Se la filosofia di Kant è così rigidamente associata al limite, questo avviene anche a causa della costante possibilità del non-concettuale che, in diversi ambiti del pensiero kantiano, torna ad interrogare il pensatore di Königsberg. La continua Grenzbestimmung, a cui Kant è sollecitato da questa interrogazione, costituisce uno dei tratti più originali del suo pensiero. Il concettuale si profila dunque, sin dall’impostazione generale dell’indagine kantiana, come una dimensione la cui originaria imprescindibilità va ribadita, si potrebbe quasi dire difesa, di fronte alle molteplici tentazioni di una conoscenza senza concetto. Il movimento riflessivo di riconoscimento della struttura concettuale, al di sotto degli elementi che ne paiono privi, si richiama al concetto di “forma” come a ciò cui anche gli elementi latori di una presunta componente irrazionale, o per meglio dire a-razionale, sono soggetti, per il fatto stesso di rientrare nella possibilità, garantita dal concetto. I diversi ambiti con cui di volta in volta il concettuale viene, per così dire, a confondersi, e che si è qui cercato di analizzare, lasciano supporre la possibilità di un suo trascendimento, ma il movimento di riflessione formale ci ricorda che, in ogni caso, abbiamo a che fare con concetti; e così, come nelle più affascinanti illusioni, scopriamo di aver preso per vera un’ombra, quella del non-concettuale, e, volgendoci, riconosciamo ciò che l’ha generata: il concetto.
L’ombra del concetto: la riflessione kantiana di fronte al non-concettuale
Gualtiero Lorini
2010-01-01
Abstract
Se la filosofia di Kant è così rigidamente associata al limite, questo avviene anche a causa della costante possibilità del non-concettuale che, in diversi ambiti del pensiero kantiano, torna ad interrogare il pensatore di Königsberg. La continua Grenzbestimmung, a cui Kant è sollecitato da questa interrogazione, costituisce uno dei tratti più originali del suo pensiero. Il concettuale si profila dunque, sin dall’impostazione generale dell’indagine kantiana, come una dimensione la cui originaria imprescindibilità va ribadita, si potrebbe quasi dire difesa, di fronte alle molteplici tentazioni di una conoscenza senza concetto. Il movimento riflessivo di riconoscimento della struttura concettuale, al di sotto degli elementi che ne paiono privi, si richiama al concetto di “forma” come a ciò cui anche gli elementi latori di una presunta componente irrazionale, o per meglio dire a-razionale, sono soggetti, per il fatto stesso di rientrare nella possibilità, garantita dal concetto. I diversi ambiti con cui di volta in volta il concettuale viene, per così dire, a confondersi, e che si è qui cercato di analizzare, lasciano supporre la possibilità di un suo trascendimento, ma il movimento di riflessione formale ci ricorda che, in ogni caso, abbiamo a che fare con concetti; e così, come nelle più affascinanti illusioni, scopriamo di aver preso per vera un’ombra, quella del non-concettuale, e, volgendoci, riconosciamo ciò che l’ha generata: il concetto.File | Dimensione | Formato | |
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