L’articolo ha ad oggetto lo studio del welfare occupazionale, che in considerazione delle sue capacità virtuose, negli ultimi è stato sostenuto dallo Stato attraverso politiche fiscali di stampo redistributivo. Attraverso un’analisi di effetti positivi e delle tensioni evolutive del welfare occupazionale, il saggio intende dimostrare come siffatta policy pubblica comporti il verificarsi di un duplice effetto: a) Attribuire indirettamente una delega della funzione di protezione sociale al contratto collettivo, inducendo le parti sociali ad includere nell’oggetto del contratto collettivo la tutela di interessi generali, pubblici, espressione di diritti fondamentali quali istruzione, salute, previdenza); b) Sviluppare ulteriormente il processo di istituzionalizzazione dell’autonomia collettiva che, già a partire dagli anni Ottanta, veniva delegata di compiti normativi di regolazione del mercato del lavoro e dell’occupazione. La tesi che si intende sostenere è che l’autonomia collettiva, da sola, senza una cornice legale, sia inidonea a tutelare interessi generali e pubblici come quelli che dal 2016 costituiscono il nuovo oggetto della contrattazione collettiva e pertanto necessiti di essere regolata, anche in funzione di un possibile ampliamento dell’ambito di applicazione soggettiva del welfare occupazionale.

Welfare occupazionale e tendenze evolutive

Olga Rubagotti
2021-01-01

Abstract

L’articolo ha ad oggetto lo studio del welfare occupazionale, che in considerazione delle sue capacità virtuose, negli ultimi è stato sostenuto dallo Stato attraverso politiche fiscali di stampo redistributivo. Attraverso un’analisi di effetti positivi e delle tensioni evolutive del welfare occupazionale, il saggio intende dimostrare come siffatta policy pubblica comporti il verificarsi di un duplice effetto: a) Attribuire indirettamente una delega della funzione di protezione sociale al contratto collettivo, inducendo le parti sociali ad includere nell’oggetto del contratto collettivo la tutela di interessi generali, pubblici, espressione di diritti fondamentali quali istruzione, salute, previdenza); b) Sviluppare ulteriormente il processo di istituzionalizzazione dell’autonomia collettiva che, già a partire dagli anni Ottanta, veniva delegata di compiti normativi di regolazione del mercato del lavoro e dell’occupazione. La tesi che si intende sostenere è che l’autonomia collettiva, da sola, senza una cornice legale, sia inidonea a tutelare interessi generali e pubblici come quelli che dal 2016 costituiscono il nuovo oggetto della contrattazione collettiva e pertanto necessiti di essere regolata, anche in funzione di un possibile ampliamento dell’ambito di applicazione soggettiva del welfare occupazionale.
2021
occupational welfare, trade union law, collective bargaining
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