Article 68, paragraph 3, of the Constitution of the Italian Republic requires authorization from the House of Parliament (the Chamber of Deputies or the Senate) to which they belong «for Members of Parliament to be submitted to the surveillance of their conversations or communications, in any form, and to seizure of their correspondence». Implementing Article 68 of the Constitution, Law No. 140 of 2003 provides prior authorization for direct wiretaps ordered against the parliamentarian, and subsequent authorization for indirect wiretaps ordered against third parties but involving the parliamentarian. According to the Italian Constitutional Court, a distinction must be made between targeted wiretaps and random wiretaps in the context of the indirect type. Article 68, paragraph 3, of the Constitution applies to targeted wiretaps, performed on third party users but targeting the parliamentarian. However, due to the accidental nature of a parliamentarian’s entry into the surveilled area, random wiretaps are not attributable to the provisions of Article 68, paragraph 3, of the Constitution. Instead, Article 6, paragraph 2, of Law No. 140 of 2003 applies. Therefore, the wiretaps can be used in criminal proceedings if the House to which they belong subsequently grants authorization. Having examined previous constitutional jurisprudence on the topic — according to which wiretaps must be considered targeted when the parliamentarian is the aim of the investigative activity and the possible intrusion into his sphere of communication is concrete — the present paper analyzes two recent rulings of the Constitutional Court in detail, specifically Nos. 157 and 227 of 2023. The first ruling resolved a conflict of powers between the Chamber of Deputies and the Disciplinary Section of the High Council of the Judiciary, declaring that the Chamber could not decide on the denial of authorization to use computer surveillance on Deputy Cosimo Maria Ferri, a magistrate involved in disciplinary proceedings and placed on leave for an elective mandate. The second resolved a conflict of powers between the Senate and the criminal Judiciary, declaring that it was not for the Judiciary to employ wiretaps against Senator Stefano Esposito. These are opposing decisions, yet cannot be considered contradictory given the differences in the cases.

L’art. 68, comma 3, Cost. richiede l’autorizzazione della Camera di appartenenza «per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni». La legge n. 140 del 2003, attuativa dell’art. 68 Cost., prevede un’autorizzazione preventiva per le intercettazioni dirette, disposte nei confronti del parlamentare, e un’autorizzazione successiva per le intercettazioni indirette, disposte nei confronti di terzi, ma coinvolgenti il parlamentare. Secondo la Corte costituzionale, nell’ambito delle intercettazioni indirette, bisogna distinguere fra intercettazioni mirate e intercettazioni casuali. Alle prime, effettuate su utenze di terzi ma avendo di mira il parlamentare, si applica l’art. 68, comma 3, Cost. Alle seconde, invece, che, proprio per l’accidentalità dell’ingresso del parlamentare nell’area di ascolto, non sono riconducibili alla previsione dell’art. 68, comma 3, Cost., si applica l’art. 6, comma 2, della legge n. 140 del 2003. Pertanto, possono essere utilizzate nell’ambito di un procedimento penale qualora la Camera di appartenenza conceda successivamente l’autorizzazione. Dopo avere esaminato la precedente giurisprudenza costituzionale sul tema — secondo cui le intercettazioni devono considerarsi mirate quando il parlamentare sia raffigurato come bersaglio dell’attività di investigazione e risulti concreta e attuale l’ipotesi di un’intrusione nella sua sfera comunicativa —, l’articolo analizza dettagliatamente due recenti sentenze della Corte costituzionale: la n. 157 e la n. 227 del 2023. La prima ha risolto un conflitto di attribuzioni tra la Camera e la Sezione disciplinare del C.S.M., dichiarando che non spettava alla Camera deliberare il diniego dell’autorizzazione all’utilizzo di captazioni informatiche nei confronti dell’on. Cosimo M. Ferri, magistrato ordinario collocato in aspettativa per mandato elettivo e coinvolto in un procedimento disciplinare. La seconda ha risolto un conflitto di attribuzioni tra il Senato e la magistratura penale, dichiarando che non spettava a quest’ultima effettuare e utilizzare le intercettazioni a carico del sen. Stefano Esposito. Si tratta, dunque, di decisioni di segno opposto. Tuttavia, considerata la diversità dei casi, non possono ritenersi contraddittorie.

La giurisprudenza costituzionale sulle intercettazioni dei parlamentari (a proposito di due casi recenti)

Giampietro Ferri
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01

Abstract

Article 68, paragraph 3, of the Constitution of the Italian Republic requires authorization from the House of Parliament (the Chamber of Deputies or the Senate) to which they belong «for Members of Parliament to be submitted to the surveillance of their conversations or communications, in any form, and to seizure of their correspondence». Implementing Article 68 of the Constitution, Law No. 140 of 2003 provides prior authorization for direct wiretaps ordered against the parliamentarian, and subsequent authorization for indirect wiretaps ordered against third parties but involving the parliamentarian. According to the Italian Constitutional Court, a distinction must be made between targeted wiretaps and random wiretaps in the context of the indirect type. Article 68, paragraph 3, of the Constitution applies to targeted wiretaps, performed on third party users but targeting the parliamentarian. However, due to the accidental nature of a parliamentarian’s entry into the surveilled area, random wiretaps are not attributable to the provisions of Article 68, paragraph 3, of the Constitution. Instead, Article 6, paragraph 2, of Law No. 140 of 2003 applies. Therefore, the wiretaps can be used in criminal proceedings if the House to which they belong subsequently grants authorization. Having examined previous constitutional jurisprudence on the topic — according to which wiretaps must be considered targeted when the parliamentarian is the aim of the investigative activity and the possible intrusion into his sphere of communication is concrete — the present paper analyzes two recent rulings of the Constitutional Court in detail, specifically Nos. 157 and 227 of 2023. The first ruling resolved a conflict of powers between the Chamber of Deputies and the Disciplinary Section of the High Council of the Judiciary, declaring that the Chamber could not decide on the denial of authorization to use computer surveillance on Deputy Cosimo Maria Ferri, a magistrate involved in disciplinary proceedings and placed on leave for an elective mandate. The second resolved a conflict of powers between the Senate and the criminal Judiciary, declaring that it was not for the Judiciary to employ wiretaps against Senator Stefano Esposito. These are opposing decisions, yet cannot be considered contradictory given the differences in the cases.
2024
intercettazioni, membri del Parlamento, conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, giurisprudenza costituzionale
L’art. 68, comma 3, Cost. richiede l’autorizzazione della Camera di appartenenza «per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni». La legge n. 140 del 2003, attuativa dell’art. 68 Cost., prevede un’autorizzazione preventiva per le intercettazioni dirette, disposte nei confronti del parlamentare, e un’autorizzazione successiva per le intercettazioni indirette, disposte nei confronti di terzi, ma coinvolgenti il parlamentare. Secondo la Corte costituzionale, nell’ambito delle intercettazioni indirette, bisogna distinguere fra intercettazioni mirate e intercettazioni casuali. Alle prime, effettuate su utenze di terzi ma avendo di mira il parlamentare, si applica l’art. 68, comma 3, Cost. Alle seconde, invece, che, proprio per l’accidentalità dell’ingresso del parlamentare nell’area di ascolto, non sono riconducibili alla previsione dell’art. 68, comma 3, Cost., si applica l’art. 6, comma 2, della legge n. 140 del 2003. Pertanto, possono essere utilizzate nell’ambito di un procedimento penale qualora la Camera di appartenenza conceda successivamente l’autorizzazione. Dopo avere esaminato la precedente giurisprudenza costituzionale sul tema — secondo cui le intercettazioni devono considerarsi mirate quando il parlamentare sia raffigurato come bersaglio dell’attività di investigazione e risulti concreta e attuale l’ipotesi di un’intrusione nella sua sfera comunicativa —, l’articolo analizza dettagliatamente due recenti sentenze della Corte costituzionale: la n. 157 e la n. 227 del 2023. La prima ha risolto un conflitto di attribuzioni tra la Camera e la Sezione disciplinare del C.S.M., dichiarando che non spettava alla Camera deliberare il diniego dell’autorizzazione all’utilizzo di captazioni informatiche nei confronti dell’on. Cosimo M. Ferri, magistrato ordinario collocato in aspettativa per mandato elettivo e coinvolto in un procedimento disciplinare. La seconda ha risolto un conflitto di attribuzioni tra il Senato e la magistratura penale, dichiarando che non spettava a quest’ultima effettuare e utilizzare le intercettazioni a carico del sen. Stefano Esposito. Si tratta, dunque, di decisioni di segno opposto. Tuttavia, considerata la diversità dei casi, non possono ritenersi contraddittorie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1146667
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