Nell’archeologia dell’invenzione ottocentesca del concetto di danzimania (che include il tarantismo), la medicina eterodossa di Paracelso occupa una posizione particolare, considerato il fatto che classifica il fenomeno sotto la rubrica delle malattie invisibili e/o che privano l’essere umano della ragione, un paio di secoli prima che la malattia mentale emerga come paradigma nosologico dominante. Può essere proprio questo anacronismo, di una diagnosi ed eziologia costruite apparentemente prima di disporre di un organico contesto epistemologico di sostegno, a suggerire di dare uno sguardo a quella riflessione, per cercare di chiarirne le implicazioni e le radici, nel contesto della tradizione classica, dell’humus intellettuale e delle pratiche culturali del Rinascimento.
Paracelso, le malattie invisibili e il ballo di san Vito
Alessandro Arcangeli
2024-01-01
Abstract
Nell’archeologia dell’invenzione ottocentesca del concetto di danzimania (che include il tarantismo), la medicina eterodossa di Paracelso occupa una posizione particolare, considerato il fatto che classifica il fenomeno sotto la rubrica delle malattie invisibili e/o che privano l’essere umano della ragione, un paio di secoli prima che la malattia mentale emerga come paradigma nosologico dominante. Può essere proprio questo anacronismo, di una diagnosi ed eziologia costruite apparentemente prima di disporre di un organico contesto epistemologico di sostegno, a suggerire di dare uno sguardo a quella riflessione, per cercare di chiarirne le implicazioni e le radici, nel contesto della tradizione classica, dell’humus intellettuale e delle pratiche culturali del Rinascimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.