L’intervento si propone di effettuare un primo sondaggio sulla superficie tematica ed enunciativa del «Candelaio» attraverso la categoria del carnevalesco bachtiniano. Lo scopo è duplice: introdurre alcuni elementi di contraddizione e maggiore complessità in un quadro interpretativo che solitamente privilegia, per la commedia, un’interpretazione da un lato filosofica e dall’altro incentrata sul manierismo della tecnica teatrale; abbozzare nelle sue linee fondamentali un’ipotesi di lavoro sul testo. L’analisi degli aspetti carnevaleschi del testo si concentra, dopo una sommaria recensione degli elementi tematici pertinenti, su alcuni dispositivi dialogici e linguistici riconducibili alla retorica della parodia. Tra i fenomeni più significativi si rinvengono, oltre alla deformazione in senso osceno degli enunciati biblico-liturgici, alcune figure dello scambio dialogico in grado di produrre una dinamica abbassante e l’utilizzo della bachtiniana costruzione ibrida in funzione ambivalente da parte della voce autoriale. Più in generale, l’analisi – qui solo abbozzata e rimandata a uno studio sistematico - sembra confermare la rilevanza del codice carnevalesco come riserva linguistica e immaginativa della commedia, unitamente a una sua perdurante carica ambigua capace di relativizzare la negatività del mondo rappresentato.
Rovesciare il mondo rovesciato. Risvolti linguistico-stilistici del carnevale nel "Candelaio" di Giordano Bruno
MORBIATO, GIACOMO
2016-01-01
Abstract
L’intervento si propone di effettuare un primo sondaggio sulla superficie tematica ed enunciativa del «Candelaio» attraverso la categoria del carnevalesco bachtiniano. Lo scopo è duplice: introdurre alcuni elementi di contraddizione e maggiore complessità in un quadro interpretativo che solitamente privilegia, per la commedia, un’interpretazione da un lato filosofica e dall’altro incentrata sul manierismo della tecnica teatrale; abbozzare nelle sue linee fondamentali un’ipotesi di lavoro sul testo. L’analisi degli aspetti carnevaleschi del testo si concentra, dopo una sommaria recensione degli elementi tematici pertinenti, su alcuni dispositivi dialogici e linguistici riconducibili alla retorica della parodia. Tra i fenomeni più significativi si rinvengono, oltre alla deformazione in senso osceno degli enunciati biblico-liturgici, alcune figure dello scambio dialogico in grado di produrre una dinamica abbassante e l’utilizzo della bachtiniana costruzione ibrida in funzione ambivalente da parte della voce autoriale. Più in generale, l’analisi – qui solo abbozzata e rimandata a uno studio sistematico - sembra confermare la rilevanza del codice carnevalesco come riserva linguistica e immaginativa della commedia, unitamente a una sua perdurante carica ambigua capace di relativizzare la negatività del mondo rappresentato.File | Dimensione | Formato | |
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