Il rapporto tra figli di migranti e l’italianità è ancora oggi al centro di un dibattito che orienta anche il piano istituzionale (Riccio, Russo 2009). Da oltre un de-cennio è in discussione una legge che riconosca la cittadinanza a questi giovani; una legge che viene costantemente boicottata lungo l’arco di approvazione par-lamentare. Uno dei pretesti più ricorrenti per il suo accantonamento è proprio la continua messa in questione dell’“italianità” dei figli dei migranti (Gerrand 2021). Ma la discussione sull’italianità intesa come appartenenza al corpo lega-le, sociale e simbolico della nazione per i figli di migranti cresciuti in Italia, d’al-tronde, è tutt’altro che contingente o ristretta all’approvazione della legge sulla cittadinanza (Grimaldi 2022). Affonda infatti le sue radici nei lunghi processi di costruzione dell’identità europea, prima, e quella nazionale italiana poi, rispetto ad altre minoranze religiose ed etniche (Vicini 2022), all’esperienza coloniale e postcoloniale come tratto costitutivo della sua riproduzione (Pesarini 2021), all’impossibilità di definire un carattere nazionale (Patriarca 2010) se non attraverso un continuo ricorso a processi di alterizzazione (Giuliani 2014). In questo numero speciale si è tentato di ragionare su questo complesso campo relazionale mettendo in tensione due costrutti – quello di figli di migranti e italianità – analiticamente opachi ma dal forte carattere performativo. Lo si è fatto raccogliendo contributi che hanno esplorato questo nesso etnografica-mente, secondo una tradizione di lungo corso nel campo degli studi antropolo-gici italiani sulle migrazioni.

Figli di migranti e italianità. Antropologia delle nuove generazioni d’Italia

Giuseppe Grimaldi;Fabio Vicini
2024-01-01

Abstract

Il rapporto tra figli di migranti e l’italianità è ancora oggi al centro di un dibattito che orienta anche il piano istituzionale (Riccio, Russo 2009). Da oltre un de-cennio è in discussione una legge che riconosca la cittadinanza a questi giovani; una legge che viene costantemente boicottata lungo l’arco di approvazione par-lamentare. Uno dei pretesti più ricorrenti per il suo accantonamento è proprio la continua messa in questione dell’“italianità” dei figli dei migranti (Gerrand 2021). Ma la discussione sull’italianità intesa come appartenenza al corpo lega-le, sociale e simbolico della nazione per i figli di migranti cresciuti in Italia, d’al-tronde, è tutt’altro che contingente o ristretta all’approvazione della legge sulla cittadinanza (Grimaldi 2022). Affonda infatti le sue radici nei lunghi processi di costruzione dell’identità europea, prima, e quella nazionale italiana poi, rispetto ad altre minoranze religiose ed etniche (Vicini 2022), all’esperienza coloniale e postcoloniale come tratto costitutivo della sua riproduzione (Pesarini 2021), all’impossibilità di definire un carattere nazionale (Patriarca 2010) se non attraverso un continuo ricorso a processi di alterizzazione (Giuliani 2014). In questo numero speciale si è tentato di ragionare su questo complesso campo relazionale mettendo in tensione due costrutti – quello di figli di migranti e italianità – analiticamente opachi ma dal forte carattere performativo. Lo si è fatto raccogliendo contributi che hanno esplorato questo nesso etnografica-mente, secondo una tradizione di lungo corso nel campo degli studi antropolo-gici italiani sulle migrazioni.
2024
italianità, figli di migranti, seconde generazioni, razzismo
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