che hanno segnato la sconfitta della maggioranza che aveva approvato la revisione, esso mette poi in rilievo il fatto che, al fine di scongiurare il ripetersi di una dannosa interferenza fra il momento del rinnovo della rappresentanza politica e quello del giudizio popolare sulla revisione costituzionale — dunque attenuando il rischio che le ragioni politiche divengano assorbenti rispetto a una valutazione di merito della revisione e che la Costituzione venga trascinata nella contesa politica —, occorrerebbe probabilmente che, con una modifica della legge attuativa dei referendum, le date di svolgimento del referendum costituzionale e delle elezioni politiche fossero ben distanziate. L'articolo si conclude osservando che il risultato negativo del referendum non sembra possa impedire al Parlamento in carica di modificare con il procedimento ordinario di revisione la parte II della Costituzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.