Il saggio richiama l’attenzione sulla figura dell’abate secolare veronese Alessandro Bazzani (1807-1889), docente di letteratura italiana a Vienna e poi di letteratura tedesca a Padova. Sorvegliato dalla polizia austriaca per le sue poesie politiche, circolanti in forma clandestina in tutto il Lombardo-Veneto, evita l’arresto trasferendosi a Mirandola e poi a Modena. Qui scrive l’importante Lettera a Pio IX (1863), lucido atto d’accusa contro il temporalismo pontificio. Bazzani è anche noto per la produzione drammaturgica e per la pionieristica attività di traduttore dalla letteratura contemporanea tedesca e scandinava. La sua precoce familiarità con le lingue e le letterature nordiche contemporanee gli consentono di pubblicare, già a partire dai primi anni Quaranta, una cospicua serie di traduzioni dal tedesco (Schiller, Hamerling, Lingg, Wilbrandt), dall’inglese (Longfellow) e soprattutto dallo svedese: sua la prima versione italiana della saga Frithiof di Esaias Tegnérs (1852), corredata da un importante studio introduttivo sulle belle arti scandinave e da un parallelo tra la mitologia greca e la norrena
Italia risorgimentale e Kulturtransfer. Carte e opere di Alessandro Bazzani (1807-1889)
Corrado Viola
2024-01-01
Abstract
Il saggio richiama l’attenzione sulla figura dell’abate secolare veronese Alessandro Bazzani (1807-1889), docente di letteratura italiana a Vienna e poi di letteratura tedesca a Padova. Sorvegliato dalla polizia austriaca per le sue poesie politiche, circolanti in forma clandestina in tutto il Lombardo-Veneto, evita l’arresto trasferendosi a Mirandola e poi a Modena. Qui scrive l’importante Lettera a Pio IX (1863), lucido atto d’accusa contro il temporalismo pontificio. Bazzani è anche noto per la produzione drammaturgica e per la pionieristica attività di traduttore dalla letteratura contemporanea tedesca e scandinava. La sua precoce familiarità con le lingue e le letterature nordiche contemporanee gli consentono di pubblicare, già a partire dai primi anni Quaranta, una cospicua serie di traduzioni dal tedesco (Schiller, Hamerling, Lingg, Wilbrandt), dall’inglese (Longfellow) e soprattutto dallo svedese: sua la prima versione italiana della saga Frithiof di Esaias Tegnérs (1852), corredata da un importante studio introduttivo sulle belle arti scandinave e da un parallelo tra la mitologia greca e la norrenaFile | Dimensione | Formato | |
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